Il ruolo degli intellettuali e il peso dei cattolici sembrano entrambi in grave difficoltà nell'Italia di oggi. Se i primi hanno perso la loro funzione di orientamento, i secondi non riescono più ad essere trainanti. Si avverte la mancanza di una elaborazione intellettuale cattolica di ampio respiro, capace di farsi visione del mondo, di innervare la società. Questo libro intende proporre una riflessione sui rapporti tra cattolicesimo e cultura nella prospettiva di un umanesimo profetico. Rettamente inteso, il profeta non è né colui che è fumosamente ispirato da un oracolo sacro, né colui che propone una soggettiva e affascinante "visione" del futuro. Il profeta porta il fardello di richiamare alla responsabilità, portando l'attenzione su quanto non si vuole o non si riesce a vedere. È allora un modello sia per l'uomo "religioso" sia per l'intellettuale. A patto di rinunciare definitivamente e radicalmente alla purezza delle categorie e alle distinzioni rassicuranti. Un agile pamphlet che si inserisce nel ripensamento della cultura cattolica avviato dalla CEI anche a seguito del percorso tracciato da Papa Francesco.
Giorgio Tonelli e Norbert Hinske hanno messo in evidenza come le fonti dell'aristotelismo tedesco siano necessarie per chiarire l'uso kantiano del termine "trascendentale", ma non sono riusciti a documentare legami diretti. Grazie a nuovi ritrovamenti, l'Autore propone Franz Albert Aepinus come "l'anello di congiunzione" cercato sovente anche da altri. Su questa base, la filosofia trascendentale kantiana viene interpretata come una risposta al problema strutturale della filosofia trascendentale scolastica: la necessità e impossibilità di pensare un ambito antepredicativo.