In vista della ricorrenza dell'VIII centenario Francescano, che s'inaugura nel territorio della Valle Reatina con la memoria del miracolo di Greccio da cui prende vita la tradizione del presepe, una ricca documentazione consente di ripercorrere le tappe segnate negli anni Venti del Novecento dai protagonisti del tempo: utilizzando come guida i testi di Johannes Jorgensen e Venanzio Varano della Vergiliana, si colgono le trasformazioni del paesaggio, la persistenza di tradizioni antiche, il clima di un singolare momento di passaggio quando il territorio di Rieti veniva scorporato dall'Umbria per entrare a far parte dell'entroterra di Roma ed acquisire nel 1927 il rango di capoluogo di provincia, sullo sfondo delle trasformazioni che culmineranno nella firma dei Patti Lateranensi.
A duecento anni dalla nascita, la figura di monsignor Paolo de Sanctis (1816-1907) emerge integra dalle carte d'archivio e dai documenti materiali, temprata dai tempi difficili in cui trascorse la sua lunga, feconda esistenza. Nato a Rigatti, in Diocesi di Rieti, fu a lungo Rettore del Seminario più antico del mondo cattolico durante i decenni segnati dalla nascita travagliata del Regno d'Italia. Quando ormai si preparava a dedicarsi agli amati studi storici, papa Leone XIII lo elesse vescovo della Diocesi di Poggio Mirteto, che resse per otto anni prima di riturarsi a Roma presso la basilica di San Giovanni in Laterano, onorato dal titolo di Arcivescovo di Sardica.
e una nuova biografia che esce all approssimarsi del quinto centenario della morte della beata colomba da rieti considerata anche la seconda caterina da siena". " il libro, uscito in occasione dell'imminente riccorrenza de l 50 centenario della morte della beata colomba, ne ripropone la biografia, tenendo particolarmente conto del periodo storico in cui la beata si venne a trovare. Il libro ev idenzia infatti le tensioni che agitarono il suo tempo - sono gli anni 1467-1501 che per la storia segnano lo spartiacque tra il medioevo e l'eta m oderna - e i luoghi in cui essa visse e fu protagonista e paciera, interprete sensibile del messaggio cateriniano che si impegnr a tradurre in un'ope ra assidua di solidarieta e di conforto verso i deboli, i poveri, i malati. Viene i noltre ben puntualizzata l'al tra grande opera che la beata (non a caso considerata la seconda caterina da siena) svolse costantemente e cioh il non facile intervento di mediazione tra le istanze sociali e politiche rappresentate dalle piu`alte gerarchie del potere laico ed ecclesiastico.