L'Europa dell’Ottocento, l’Europa del capitalismo industriale, dell’imperialismo, del colonialismo, del darwinismo sociale, dell’eugenismo, è stata il laboratorio del nazismo. I campi di sterminio, dimostra questo saggio, furono espressione della razionalità produttiva e amministrativa del mondo moderno. Il nazismo coniugò questa «modernità» materiale con una cultura, anch’essa ottocentesca, fatta di stereotipi razzisti e antisemiti, della legittimazione dei genocidi coloniali, di una nuova immagine dell’ebreo come malattia del corpo sociale.