"Segnalatami da un narratore conterraneo, Vincenzo Gambardella, la voce di Antonio Trucillo è arrivata con la sua densità e visione a rendere giustizia alla poesia. Ovvero a farla precipitare tra scantinati, abissi, tra presenze vitali incise nella memoria e nella luce, e altri fantasmi.[...] Poesia dunque tirata giù da ogni scaffale letterario e da ogni scansia del lirismo a basso costo, e data in pasto o meglio fatta diventare respiro e frammento luminoso estratti dal rovinoso procedere delle cose, dei corpi, delle menti verso una gloria strana, inafferrabile ma tenace. Un poeta capace di scarto e di visione. Una voce che si incide nella vita che, come direbbe il lontano e vicinissimo Rebora, "urge" intorno". (Davide Rondoni)