La battaglia combattuta nel 1410 nei campi presso i villaggi di Grunwald e Tannenberg nell'attuale Polonia fu una delle più grandi della storia medievale europea e il suo ricordo riesce ancora a suscitare forti sentimenti nazionalisti, come risulta evidente dal fatto che le sono stati attribuiti tre nomi diversi: per i polacchi è Grunwald, per i tedeschi Tannenberg e per i lituani Zalgiris. Questo libro vuole essere un resoconto conciso e imparziale della battaglia di Tannenberg/Grunwald, della campagna che la precedette e dei suoi lunghi strascichi. La battaglia costituisce un evento notevole e quasi unico nella storia militare, in quanto, pur essendo stata senza alcun dubbio il confronto decisivo nella cinquantennale guerra fra l'Ordine Teutonico e Polonia e Lituania alleate, venne combattuta all'inizio e non alla fine del conflitto. Inoltre, nella storia si trovano pochi altri esempi di uno scontro vinto in modo tanto netto e di una successiva campagna che in modo tanto singolare non riuscì a raggiungere i suoi scopi: nonostante questa vittoria schiacciante, l'esercito polacco-lituano non riuscì a conquistare Marienburg, fortezza-chiave e capitale dello Stato teutonico.
Il 30 gennaio del 1703, un gruppo di 47 uomini portò a compimento la più imponente incursione nella storia del Giappone. Obiettivo dei membri del commando - noti con il nome di "Ronin", cioè samurai rimasti senza padrone era vendicare la morte del loro signore, Asano Naganori, assaltando la residenza di colui che ne era ritenuto il responsabile, Kira Yoshihisa, e ucciderlo. All'origine della cruenta vendetta, pianificata a lungo e in clandestinità, e infine eseguita con i crismi di una spietata operazione militare, fu il cosiddetto "incidente di Ako", occorso due anni prima. L'episodio dei 47 Ronin, per le complesse implicazioni legate alle antiche tradizioni dell'onore samurai, assunse la forma delle leggenda. L'autore analizza la controversa storia secondo una prospettiva che mira a epurarla dalle inesattezze storiche (cui molto hanno contribuito resoconti romanzati come il Chushingura nonché talune interpretazioni distorte diffuse in Occidente), inquadrandola con accuratezza nella realtà sociopolitica nel Giappone feudale del XVIII secolo. Il libro costituisce un'attenta indagine filologica dell'articolata vicenda e ne esamina gli aspetti più propriamente tecnici.
Temuti in tutto l'estremo Oriente, i pirati erano noti come "demoni neri" o "dragoni dell'inondazione". Per secoli, i rapporti tra il Giappone, la Corea e la Cina si svolsero sul triplice piano della guerra, del commercio e della pirateria. Quest'ultimo elemento combinava le caratteristiche degli altri due e, con le sue implicazioni violente ma allo stesso tempo politiche e militari, costituisce il soggetto di questo originale volume. Stephen Turnbull ricostruisce il mondo e la vita quotidiana dei pirati, dalle loro attività pacifiche nel settore della pesca alle incursioni, spesso condotte a grande distanza e con un consistente impiego di mezzi. Il libro fa rivivere le basi, i castelli e le navi dei pirati attraverso relazioni dell'epoca che, abbinate a un notevole apparato iconografico, riportano il lettore a un periodo brutale ma affascinante.