Giovanni Vannucci (Pistoia, 1913-Firenze 1984) dell’Ordine dei Servi di Maria, ha vissuto come protagonista silenzioso la storia del cattolicesimo italiano della seconda metà del ventesimo secolo, attraversandone con faticosa, dolorosa lealtà le contraddizioni e la crisi.
La sua grandezza è apparsa in tutto il suo rilievo solo dopo la morte, attraverso la pubblicazione postuma di una quantità di opere, di cui questa che presentiamo è certamente una delle più importanti. Sono qui raccolte le Lezioni sull’Alchimia e quelle sull’Anno liturgico che Vannucci tenne all’Eremo di San Pietro alle Stinche
nell’inverno 1980-1981: si tratta dunque di una delle ultime opere del religioso servita, frutto più maturo della sua lunga, appassionata ricerca a tutto campo nel regno dello spirito. Troviamo qui illustrata una tesi per molti versi paradossale e sconvolgente: la liturgia cristiana deriva dall’ermetismo antico, attraverso la mediazione dell’alchimia, verso la quale si ha perciò il grosso debito di aver mantenuto vivo, nascostamente, l’insegnamento della tradizione ermetica, da quando, con la chiusura della Scuola di Atene, la filosofia classica fu messa al bando dall’Impero romano diventato cristiano e braccio armato della Chiesa ormai vincitrice sul paganesimo. Seguendo questo filo conduttore, appaiono in una luce completamente nuova molte delle pratiche di quella liturgia cristiana cui l’uomo contemporaneo non partecipa più, anche perché non comprende nel suo vero, profondo significato.
Uno strumento di riflessione contemplativa, che, attraverso il commento dei testi liturgici festivi dell’anno a, accompagna a riscoprire il valore di un ascolto che dia forma alla coscienza.
L'autore, "seguendo la traccia liturgica dell'antico ordinamento delle domeniche dopo la pentecoste, mette a disposizione di ogni uomo di buon volere pietre vive per la costruzione in sè di un "tempio dello spirito" e per l'edificazione del tempio più vasto che ha in confini di un un'umanità dove cala, creatore e suscitatore di energie dirompenti, lo Spirito. Con queste brevi pagine, l'autore "ci fa attraversare in modo sicuro l'esperienza della fede, ci porta sulla sogllia dove, tenendo aperto gli occhi contemplativi sull'immensa volta del Tempio risorto, un'onda di ispirazione e di fecondità, un salutare flusso di purificazione ci investe per una novità di vita che anticipi la nostra speranza". (dalla Presentazione di E. D'Agostini)
Alla vigilia del ‘68 un gruppo di studenti universitari invita padre Giovanni Vannucci a un confronto con lui sui temi della fede, della vita e dell’impegno sociale. Cinquant’anni dopo riemergono da un cassetto le trascrizioni di alcuni di quegli incontri. Nel rileggerle, gli studenti di allora, ormai approdati alla pensione, si rendono conto di quanto quelle parole abbiano accompagnato, sostenuto e orientato tutto il loro percorso umano e professionale. Nasce la decisione di condividere in un libro il frutto di quegli incontri, offrendo a tutti quelle parole che hanno cambiato la loro vita.
Giovanni Vannucci, Nato a Pistoia nel 1913, Giovanni Vannucci ha percorso i 71 anni della sua esistenza da “pellegrino dell’assoluto”. Frate nell’Ordine dei Servi di Maria, è stato studioso e insegnante di materie bibliche e di storia delle religioni. Protagonista negli anni Cinquanta e Sessanta del Rinascimento spirituale fiorentino con David Turoldo, Lorenzo Milani, Ernesto Balducci, ha vissuto, come loro, le dure resistenze di una Chiesa che non sapeva accettare uno sguardo così aperto e profetico. Nel 1967, alle Stinche, in un angolo nascosto del Chianti, ha trovato il suo frutto maturo: un eremo dove vivere e accogliere ogni persona in uno stile armonioso e libero. Il 18 giugno 1984 un infarto lo ha messo in contatto diretto con quel Dio cui si è rivolto per tutta la vita. Ma non ha interrotto il suo cammino sulla terra: dal seme delle sue idee continuano a nascere frutti preziosi.
«L’esperienza del tempo, il suo valore, il suo significato interpretato dalle grandi religioni. Dentro queste coordinate, un’esposizione che procede per intuizioni più che per incedere sistematico. Ricorsi storici, movimenti pendolari delle ere, significati zodiacali s’intrecciano nel caleidoscopico universo di conoscenze del “servita”» (Il Regno).
Il testo prende spunto da una serie di meditazioni sui primi capitoli della genesi. Da qui l'attore spazia nel vasto mondo del simbolismo e degli archetipi dell'esperienza religiosa come la dualità, il femminile, il corpo, la coscienza, di cui Vannucci è stato esperto conoscitore e qualificato studioso.
I temi della creazione, del peccato, della salvezza acquistano nuove prospettive di significato, offrendo del testo biblico una chiave interpretativa al doppio ostacolo del rifiuto materialistico e del elettoralismo ingenuo.
Quattro meditazioni inedite di Padre Vannucci ci introducono nel cuore del momento decisivo nella vita di ogni credente: il momento in cui cerca un contatto con l'Infinito. Che cos'è la preghiera? Come si prega? A cosa serve pregare? Pregare non serve a domandare ma a rendere più intensa la nostra vita.
Pagine ardenti, libere e liberatrici, scritte da un uomo la cui sperimentazione mistica e la cui piena umanità gli permettono uno sguardo che va "oltre" e che ci invita "oltre". Dense, ma insieme semplici, sono queste le pagine che attendono oggi i credenti per ritrovare l'energia interiore che si sostituisca alla loro stanchezza e alle loro debolezze per un cammino di ardita comunione col destino dell'umanità intera.
La natura dell'uomo, che crede nella risurrezione di Cristo, viene trasmutata dall'azione fecondatrice di Dio. Le tendenze inquinate del suo essere sono lentamente abolite; le aridità mentali, fecondate; le ferite, contratte nel duro combattimento dell'esistenza, guarite; le durezze emotive, disciolte dal nuovo alito di amore; la rigidezza implacabile della ragione, disgelata dalla luce calda dello Spirito; il deviamento dei sensi, attratti dal fascino dell'esteriore, corretto dall'intima luce. Allora la vita è bellezza, gioia e libertà, allegrezza di ogni ora e sicurezza del sempre, e il tempo e lo spazio non hanno più alcun significato.
Un’esperienza spirituale monastica, eremitica, intensamente culturale e religiosamente profonda, è tradotta in quotidianità orante, semplice, creaturale di fronte al Dio che, con la sua presenza diffusa nel tempo e nelle cose, suscita, risveglia e approfondisce la coscienza dell’uomo, innalzandolo fino alla maturità della comunione con il divino.
Giovanni Vannucci
Fu monaco nell’ordine dei Servi di Maria. Inserito nella ricca fioritura culturale, religiosa e civile di Firenze fin dal 1952, ha rappresentato una delle voci profetiche di quel periodo. Nel 1967 diede corso a un’esperienza nuova nell’eremo di S. Pietro alle Stinche nel Chianti, tentando di esprimere nella temperie attuale le grandi intuizioni spirituali del monachesimo. Di vastissima cultura, unendo nel suo linguaggio le tradizioni spirituali d’oriente e d’occidente con saggezza e chiara lettura, Vannucci ha tracciato piste affascinanti per un’esperienza credente autenticamente universale, che dall’apertura fiduciosa alla verità porti alla libertà dello spirito. Libri di Vannucci nelle collane di Servitium: Libertà dello spirito, La parola creatrice, La ricerca della parola perduta, Pellegrino dell'Assoluto, Risveglio della coscienza, Verso la luce, La Vita senza fine, Mistero del tempo, il tempio dello Spirito, Preghiera alle Stinche.