L'attenzione ai segni illuminanti della liturgia, il richiamo costante alla qualità del vivere e all'essenzialità dei linguaggi di relazione, la fedele volontà d'ascesa verso la conoscenza e la trasfigurante visione, le forme sempre più pure di dire la somiglianza, di riflettere l'immagine divina archetipica, l'affascinata e stupita apertura verso il sapere universale, le culture, le differenti esperienze d'incontro con il mistero dell'esistenza divina, immanente e trascendente, lo stato orante coltivato come atteggiamento globale e continuo, "così misurato, così silenzioso", sono i tratti del fortissimum genus di monaco, di cui padre Giovanni ci ha lasciato stimolante e insieme dolcissima nostalgia: "Era essenziale come i radi casolari e i geometrici vigneti del paesaggio dove si era ritirato a vivere. Nascosto e solitario; austero e aristocratico come il suo eremo" scrive di lui David M. Turoldo.
Un testo inedito di Padre Giovanni Vannucci pubblicato a 25 anni dalla sua scomparsa. Prefazione di Ermes Ronchi.
Sono istanti "contemplativi" più che preghiere e riflessioni quelli che vengono qui proposti. Vannucci le chiamerebbe "calma delle soste", momenti raccolti nell'incanto del principio, nel seno della "Parola creatrice". Vi è una sapienza che dilata il cuore, dà respiro alla mente, sapore ai gesti, solleva la quotidianità dal banale, immette nell'immensità del divino e dell'umano insieme.
Le religioni sono come i raggi di una ruota: tutti puntano verso il centro". Cosi si sintetizza il tema di un ciclo di incontri sulla storia delle religioni. "
Una conferenza su Gandhi che il monaco Giovanni Vannucci tiene per un gruppo di giovani scout diviene l'occasione per avvicinare il pensiero del Mahatma al nostro vivere quotidiano e fare della nonviolenza un obiettivo di vita. Un incontro con un gruppo di giovani scout sulla figura di Gandhi diviene per Giovanni Vannucci l'occasione per avvicinare lo spazio geografico e storico che divide la storia del Mahatma dal nostro quotidiano: il suo cammino alla ricerca della verita diviene un itinerario possibile per ciascuno di noi, nel mondo attuale. Il messaggio di Gandhi, che padre Giovanni raccoglie e consegna ai giovani che lo ascoltano, contiene un invito forte e incisivo: l'invito a cambiare questo mondo egocentrico e violento attraverso la costruzione di realta nuove, diverse, alternative. Questo e il cammino della nonviolenza.
Si tratta di quattordici meditazioni tenute da padre G. Vannucci alle monache benedettine del monastero di Pontasserchio (Pisa) durante l'Avvento del 1973. Quello che l'autore propone in queste meditazioni è un itinerario che porti il Logos, il Verbo eterno di Dio, a nascere nella nostra anima, nascita che, sottolinea padre Vannucci, avviene nella notte, nel silenzio, quando sono scomparsi o tacciono i moti più esteriori dell'anima, i sentimenti, le passioni, i legami contingenti. Presentazione di Marco Tannini.
Per Vannucci tre sono le dimensioni del nostro conoscere e amare: quella fenomenica, con cui costruiamo la nostra esperienza e alla quale attingiamo per le nostre scienze, per i nostri bisogni e interessi quotidiani; quella razionale, con cui organizziamo, induciamo ed esprimiamo tutto il nostro sapere e il nostro vivere alle dimensioni dell'universo e dell'uomo terrestre; quella mistica con cui intuiamo il mistero nascosto fin dall'inizio nella parola creatrice e che ci porta nel trascendente.
Testo di una settimana di esercizi spirituali tenuto da p. Vannucci. Rappresentano una delle cose piu compiute e piu belle tra le molte che p. Vannucci ci ha lasciato. Si chiamano esercizi spirituali. Ma sono piuttosto incontri sulla fede, la speranza, l'amore. Dovrebbero essere riservati ai religiosi, e invece si aprono a ogni persona che giorno per giorno cerca di dare un senso alla propria vita. Giovanni Vannucci tenne queste meditazioni nel 1965. Quarant'anni dopo la novita e la freschezza di quegli incontri restano intatte: le sue parole sono ancora proiettate nel nostro futuro.
Una raccolta di omelie tenute da P. Giovanni Vannucci all'eremo delle Stinche tra il 1973 e il 1977, da cui emerge lo stile aperto e innovativo di questo monaco.
Raccolta delle prediche che Padre Giovanni Vannucci teneva nella piccola chiesa delle Stinche. Quando padre Giovanni Vannucci chiudeva la Bibbia e cominciava a raccontarla, qualcuno, senza farsi vedere, accendeva un registratore. Era un clic quasi impercettibile, eppure si sentiva nella piccola chiesa delle Stinche dove si muoveva solo il fiato dei presenti: era il tasto che accendeva il futuro, quello che una volta premuto avrebbe portato padre Giovanni a parlare ancora. Questa volta per noi. Ora le sue prediche sono trascritte in questo libro.