«Perché avete usurpato il ruolo degli dèi che in altri tempi guidarono la condotta degli uomini, senza arrecare conforti soprannaturali, ma soltanto la terapia dell'irrazionale. Perché il vostro centravanti vi fa gestire vittorie e sconfitte dalla comoda poltrona di cesari minori: il centravanti verrà ucciso all'imbrunire». Per tutelare l'incolumità della star calcistica dal delirio di un folle, il presidente della società chiama in suo aiuto Pepe Carvalho, che si vede così costretto in una nuova avventura barcellonese, in una città sconvolta dai lavori e dalle speculazioni per i Giochi Olimpici del 1992.
Pragmatico, concreto, amante dei piaceri della carne ben più che dello spirito, Pepe Carvalho è suo malgrado coinvolto in una serie di indagini su casi misteriosi, storie, per l'appunto di fantasmi. Giovani donne che appaiono e scompaiono, navi fantasma e personaggi che sembrano essere quello che non sono verranno però smascherati dal popolare detective. Il cinico e disincantato Pepe Carvalho, che non crede ai fantasmi, per non smentire la sua indole materialista, ne proverà l'esistenza.
Ancora una volta, una manciata di storie di qualità con cui Manuel Vázquez Montalbán ci sorprende mediante le capacità di chiaroveggenza politica e la passione per le vicende umane che da sempre hanno caratterizzato l'intera sua opera. Perché, anche qui, di Carvalho si tratta: dei libri una volta forse amati che Pepe brucerà, di spie, baccalà e vini, di violenza suicida e luoghi di una Barcellona sempre più scomparsa, insieme a rivoluzioni sbiadite e critiche feroci, ricche di quella lucidissima ironia che contraddistingue il nostro autore; senza tralasciare un'Italia che tanti di noi hanno vissuto e che tuttora serpeggia con ben scarsi mutamenti nei sotterranei del potere. A chiudere questo volume, un monologo teatrale in cui il nostro detective affronta l'autore rimproverandolo per la sfacciataggine con cui lo ha condotto sino alla fine di un millennio che irrimediabilmente li vorrà separare.
Un giorno si presentano nell'ufficio di Pepe Carvalho tre individui che lo incaricano di ritrovare Luis Roldán, ex capo della Guardia Civil e delegato del governo in Navarra del PSOE. I tre dichiarano di essere di Saragozza, di essere appassionati cacciatori e di avere affidato a Roldán i loro averi, accumulati in modo non propriamente legale, per acquistare una tenuta di caccia in Kenya. Affiancato dal fido Biscuter, Carvalho cercherà il fuggiasco fin nelle viscere della città, in quel fiume sotterraneo e putrido che alimenta politica ed economia.
"Tatuaggio" è il primo romanzo poliziesco della serie di Pepe Carvalho e va considerato una specie di presentazione del curioso detective galiziano, della sua bizzarra filosofia e del suo mondo. Pepe viene ingaggiato dal signor Ramon per scoprire l'identità di un cadavere senza volto ripescato in mare a pochi chilometri da Barcellona. Unico indizio: un inquietante tatuaggio ... "Sono nato per rivoluzionare l'inferno".
Il detective privato Pepe Carvalho questa volta è alle prese con il mistero di un manager, da lui conosciuto per puro caso anni prima negli Stati Uniti, trovato morto nei dintorni di Barcellona. Nella tasca del cadavere l'assassino, in segno di sprezzo e per depistare le indagini, ha infilato un paio di slip da donna. Tanto basta alla polizia per etichettare il delitto come l'eliminazione del cliente molesto da parte del protettore di una prostituta infastidita. Ma l'arguto Carvalho, ingaggiato dalla vedova del manager perché chiarisca il caso con la massima discrezione, scopre inevitabilmente un'altra verità... ben più scomoda.
Sul palcoscenico più che moderno della Barcellona degli anni Ottanta dentro bar alla moda e per ramblas, si riuniscono alcuni intellettuali di mezza età che furono antifranchisti e vivono rannicchiati nelle pieghe dell’industria culturale e della fabbrica del consenso. Sullo sfondo, ma poi sempre più al centro, è la figura del protagonista, Rosell, un musicista la cui carriera era stata interrotta dal ripudio morale della dittatura, e della sua «ombra», il compositore Doria, che invece ha raggiunto la notorietà rifiutando ogni impegno e accettando il compromesso. È nei decenni che questo contrasto si articola, rappresentando i due personaggi antagonisti come in realtà l’uno alter ego dell’altro. Il racconto del pianista si articola in tre momenti, dalla Spagna degli anni Ottanta si ritorna indietro nel tempo, nella Barcellona anni Quaranta; Rosell è disorientato, reduce dalla galera franchista, mentre di Doria giungono dall’estero gli echi del suo successo e dei suoi contatti con il regime di Franco. I fili del racconto si chiariscono definitivamente con un nuovo salto indietro nel tempo. Siamo a Parigi nel 1936, i due amici vivono nell’ambiente delle avanguardie politiche culturali, ma le discussioni sull’arte e la musica vengono spazzate via dalla notizia della guerra civile in Spagna: è l’ora della scelta, il momento di decidere se essere tra «quelli che seppero smettere di essere franchisti in tempo e quelli che seppero essere antifranchisti in giusta misura e al tempo giusto». Il contrasto tra i due, il pianista costretto ad interrompere la propria carriera e il musicista che ha raggiunto il successo, si fa metafora di un bilancio politico e morale di un’epoca ambigua e di gravi dilemmi.
"A diciassette anni - rivela Manuel Vázquez Montalbán - avevo letto la storia di questo personaggio basco arrestato a New York, torturato e poi fatto sparire perché aveva scritto una tesi di dottorato sul dittatore Trujillo. E mi pareva terribile che queste cose potessero essere successe in piena Fifth Avenue. Per questo, molti anni dopo scrissi questo libro che tratta soprattutto dell'impunità del potere". Jesús Galíndez fu visto per l'ultima volta alle 10 del 12 marzo del 1956 a Manhattan, mentre entrava nella metropolitana della Quinta Strada. Lì scomparve, rapito - come poi risultò - torturato e ucciso dagli agenti di Rafael Trujillo, dittatore della Repubblica di Santo Domingo. A New York era giunto come rappresentante negli Usa del Partito nazionale basco in esilio, insegnava alla Columbia University, ed operava con la Lega per i diritti umani oltre che con associazioni di scrittori. Prima degli Stati Uniti, aveva insegnato a Santo Domingo. Aveva combattuto nella guerra civile spagnola dalla parte dei repubblicani, e forse collaborato con i servizi segreti americani fino alla Guerra fredda e al riconoscimento da parte americana del governo franchista. Dopo, i suoi rapporti con il governo americano erano cambiati. Vázquez Montalbán non seguì la via della ricostruzione storica, preferì ricorrere al romanzo.
Una ragazza bonaerense bellissima, destinata a diventare l'Emmanuelle argentina, fugge in Spagna inseguita dai militari. Anni dopo, il cadavere di una barbona assassinata viene ritrovato a Barcellona. Carvalho, insieme al fidato Biscuter, dovrà chiarire inquietanti misteri che coinvolgono il giudice Garzón, l'ispettore-semiologo Lifante, tutta una serie di emarginati e un nucleo di alleanze segrete tra diversi stati. La Barcellona crepuscolare del Barrio Chino sta ormai diventando la città del design mentre, un po' dappertutto, nuovi cadaveri spuntano come funghi velenosi. E, sempre presente, il tango. A dieci anni dalla sua scomparsa, torna Manuel Vázquez Montalbán con un romanzo inedito della serie Carvalho, quasi un prologo al "Quintetto di Buenos Aires", ritroviamo qui personaggi, stile e temi ricorrenti nell'opera di Manuel Vázquez Montalbán, come la buona cucina, la figura di Pepe antieroe sexy, o il Biscuter consigliere-intellettuale-modernizzatore.
Un ragazza bonaerense bellissima, destinata a diventare l'Emmanuelle argentina, fugge in Spagna inseguita dai militari. Anni dopo, il cadavere di una barbona assassinata viene ritrovato a Barcellona. Carvalho insieme con Biscuter, ormai diventato suo socio, dovrà chiarire una serie di misteri che coinvolgono dal giudice Garzon, all'ispettore-semiologo Lifante, a tutta una serie di emarginati e a un nucleo di alleanze segrete tra diversi Stati. La Barcellona crepuscolare del Barrio Chino sta ormai diventando la città del design mentre, un po' dappertutto, nuovi cadaveri spuntano come funghi avvelenati. E, sempre presente, il tango. Carvalho riassume, tra un libro bruciato nel caminetto e una nuova ricetta di cucina, avendo ormai scoperto l'intera trama del Male: "Chi è l'assassino? La Storia, la guerra sporca. Il passato. Il passato è il luogo dove si trovano le cause, vale a dire, i colpevoli. Vogliono un mondo senza colpevoli e quando questo diventa impossibile, quando il passato risuscita la colpa, i colpevoli uccidono di nuovo, ridiventano quello che erano sempre stati. Assassini".