Di Agostino d'Ippona si ricorda sempre che in gioventù era stato un professore di grammatica e retorica, eppure nell'abbondantissima letteratura su di lui scarseggiano gli studi che indagano la sua figura di filosofo del linguaggio. I sei interventi raccolti in questo libro mettono in luce alcune sfaccettature del suo pensiero semiotico-linguistico, che ha esercitato un influsso profondo sulla cultura occidentale, e ragionano su temi quali il ruolo dei segni, l'apprendimento linguistico, la natura della frase, il rapporto fra tempo e linguaggio, la persuasione. La prospettiva storico-teorica che li unifica, senza alcun intento di completezza, fa del libro un interessante invito alla lettura.
Dagli Atti degli Apostoli alla Rivoluzione francese, dalla realtà linguistica dell'Italia a padre Brown, dai Puffi a Sciascia a don Milani, da Buttitta al nuovo millennio ai corrispondenti di provincia, gli scritti raccolti in questo libro indagano su testi, storie, parole, persone. Sono come altrettante notizie di segni vari, raccolte ai margini delle pratiche linguistiche. Nella continua diversione di argomenti, la ricerca semiotica diventa passione per il linguaggio, esercitata senza specialismi, nella convinzione che la maniera migliore di segnalarsi per uno studio è di riuscire a segnalare al lettore qualcosa di interessante.