Vescovo di una piccola città della Bizacena durante la dura dominazione del re vandalico filo-ariano Unerico, Vigilio fu tra i partecipanti alla drammatica conferenza di Cartagine convocata nel febbraio 484, che metteva a confronto cattolici e ariani. Proprio da questo contesto nasce l'opera principale attribuita a Vigilio, il Dialogus contra Arianos, Sabellianos et Photinianos, in tre libri, in cui il dialogo tra un cattolico e tre esponenti eretici - anche se l'interesse principale dell'autore è soprattutto in chiave antiariana - ha lo scopo di confutare un'eresia per mezzo dell'altra. Facendo riferimento a una tradizione consolidata e prendendo a modello in modo particolare La fede di Ambrogio, Vigilio scrive un'opera caratterizzata da una grande moderazione di toni nei confronti degli interlocutori, destinata a istruire un pubblico di buona preparazione teologica sulle verità di fede, convincendolo da un lato della coerenza del cattolicesimo con le Scritture, dall'altro della sua ragionevolezza, diversamente dalle contraddittorietà delle tesi degli awersari.