La mediazione familiare in carcere è una possibilità, uno “strumento” che permette all’intero nucleo familiare del reo di gestire e vivere al meglio i nuovi equilibri che si sono generati dopo la detenzione. Secondo alcuni studi, un recluso che ha conservato i legami familiari rischia in percentuale tre volte meno la recidiva rispetto a un detenuto i cui legami familiari sono stati spezzati.
Questo volume intende offrire un modello di presa in carico totale della persona rea, coinvolta in un percorso di reinserimento sociale affettivo e genitoriale. L’ottica è quella di contenere il più possibile le recidive di reato, operando in rete con istituzioni e associazioni. Il progetto Mediamoci, sviluppato in seno all’associazione “Il Girasole” Onlus, è un interessante esempio di questa sinergia.
«Questo volume agile, che non tedia e non mira a colpire, contiene tanta vita. Si narra infatti del carcere – non omettendo i suoi aspetti dolorosi e contraddittori – e si racconta di esistenze intricate e sofferenti, si dicono le tappe articolate e le fatiche intense del lavoro relazionale con l’approccio della mediazione familiare.» Dalla postfazione di Silvia Landra
La disgregazione contadina in Camerun porta i giovani verso le piccole citta, spesso imprigionadoli in bande e in uso di droghe. Esistono pero anche realta impegnate ed interventi educativi per aiutare i giovani ad un futuro migliore.