A immagini cupe e malinconiche, il poeta affianca i temi della bella giovinezza, della passione per la vita effimera, dell'amore. E tutto va a costituire una raccolta fortemente unitaria, nonostante la varietà degli argomenti e dei toni, che passano dal riso burlesco alla violenza dell'ironia, dagli accenti velenosi al lirismo. Prefazione di Fabrizio De André.
Francois de Montcorbier nasce a Parigi nel 1431; rimasto orfano di padre, assume il nome del suo tutore, Guillaume de Villon. Segue gli studi universitari, fino a diventare maitre es arts nel 1452, e lavora come scrivano. Nel 1455, nel corso di una rissa, uccide un prete ed è costretto alla fuga. Rientrato a Parigi è coinvolto in un furto al Collegio di Navarra. Questi sono i primi della serie di analoghi episodi che costelleranno la sua vita. Dopo il 1463 non si hanno più sue notizie. La sua prima opera è "Il lascito", che il poeta dichiara di aver scritto nel giorno di Natale del 1456, lo stesso del furto del Collegio di Navarra. Nel 1462 compone il suo testo più famoso, "Il testamento".