C'è stato un tempo in cui le spiagge erano un luogo di riposo. Nell'era del turismo estremo e dei cambiamenti climatici i viaggiatori hanno però bisogno di altre emozioni. A Kukulcan, in Messico, si innalzano ormai hotel fantasma, costruzioni fatiscenti, infestate da piante e topi, battute da una pioggia pressoché incessante. In questa atmosfera di devastazione e agonia, Mario Müller inventa un'ultima, visionaria possibilità di guadagno, il piacere della paura, e nell'hotel che dirige, La Piramide, offre ai propri ospiti pericoli controllati, per trasformare le loro ansie in realtà collaudata: simulazioni di sequestri, ragni velenosi, finte guerriglie. Ma, come sempre accade, non tutto va per il verso giusto e un giorno qualcuno muore.
Ci sono libri con una forte personalità. Libri che si scelgono i lettori, e non viceversa. E libri che rifiutano di farsi leggere.
Juan, quattordici anni, trascorre le vacanze dallo zio Tito, il bibliofilo più pazzo del mondo. Nel labirinto della sua biblioteca Juan scopre che i libri hanno una vita propria. Alcuni addirittura cambiano contenuto a seconda di chi li legge. Altri, invece, si nascondono. Come Il libro selvaggio, che si lascerà leggere da una sola persona, da un lettore speciale.
Perché leggere è un atto creativo. I libri sono magici. I libri sono vivi. E sono tutti diversi, come noi.
Juan Villoro, scrittore, traduttore, giornalista e professore universitario, è uno dei più attivi e importanti intellettuali messicani contemporanei; punto di riferimento dell’impegno sociale nel suo Paese e in tutti quelli di lingua spagnola, ha da poco ricevuto il Premio di Giornalismo Rey de España per un’inchiesta sul narcoterrorismo messicano. Tra gli altri riconoscimenti spiccano il Premio Villaurrutía nel 1999, il Premio Herralde de Novela nel 2004 e, nel 2007, il Premio di Narrativa Antonin Artaud dell’Ambasciata di Francia.