Qoèlet, Salomone secondo un'antica tradizione, figlio di Davide, Re di Gerusalemme, amante della regina di Saba, autore di uno dei libri più misteriosi della Bibbia, racconta il dialogo tra gli uomini e Dio sulle radici dell'odio, della violenza, della guerra. Il confronto - a tratti struggente, a tratti crudele - è una meditazione di forza e speranza sul mistero del male, sulle fatiche degli uomini e di Dio per separarsene, sulla necessità di un'alleanza per sconfiggerlo. Il male sta prima di Dio? E Dio è una rivolta contro l'autodistruzione che è il male? Un'alleanza fra l'energia creativa degli uomini e quella di Dio potrà, un giorno, far arretrare il male e renderlo periferico?
"Ricostruire la vicenda dei recenti rapporti tra mafia, politica e giustizia è impresa non da poco, soprattutto per i contrasti che oggi avvelenano il rapporto tra le istituzioni. Uno dei pochi in grado di farlo è Luciano Violante". (Daniele Rocca, L'Indice). "Tornare a mettere la lotta alla mafia al centro dell'iniziativa politica per il rinnovamento del paese. Tornare a osservare da vicino Cosa Nostra, non facendosi ipnotizzare dall'assenza dei delitti e delle stragi. Tornare a incalzare il governo su un tema che negli ultimi tempi è stato depotenziato se non addirittura occultato. Luciano Violante passa al setaccio dieci anni di criminalità organizzata e ci spiega perché la mafia è una questione ancora aperta". (Saverio Lodato, l'Unità)
Violante affronta il tema delle nuove geografie politiche nell'età della globalizzazione e dei profondi squilibri a queste connesse. Caduto il muro di Berlino, il pianeta è dominato dall'egemonia americana, dalle sue logiche economiche e dai suoi stili di vita. La contrapposizione frontale tra Occidente e Islam concorre a scardinare i precari equilibri costruiti nel tempo fra Occidente e paesi arabi moderati e ridà fiato agli ideali di una nazione islamica vittoriosa, dove politica e religione finiscono per istigarsi reciprocamente.
La lotta contro la mafia ha avuto un andamento ciclico. Prima il grande omicidio politico; quindi, indignazione, reazione, nuove leggi, nuovi arresti, nuovi processi. Poi la disattenzione. Dopo la disattenzione fioriscono le assoluzioni e gli interventi che riprendono a favorire la mafia. Si torna alla convivenza; ma ci sono magistrati, imprenditori, politici che, obbedendo alla propria etica professionale, non la accettano. Sinora ogni ciclo è durato circa dieci anni, è iniziato e si è concluso con omicidi eccellenti.