Attraverso i commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno liturgico, il testo accompagna il cammino di fede del credente. Lo stile discorsivo, ma incisivo e provocatorio, di don Alberto Vitali - unito alla profondità con cui accosta la Scrittura - aiuta il lettore ad accoglierla nella propria vita come lo specchio su cui si deve riflettere se ci si vuole dire cristiani. Tipico di don Alberto è l'apertura al popolo delle periferie: gli emarginati, gli immigrati, i «non considerati» dalla società, gli esclusi, secondo lo spirito di papa Francesco Utile per uso personale di ogni credente, è altresì adatto per sacerdoti o per i gruppi liturgici che vogliano approfondire la Parola.
Una biografia asciutta, diretta e critica: è quello che si ritrova il lettore leggendo le pagine di questo libro. Asciutta, perché don Alberto, profondo conoscitore di Romero, non perde tempo né spreca parole: descrive a tratti essenziali l'avventura umana e spirituale del vescovo martire salvadoregno. Diretta, perché nel suo stile, l'Autore non fa giri di parole, ma racconta Romero e ne fa sentire la voce, anche attraverso la riproposizione di alcuni suoi scritti. Critica perché Romero e la sua canonizzazione, il riconoscimento della sua uccisione come martirio, sono una sfida ecclesiale: dicono un modo particolare di essere Chiesa, di difendere i figli di Dio, di farsi voce di chi non ha voce; parlano di una pastoralità nuova e tutta da riscoprire.
Attraverso i commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno liturgico, il testo accompagna il cammino di fede del credente. Lo stile discorsivo, ma incisivo e provocatorio, di don Alberto Vitali - unito alla profondità con cui accosta la Scrittura - aiuta il lettore ad accoglierla nella propria vita come lo specchio su cui si deve riflettere se ci si vuole dire cristiani. Tipico di don Alberto è l'apertura al popolo delle periferie: gli emarginati, gli immigrati, i "non considerati" dalla società, gli esclusi, secondo lo spirito di papa Francesco.
Il volume, attraverso i commenti alle letture della domenica, delle Solennità e di alcuni momenti-forti dell'anno liturgico, accompagna come valido sostegno il cammino di fede del credente; cammino ritmato dalle tappe liturgiche dell'Anno A. Lo stile semplice e discorsivo, ma incisivo e provocatorio, di don Alberto Vitali - unito alla profondità con cui accosta la Scrittura e la legge - accompagna nel cuore della Parola, aiutando il lettore a comprenderla e ad accoglierla nella propria vita come lo specchio su cui ci si deve riflettere se vogliamo dirci cristiani. Particolarmente utile per uso personale di ogni credente, è altresì adatto per sacerdoti che vogliano ricevere spunti per l'omelia o per i gruppi liturgici che vogliano approfondire la Parola per preparare monizioni.
Il 24 marzo 1980 Óscar Arnulfo Romero, l'arcivescovo di San Salvador, venne assassinato mentre celebrava l'Eucaristia. Morte annunziata, per il suo popolo. Negli ultimi tre anni Romero era divenuto la «voce di denunzia più lucida e attendibile del Paese»: punto di riferimento obbligato e il solo capace di rendere la dignità rubata a migliaia di vittime, passate alla storia. Per comprendere la sua figura è necessario guardare al suo popolo. Lui, infatti, mai sarebbe diventato profeta se non gli fosse toccato d'essere vescovo di un popolo già profetico, né mai avrebbe avuto il coraggio di arrivare fino al martirio, se non gli fosse toccato d'essere vescovo di tal popolo martoriato.
Luigi Bettazzi: una traiettoria esistenziale nella prospettiva della pace. Dall'educazione familiare agli studi di teologia e filosofia, prima a Roma poi a Bologna. Dalla scoperta di una lettura "diversa" della filosofia tomista, ispiratrice di un'apertura positiva e multiculturale agli orizzonti dischiusi dal pontificato di Giovanni XXIII e dal Vaticano II. Nomina a vescovo di Ivrea, dove affrontò i problemi concreti del mondo del lavoro. E finalmente gli anni vissuti con Pax Christi, prima come presidente della sezione italiana e dell'internazionale, ora come presidente del Centro Studi-economico sociali per la pace. Per Bettazzi la pace non è un ideale astratto, coniugabile secondo le occasioni in una teoria filosofica, un'immagine teologica o uno slogan movimentistico, ma un progetto storico, ispirato da Dio.
Samuel Ruiz García (1924-2011) è stato una eccezionale figura di vescovo vicino alla sua gente. Gli indios chiapanechi del Messico lo hanno "insignito" del loro titolo più onorifico - "tatic", padre - e nominato "portavoce a vita dei popoli indigeni". Pastore per cinquant'anni della diocesi di San Cristóbal de las Casas, il suo cammino s'intrecciò, dal 1994, con quello del nonviolento esercito zapatista del subcomandante Marcos. Fu allora che salì alla ribalta internazionale anche il nome di don Samuel. Il libro ne ricostruisce la biografia, inquadrandola nella plurisecolare e silenziosa resistenza degli indigeni messicani e nella scia degli uomini di chiesa che presero le difese delle popolazioni locali. Come quel fra Bartolomé de las Casas, autore della "Brevissima relazione della distruzione delle Indie", di cui Tatic fu successore nella stessa sede episcopale.
La violenza che ha insanguinato il mondo nel primo decennio del nuovo millennio ha rivelato una volta di più l’urgenza di adottare metodi non violenti per la soluzione dei conflitti, nell’estremo tentativo di salvaguardare l’umanità da tragedie sempre più grandi.
La pace con Dio, con gli altri e con l’intero creato è infatti l’obiettivo unificante di tale progetto; la meta cui tendono prima la creazione poi la salvezza in Cristo, come dice l’Apostolo: creati in lui, che «è la nostra pace», veniamo «rappacificati per mezzo di lui con tutte le cose che stanno sulla terra e nei cieli». Le pagine che seguono potremmo perciò definirle «una ricerca delle tracce della pace di Gesù nella Bibbia». Prima e dopo di lui.
La Bibbia, è così, parla di molte cose e ognuno può trovarci quello che vuole. Anzi, della violenza parla persino più della pace. Le pagine che seguo- no, pertanto, non sono uno studio esegetico sulla violenza e sulla pace nella Bibbia e nemmeno una trattazione teologica sull’illiceità del ricorso alla violenza per quanti si professano cristiani. Più semplicemente, vogliono essere lo spunto per una ricerca personale e appassionata, che permetta a ciascuno di scoprire la centralità della pace nel progetto divino, così da diventarne ostinati costruttori e sentir pronunciare un giorno anche su noi la più bella delle beatitudini: «Beati i costruttori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio» (Mt 5,9).
Autore
Alberto Vitali (Bellano, 1964) è prete della diocesi di Milano dal 1988. Dopo due esperienze di pastorale giovanile, come vicario parrocchiale nella periferia e nell’hinterland milanese, dal 1999 ha rivestito diversi incarichi in «Pax Christi Italia», come coordinatore dei gruppi dell’Italia settentrionale e consigliere nazionale. Attualmente è segretario del «Centro Studi Economico-Sociali per la Pace» dello stesso Movimento, delegato dell’area internazionale per El Salvador C.A. e referente del progetto «Conflitti Dimenticati», che Pax Christi Italia realizza congiuntamente a Caritas italiana. Nel 1996 ha fondato l’Associazione Oscar Romero di Milano ed è coordinatore europeo del SICSAL, la rete internazionale dei «Comitati Oscar Romero» di solidarietà con i popoli dell’America Latina. Risiede presso la parrocchia di San Giovanni in Laterano a Milano, dove svolge una parte di servizio pastorale.
Il 24 marzo 1980 Oscar Arnulfo Romero, l’arcivescovo di San Salvador, fu assassinato mentre celebrava l’eucaristia. Il mondo ne restò sconcertato, ma per i salvadoregni non fu una sorpresa: la sua, infatti, era una morte annunziata. Da tre anni ormai, Oscar Arnulfo Romero si era trasformato nella «voce di denunzia più lucida e attendibile del paese»; punto di riferimento obbligato per chi volesse capire che cosa stesse davvero succedendo e il solo capace di rendere la dignità rubata a migliaia di vittime, che mai sarebbero passate alla storia.
Il suo omicidio aprì una porta sul baratro per il piccolo paese centroamericano: più di ottantamila morti, tra uccisi e desaparecidos, in dodici anni di guerra civile. Per comprendere la figura di Romero è necessario guardare anzitutto al suo popolo. Lui, infatti, non sarebbe mai diventato profeta se non gli fosse toccato d’essere vescovo di un popolo profetico già prima di lui. E non avrebbe mai avuto il coraggio di arrivare fino al martirio, se non gli fosse toccato d’essere vescovo di un popolo martire, molto più di lui.
Per accostare e approfondire la figura di questo pastore è perciò necessario considerare la storia sociale e politica di El Salvador. È quanto si propone l’autore in questa biografia, che si caratterizza per non fare del personaggio un mito, un «santino», un esempio di spiritualità avulsa dalla storia.
Punti forti
Il 24 marzo 2010 ricorre il 30° anniversario della sua morte.
Il volume documentata e attendibile, in cui ilpersonaggio è ben inserito nel suo contesto sociopolitico ed ecclesiale.
L’autore ha potuto consultare materiale inedito. In più: ci sono le testimonianze di chi lo ha conosciuto.
Prefazione di Luigi Bettazzi e Postfazione di Angelo Casati.
Destinatari
Per gli appassionati di personaggi storici.
Autore
Alberto Vitali (Bellano, 1964) è prete della diocesi di Milano dal 1988. Dopo due esperienze di pastorale giovanile, come vicario parrocchiale nella periferia e nell’hinterland milanese, dal 1999 ha rivestito diversi incarichi in «Pax Christi Italia», come coordinatore dei gruppi dell’Italia settentrionale e consigliere nazionale. Attualmente è segretario del «Centro Studi Economico-Sociali per la Pace» dello stesso Movimento, delegato dell’area internazionale per El Salvador C.A. e referente del progetto «Conflitti Dimenticati», che Pax Christi Italia realizza congiuntamente a Caritas italiana. Nel 1996 ha fondato l’Associazione Oscar Romero di Milano ed è coordinatore europeo del SICSAL, la rete internazionale dei «Comitati Oscar Romero» di solidarietà con i popoli dell’America Latina. Risiede presso la parrocchia di San Giovanni in Laterano a Milano, dove svolge una parte di servizio pastorale.