Il racconto, che intreccia dati sociali e ambientali a temi magici e mitici della tradizione popolare, riflessi di antiche credenze religiose a un crescente fatalismo tragico, muove dalla decadenza morale e materiale di Friedrich Mergel che viene trascinato al male da uno zio dai tratti demoniaci. Ma esso va ben oltre la vicenda di miseria, di omertà e di furti dettati dal bisogno e dalle disparità sociali, per incentrarsi tutto sull'omicidio dell'ebreo Aaron, sulle motivazioni del gesto assassino, e soprattutto sulla condanna che, dopo ventotto anni, attende implacabile il colpevole nello stesso luogo del delitto. Ed è proprio l'albero, il grande faggio che dà il titolo al racconto, il simbolo forte del male e, insieme, della giustizia.