Un testo inedito ovunque, trascurato, quasi dimenticato negli archivi Lilly dell'Indiana University e riemerso solo grazie a un labile indizio bibliografico, che ha segnato un punto d'incontro tra due straordinari artisti del Ventesimo secolo. Siamo nel pieno della seconda guerra mondiale, Orson Welles è in crisi, ormai relegato ai margini della grande cinematografia. Ma il suo cervello continua a lavorare, e il progetto per un film tratto da questa storia incantata che l'ha folgorato sta per prendere forma. Addirittura pensa a una collaborazione con Walt Disney, per effettuare alcune sequenze a cartoni animati. Non vanno d'accordo, due geni sono troppi, e alla fine Welles rinuncia alla realizzazione del film. Ci rimane questa occasione di rilettura in chiave cinematografica, ancorché inattuata, di una storia che ormai appartiene a ogni generazione. Prefazione di Enrico Ghezzi.
Guy Van Stratten è soltanto un piccolo delinquente impegnato nel trasporto di merce di contrabbando. Durante uno scalo nel porto di Napoli si imbatte in un uomo che pochi istanti prima qualcuno ha ferito con un coltello. Prima di morire Bracco, questo è il suo nome, vuole regalare allo sconosciuto che cerca di soccorrerlo due nomi che potrebbero, dice, fare la sua fortuna: il primo è Gregory Arkadin, mentre l'altro, un nome di donna, risulta incomprensibile. Ma chi è Gregory Arkadin? Di lui si conoscono l'immensa ricchezza, le feste sontuose che organizza e la soggezione che incute il suo grande potere. Il suo volto è tuttavia sconosciuto e anche dell'origine della sua fortuna non si sa nulla. Van Stratten si mette sulle sue tracce cercando di fare breccia nel cuore della figlia Raina, ma a quel punto è lo stesso Arkadin a offrire all'avventuriero, forse soltanto per allontanarlo dalla ragazza, una missione che mai si sarebbe aspettato: svelargli il suo passato, ignoto perfino a lui. Per aiutarlo gli fornisce alcuni indizi da cui partire, ma forse la chiave di volta del mistero è proprio quel nome che le labbra di un moribondo non hanno saputo scandire.