L'atteggiamento di papa Pio XII nei confronti del genocidio nazista del popolo ebraico ha dato origine a un vasto e complesso dibattito che ha superato l'ambito propriamente storiografico, per coinvolgere ampia parte dell'opinione pubblica. Era il papa a conoscenza di quanto stava avvenendo nei campi di concentramento? Ha denunciato pubblicamente lo sterminio in atto? Sul tragico sfondo della Seconda guerra mondiale, un pontefice di indubbia levatura morale e intellettuale, nonché dotato di grande esperienza diplomatica, come Eugenio Pacelli, si trova di fronte a un angoscioso dilemma: denunciare apertamente, come molti chiedevano, lo sterminio degli Ebrei, anche a rischio di aggravarne ulteriormente la sorte, o evitare un intervento pubblico, senza tralasciare di soccorrere nel silenzio e generosamente i perseguitati? Quando le situazioni concrete si fanno complesse, diventa inevitabile, anche per un papa, compiere una scelta che difficilmente potrà raccogliere il consenso di tutti. Una scelta comunque legittima, operata secondo il proprio discernimento, pur nella prospettiva di alternative altrettanto plausibili.
“Ogni rinnovamento della Chiesa
consiste in una fedeltà più grande
alla sua vocazione.
La chiesa è chiamata
a questa continua riforma”
(Concilio Vaticano II, Unitatis Redintegratio 6).
Nell’intima costituzione della chiesa vi è un’esigenza continua di rinnovamento. La parola di Dio, che ogni giorno la alimenta, la spinge in questa dinamica positiva, vitale, di riforma. Lo stesso movimento, nel corso dei secoli, è però stato necessario anche a causa della presenza nella chiesa di inevitabili aspetti di decadenza che si sono sovrapposti alla freschezza originaria. Presentiamo qui un’antologia di testi, tra i principali appelli alla riforma lanciati ripetutamente nel corso del secondo millennio della storia della chiesa in occidente. Vi figurano sia esponenti cattolici sia alcuni protagonisti delle Riforme evangeliche, fino ad arrivare ai documenti del concilio Vaticano II, in cui si esprime con chiarezza che il processo riformatore potrà avere pieno sviluppo solo in una comune ricerca di fedeltà all’evangelo condivisa tra tutte le chiese.
Saverio Xeres, presbitero della diocesi di Como, insegna storia della chiesa presso lo Studio teologico del seminario diocesano di Como, presso la Facoltà teologica dell’Italia settentrionale e l’Istituto superiore di scienze religiose di Milano. Ha pubblicato vari contributi di storia della chiesa, sia generale sia locale, tra i quali La chiesa, corpo inquieto (Àncora 2003) e Chiaro di luna (Àncora 2008).