"Le strade si ramificano in strade più piccole e in sentieri ancora più piccoli", ha scritto Milan Kundera. "Per i sentieri vanno i boscaioli. Sulle strade ci sono panchine dalle quali si vede un paesaggio pieno di pecore e mucche al pascolo. È l'Europa, è il cuore dell'Europa, sono le Alpi." Daniele Zovi in questo libro si mette in cammino tracciando un itinerario che è anche interiore, alla scoperta di un mondo vicino e al tempo stesso lontano, simbolico e reale. Racconta gli erbari di Camillo Sbarbaro, lichenologo di fama internazionale oltre che poeta: dei veri e propri "campionari del mondo" perché, come scriveva, "far raccolta di piante è farla di luoghi"; e poi il passo del Monginevro, quello probabilmente attraversato da Annibale e i suoi elefanti; la luce del Monte Bianco descritta da Goethe; la comunità walser a Macugnaga; le sculture di Marco Martalar: leoni, aquile, draghi costruiti con i resti dei boschi devastati dalla tempesta Vaia. Osserva la natura, ascolta gli animali, scopre il silenzio, immagina le vite degli altri: quello che racconta è un percorso sentimentale e conoscitivo che appare inesauribile.
«Per me la neve è una secchia storia. una storia d'amore collettiva. C'era un periodo dell'anno in cui eravamo certi che sarebbe caduta, portando il silenzio e la gioia.» Per Daniele Zovi, nato tra le vette che incorniciano l'altopiano di Asiago. la neve fa parte del paesaggio della memoria. lo spazio fisico in cui Si muovono i nostri ricordi. Quello con dar snea - come la neve viene chiamata nella lingua cimbra dell'altopiano - è un amore iniziato fin da bambino, mentre osserva i fiocchi scendere lenti. e rimasto poi costante e appassionato in una vita di lavoro da forestale. Attraverso racconti personali e leggende, studi e dati scientifici. Zovi ripercorre in queste pagine la sua educazione alpina. Seguiamo i suoi passi lungo i sentieri innovati, dalle esplorazioni sugli sci dell'adolescenza, sulle montagne di casa, alle marce militari lungo le vie della Grande guerra. dai viaggi in Russia e sulle Ande fino alle pendici dei grandi ghiacciai himalayani, dove, incastonata nei cristalli, è conservata la memoria biologica del nostro pianeta. Tra i boschi e il ghiaccio, ci ritroviamo immersi in un mondo fantastico, fragile e silenzioso, di cui, in questi ultimi tempi, abbiamo cominciato a perdere esperienza: mentre ogni anno le precipitazioni nevose diminuiscono drammaticamente, Zovi compone un'autobiografia poetica, un omaggio a un mondo ogni giorno più precario: una spedizione di reco pero verso il proprio passato, e un urgente tentativo di salvaguardare la nostra storia, racchiusa nella neve.
Ale è una bambina curiosa. Quando una mattina si avvia in cerca di funghi con il suo papà, non sa che la aspetta un incontro molto speciale. Quale storia racconterebbero gli alberi se potessero parlare? Forse che non sono come gli uomini se li immaginano, e che la vita del bosco ha molti incredibili segreti da svelare. Una favola delicata per scoprire e rispettare il mondo naturale a firma di un narratore e divulgatore, esperto di foreste e animali selvatici. Età di lettura: da 6 anni.
Siamo abituati a guardare le piante che ci circondano con indifferenza. Nel millennio dell'iperconnessione, dei social, della corsa all'ultimo dispositivo tecnologico e della facilità di spostamento abbiamo perso il nostro rapporto con gli alberi. Lo sviluppo delle città ci ha portato ad allontanarci dalla natura: non conosciamo più i nomi degli alberi, non sappiamo capirne lo stato di salute, l'età, la storia né, spesso, accudirli. Recuperare un legame con gli alberi, imparare a conoscerli e amarli, tuttavia può essere un modo per ritrovare noi stessi, per metterci in contatto con le nostre radici. Zovi, esperta guardia forestale, con questo libro costruisce un trattato che è un manuale d'amore: ci spiega come gli alberi si muovono, cosa scoprire accarezzando 1a corteccia o come ascoltare un bosco in un giorno di vento. La ricerca dello spirito dei boschi, ci dice Zovi, è allo stesso tempo la ricerca del nostro spirito.