Il 5 novembre 1942, in piena seconda guerra mondiale, un aereo americano con cinque uomini a bordo è costretto a un atterraggio d'emergenza sui ghiacci della Groenlandia. Ingannevole fin dal nome, che significa Terra verde, la Groenlandia è una spessa coltre bianca che di verde non ha nulla. Inospitale anche perché soggetta alla Danimarca, che ora è nelle mani dei nazisti. Poco tempo dopo anche l'aereo inviato in soccorso, un B-17, soccombe a una tempesta. I nove uomini dell'equipaggio si trovano catapultati nell'inferno artico. Una seconda missione di salvataggio scompare invece letteralmente con i suoi tre uomini, senza lasciare tracce. Per cinque mesi i quattordici sopravvissuti devono combattere contro il gelo in attesa di nuovi soccorsi. Lottando contro fame e paura, depressione e solitudine, avendo come unico riparo caverne di ghiaccio o il moncone di un aereo, gli uomini aspettano una salvezza che si fa sempre meno certa. Non sanno ancora che la loro vita è in mano a un uomo, un eroe, che rifiuta di abbandonarli e mette a punto un piano folle per trarli in salvo.
Maggio 1945. Un velivolo militare statunitense con ventiquattro passeggeri a bordo precipita in un punto isolato e irraggiungibile della Nuova Guinea. Sopravvivono solo tre passeggeri, due uomini e una donna. Invisibile tra gli alberi, un gruppo di indigeni li osserva. "E poco dopo la giungla si anima. Decine di uomini dalla carnagione scura e dai corpi lucidi di grasso di maiale, armati di asce, spuntano dalla boscaglia. Avevano addomesticato il fuoco, ma non conoscevano ancora la ruota. Sapevano contare fino a tre e indicavano tutto ciò che superava il tre con la parola "molti". Credevano che la luna fosse un uomo, e il sole sua moglie. Per onorare i loro defunti, mozzavano le falangi alle ragazze e mangiavano le mani dei nemici uccisi." I sopravvissuti scoprono di trovarsi in un piccolo mondo rimasto all'età della pietra, tra tribù prima agghiaccianti e poi assolutamente ospitali nei confronti di quei tre bianchi caduti dal cielo: nella valle di Baliem, il vero nome di Shangri-La, una leggenda raccontava di spiriti che vivevano nel cielo sopra la valle e usavano una liana magica per scendere sulla terra. Avevano pelle chiara, braccia pelose che tenevano coperte, e rubavano maiali agli uomini, tanto che questi avevano tagliato la liana. Ma gli spiriti l'avrebbero rimpiazzata per ridiscendere nel giorno del Giudizio. "E i tre americani apparsi dal nulla sembravano proprio quegli spiriti leggendari". Verranno recuperati solo due mesi dopo. I due mesi raccontati in questo libro.