
Oggetto del volume, che si presenta come un'elegante scorribanda all'interno di qualche millennio della cultura occidentale, è la storia di una famiglia di metafore connesse all'idea del mondo naturale come cosa da leggere, che Blumenberg traccia per episodi salienti a partire dal biblico "libro della natura" scritto da Dio per arrivare all'interpretazione dei sogni freudiana e al DNA come codice da decifrare. Raccontata letteralmente per immagini, per emblemi, quella che si disegna in questo libro è la storia della conoscenza e del rapporto fra l'uomo e il mondo.
Grazie a un'esposizione chiara e a un linguaggio semplice, ma rigoroso, il volume fornisce una ricca panoramica delle principali questioni discusse all'interno dell' etica filosofica. I riferimenti agli autori classici e alle diverse voci del dibattito contemporaneo vengono riproposti in chiave più teoretica e problematica, che strettamente storica. Ricorrendo ad alcune distinzioni categoriali, oramai affermatesi nel pensiero contemporaneo, il volume prende in esame le seguenti tematiche, e i termini ad esse connesse: l'etica intesa come cura di sé e come riflessione critica sull' ethos vigente; il bene e il giusto; l'identità pratica del soggetto (ragione, valutazione, desiderio, motivazione); il rapporto con il diritto e la religione; la riflessione metaetica; universale e relativo; naturale e antinaturale; libertà e responsabilità; deontologia e teleologia; il conflitto morale; la riflessione normativa attraverso un'esemplificazione (il problema dell'eutanasia); infine, l'etica applicata.
"Dialogo con Platone" intende proporre un metodo per lo studio della filosofia che metta al centro della didattica: il testo, con le sue connessioni interne e con le sue idee organizzative; il coinvolgimento attivo dell'alunno nell'apprendimento delle strutture e delle abilità fondamentali della disciplina come le tecniche di analisi, le procedure argomentative e il lessico specifico. I dialoghi analizzati sono un'occasione, proprio mentre proprio mentre si parla di Socrate e di Platone, per parlare dell'essenza stessa della filosofia: della forma dialettica, dei processi logici e delle finalità del discorso filosofico.
L'età contemporanea ruota intorno all'ineluttabilità dell'apparire e poco conta se ciò che si mostra rispecchia effettivamente la propria natura: la coincidenza di sostanza e forma non è più priorità riconosciuta. Addirittura non esiste una coralità di intenti e ognuno si prende cura di se stesso, come un moderno Narciso, all'interno di una cornice autoreferenziale che ha smesso già da tempo di preoccuparsi dell'altro. Il soggetto ha smarrito quel senso di progettualità altruistica proprio della sua natura e continua a mentirsi inconsciamente attraverso rappresentazioni di un sé autonomo. L'autore analizza le patologie più significative di questo caotico pluralismo attraverso alcune categorie tra cui quelle del progresso e dell'economia che raccontano l'oggi e, sebbene l'intento non sia fornire un «ricettario su come cucinare bene il mondo», la sua riflessione conferma la possibilità di una via di fuga. Sembra ineludibile il riferimento a quei principi immutabili che si costituiscono collante della società e permettono un recupero della dimensione dialogica dell'umano.