Nella sua lunga e felice carriera, Joe Lansdale ha scritto centinaia di racconti, spaziando con una libertà e un'inventiva senza eguali tra il giallo e l'horror, il fantastico e il western. "Notizie dalle tenebre" raccoglie sedici racconti - scelti dall'autore e accompagnati da un'introduzione scritta appositamente per i lettori italiani - che portano il lettore in un universo costellato di avventura e mistero, tra tragedia e commedia: uomini inseguiti dalle proprie ombre e orsi parlanti, investigatori scalcinati e donne non troppo fatali, Elvis Presley e Huck Finn.
Dal giorno in cui Sibyl ha assistito un'amica durante il parto, ha capito che quella era la sua vocazione. Erano gli anni Sessanta e la cultura hippie influenzò la sua decisione di fare a meno di una formazione medica. Da allora sono decenni che lavora come rispettata levatrice nello Stato del Vermont. Fino alla tragedia. In una notte di marzo Sibyl si trova ad affrontare un travaglio complicato, mentre fuori una tempesta di neve impedisce sia di raggiungere l'ospedale che di chiamare i soccorsi. Nel giro di pochi istanti è costretta a fare scelte irreversibili che porteranno alla salvezza del bambino e alla morte della madre. Ma quello è solo l'inizio di un doloroso percorso che vedrà Sibyl sotto accusa in un processo che pone domande terribili sia sul piano medico e legale (le sue decisioni erano inevitabili o è stato il suo intervento a uccidere la donna?), che su quello etico e morale (cosa accade in una persona quando uccide accidentalmente qualcuno? Si può dare un senso o trovare pace davanti a un errore fatale?). Narrati dalla voce di Connie, la figlia all'epoca quattordicenne di Sibyl, gli eventi che precedettero e seguirono il processo si snodano in un'atmosfera di crescente tensione, in un flusso tra presente e passato che scava nei sentimenti familiari e nelle coscienze non solo dei suoi protagonisti ma anche in quelle dei lettori.
Ci sono solo tre tipi di persone tra i giocatori di football: i sempliciotti, i pazzi scatenati e gli esiliati. E se le prime due categorie sono abbastanza facili da capire, i più affascinanti sono gli uomini che eleggono a patria il geometrico poligono del campo, coloro che nel gioco trovano una distanza in cui scontare l'esilio dalla Storia e dalla colpa. Gary Harkness è uno di questi uomini. Running back della squadra del Logos College, Gary ha girato molte squadre e università prima di arrivare lì. Questo perché per applicare le regole di un gioco, bisogna crederci almeno un po' a queste regole: e Gary invece sembra dotato di un'enorme, inesauribile incredulità. "End zone" è il racconto di una stagione di vittorie senza precedenti per la squadra della Logos, vittorie che però non danno a Gary quell'agognata pace spirituale che invece trova in un altro "gioco". Proprio in quest'annata di trionfi, Gary inizia a sprofondare nello studio delle armi nucleari, delle strategie militari di annientamento globale, delle prove generali di apocalisse. Quella di Gary è una fuga dalla paura della morte, dal terrore del tempo e delle passioni, è la ricerca di una dimensione in cui "i pensieri siano improntati a una sana ovvietà, le azioni non siano gravate dalla Storia, dall'enigma, dall'olocausto o dal sogno". Ma nel momento in cui manca la morte, manca anche la trascendenza e quindi l'accesso al sublime: il linguaggio non trasmette più niente e l'apocalisse diventa un'opzione come un'altra.
Quando il professor Azhar scopre che la figlia di nove anni è scomparsa dalla sua casa di Londra insieme a quasi tutte le sue cose, non può che bussare disperato alla porta accanto e chiedere aiuto alla vicina e amica, il sergente Barbara Havers. Presto si scopre che a portar via la bambina è stata la madre, trasferitasi in Italia, a Lucca, per seguire il suo nuovo amore. In bilico tra i sentimenti e la ragione, Barbara si impegna a indagare ufficiosamente sul caso, ritrovandosi presto nei guai con i superiori a causa delle ingiustificate assenze dal lavoro. Qualche mese dopo, però, la bambina sparisce davvero da un mercato della città, e sul caso si accendono i riflettori dei media. Viene chiamata in causa Scotland Yard, e a indagare sul probabile rapimento della piccola è Thomas Lynley, mentore e superiore di Barbara. La Havers, dal canto suo, in questa vicenda sta mettendo a rischio la propria carriera, e forse molto di più: che cosa nasconde Azhar dietro l'immagine del padre affranto? Insieme a un ostinato ispettore italiano, Lynley e la Havers devono affrontare una situazione delicatissima, in cui si mescolano questioni razziali, difficoltà linguistiche e pregiudizi culturali, che si complica ulteriormente quando al mistero sul rapimento si aggiunge quello di una misteriosa morte...
I racconti di William Faulkner sono scaturiti dalla stessa materia dei grandi romanzi dell'autore. Vi ritroviamo così il microcosmo della Contea di Yoknapatawpha, trasfigurazione di quella di Lafayette, nel suo Mississippi, con quel particolare métissage prodotto da un secolo e mezzo di invasioni coloniali, immigrazioni e conflitti tra etnie, classi e generazioni: indiani Chickasaw e schiavi neri braccati come selvaggina, bianchi poveri e benestanti, tagliagole portuali e gente perbene, vigliacchi e altruisti capaci di occasionali eroismi, sopravvissuti della guerra civile e reduci della prima guerra mondiale. E vi ritroviamo, contiguo a questo brulichio di personaggi elevati ad archetipi, un paesaggio inconfondibile, dove la cieca tensione alla sopravvivenza pervade un susseguirsi di boschi e borghi, piantagioni e viottole sterrate, terre dissodate e foreste popolate di cervi, luoghi incendiati da meriggi accecanti o sfiorati da interminabili crepuscoli in cui si condensa una disillusione immedicabile. Prigionieri di un determinismo da cui non riesce a liberarli l'effimera euforia dei balli, del whisky, del gioco d'azzardo, dei combattimenti di galli, tutti sembrano abitati da pensieri imperscrutabili. Eppure proprio in questo agitarsi impotente Faulkner trova il segreto "del cuore umano e dei suoi dilemmi": un segreto esteso a tutto il mondo animato e inanimato, se persino delle vecchie finestre sfondate ricordano "occhi colpiti da cateratte".
Caravaggio dipinse magnifici quadri in cui la rappresentazione artistica rispecchia la violenza che ha caratterizzato la sua vita reale. Il suo nome emerge di continuo nei registri della polizia romana: l'offesa a due donne, il ferimento di un capo delle guardie, la causa per diffamazione portata avanti da un altro pittore per "versi offensivi", l'aggressione a un oste, il lancio di pietre contro le finestre di un'abitazione, per finire con l'uccisione di un uomo in una rissa, nella quale riuscì a malapena a salvarsi. Ottenuta la commissione del gran maestro Wignacourt di decorare la chiesa di La Valletta, si rifugiò a Malta, ma fu ferito durante un litigio e imprigionato. Fuggito a Napoli, fu sfigurato nel corso di una rissa al punto da divenire irriconoscibile. Durante la convalescenza si ammalò di febbre e morì all'età di trentanove anni. Questo romanzo racconta in quattro fasi la vita del pittore: la giovinezza e l'apprendistato a Milano; la protezione, quasi miracolosa, di un grande mecenate; i primi, misteriosi anni precedenti la sua andata a Roma, durante i quali incontra il Monsignore, un principe fattosi prete, e Maddalena, la donna che poserà per le sue opere e diverrà la sua amante; infine le sue peregrinazioni in esilio dopo la fuga da Roma a Napoli, Malta, Palermo, per poi tornare nuovamente a Napoli. Attraverso Gian, personaggio fittizio, assistente devoto di Caravaggio, Linda Murray descrive l'esistenza dell'artista, intrecciando i fili della sua turbolenta carriera.
L'ambiente è quello descritto così bene da Louise Erdrich ne "La casa tonda" e nei suoi romanzi precedenti: le riserve indiane degli stati settentrionali americani, quelli al confine con il Canada, in questo caso il North Dakota. Qui il romanzo si apre, all'inizio del Novecento, con la breve descrizione di una strage. Qualcuno ha sterminato una famiglia, lasciando viva, aggrappata alle sbarre del lettino, solo una bambina. Questo delitto, mai risolto nel corso degli anni, sarà soltanto la prima di una lunga serie di vicende, drammatiche e comiche in giusta proporzione, che ci verranno raccontate di volta in volta da Evelina Harp, controfigura dell'autrice tra infanzia e adolescenza; da suo nonno, il vecchissimo Mooshum, grande affabulatore di aneddoti e "tall stories" nella tradizione pellerossa; e dal giudice Antone Bazil Coutts, un sanguemisto che dopo aver diretto per anni un cimitero occupa lo scranno di magistrato delegato a dirimere piccole controversie secondo le leggi tribali in vigore.
1988. La comunità di una riserva indiana nel North Dakota è scossa da un crimine di un'efferatezza inedita per quei luoghi. La moglie del giudice Coutts, Geraldine, che ha subito l'aggressione, si è chiusa nel silenzio ed è caduta in una profonda depressione. Se è viva, lo deve alla propria presenza di spirito: ha approfittato di un momento di distrazione dell'assalitore ed è fuggita in automobile. Sembra che dopo averle usato violenza, l'uomo abbia tentato addirittura di bruciarla viva cospargendola di benzina. "Sembra", perché la faccenda presenta molti lati oscuri e perché la vittima si rifiuta di parlarne. Assistito dalle due polizie che operano all'interno della riserva, quella indiana e quella americana, Coutts inizia a indagare. Ma Coutts non è un giudice d'assalto, il suo lavoro si è sempre limitato a liti tra vicini, furtarelli, piccole truffe, ubriachezza, un po' di droga. Toccherà al figlio tredicenne Joe intervenire per cercare di far luce sul mistero.
Emily Dickinson (1830-1886) nacque e morì ad Amherst (Massachusetts), dove visse nella grande casa paterna, la Homestead, in reclusione volontaria dal 1866. Il "caso" Emily Dickinson deflagrò nel 1890, con la pubblicazione di un volumetto di poesie che ebbe un successo straordinario. È una poesia assertiva, lucida, dura, quella di Emily Dickinson, che inquieta e incanta il lettore. Ed è un personaggio fuori dal comune, quello di Emily Dickinson, che scelse una vita di solitudine e isolamento, non volle lasciare traccia pubblica di sé e tenne le proprie poesie nascoste nel cassettone della camera da letto, da dove furono recuperate solo dopo la sua morte. Fu uno spirito ribelle e determinato, capace di decidere a trent'anni di vestirsi solo di bianco e di chiudersi in casa, per tutta la vita. Di lei come persona si sa pochissimo, ma per lei parlano i suoi versi, enigmatici, scarni, che suscitano stupore e curiosità, ammirazione e inquietudine. Lettrice onnivora, assetata di conoscenza, austera e insieme sensuale, sapiente nel coniugare la cultura con una sensibilità ricca e complessa e con una limpida intelligenza, Emily Dickinson ci consegna una poesia modernissima, non smette di risvegliare domande e attenzione nei lettori.
Carey vive nel bosco da quando ha quattro anni. Deve prendersi cura della sorellina Jenessa lottando contro il gelo, la fame e una madre dipendente dalle droghe. Jenessa non parla. Ma non è muta. La notte delle stelle bianche ha fatto calare il silenzio e ha fatto nascere il segreto che il bosco custodisce come uno scrigno. Un giorno, all'improvviso, un rumore di passi cambia per sempre la vita delle due sorelle. Un uomo e una donna. La donna è un'assistente sociale e l'uomo è quell'uomo: il padre di Carey. Le tessere del puzzle si incastrano, i ricordi riaffiorano. Carey e Jenessa vengono sbalzate in una nuova realtà, che spaventa e che attrae. Una nuova casa, una nuova famiglia. Il corpo si abitua in fretta al meglio, ma l'istinto di libertà preme sullo spirito. Un istinto che si fa ancora più forte quando Carey si ritrova a vagare sola per i corridoi della nuova scuola. Ma una voce, calda e profonda, le riporta il sorriso. Ryan, il ragazzo più carino della scuola, la sta guardando come se la conoscesse da sempre. Età di lettura: da 13 anni.
Due donne straordinarie: Rose Zimmer, conosciuta da tutti come la Regina Rossa di Sunnyside, nei Oueens, è una comunista irriducibile, che s'impone a tutti, vicini, famigliari e membri dei partito con l'intransigenza della sua personalità e l'assolutismo delle sue convinzioni. E sua figlia, Miriam, precoce e determinata, lei pure imbevuta di sogni utopici e col desiderio spasmodico di sfuggire all'influenza di Rose per abbracciare la controcultura del Greenwich Village. Sono donne che stregano gli uomini della loro vita. Imperfetti e romantici, i personaggi di Lethem si perdono dietro ai loro ideali improbabili in un'America in cui il radicalismo è sempre visto con sospetto, aperta ostilità o indifferenza. La storia statunitense di più di mezzo secolo (dal comunismo da salotto degli anni Trenta fino alla nascita di Occupy Wall Street) scorre tumultuosa nelle pagine di Lethem, in un intreccio inestricabile di privato e pubblico, di desiderio e senso del dovere. Un romanzo d'amore. Un romanzo sulla famiglia...
Saul Karoo è lo "script doctor" più pagato di Hollywood, e se si tratta di espungere da un copione le scene più melense o grottesche non c'è nessuno come lui - che quel tipo di situazioni sembra conoscerle piuttosto bene, sul piano personale. Ma adesso deve risolvere alcuni problemi. Primo, cinquant'anni di vita malsana hanno accentuato, dice il medico, la sua naturale inclinazione a "contrarsi in verticale, ed espandersi in orizzontale". Secondo, la delirante separazione da sua moglie è una storia d'amore al contrario, molto divertente per noi, ma molto tormentosa per lui. Terzo, il suo signore e padrone, l'onnipotente produttore Jay Cromwell, gli ha chiesto di massacrare l'ultimo capolavoro di un vecchio regista di genio, Arthur Houseman, che Cromwell considera veleno al botteghino. Eppure, quando sul banco della moviola scopre che a risplendere in una delle scene tagliate è la madre di Billy, suo figlio adottivo, Karoo intuisce che da quegli scarti di pellicola può nascere qualcosa di molto, molto sorprendente. Così come con gli scarti delle pellicole che abbiamo più amato sembra costruito questo romanzo, fatto di una materia grassa, speziata e molto poco "kosher" che ci procura in parti uguali riso, lacrime e notti insonni, e che per comodità continuiamo a chiamare cinema.