
Un gruppo di giovani esploratori nella foresta amazzonica scopre che l'oscurità più spaventosa non è quella che li circonda, ma quella dentro di loro. Due ragazzini trovano una pistola semiautomatica, e il colpo che sparano segna il primo confine della loro vita. Un estraneo minaccioso si presenta alla porta di una famiglia borghese riunita per Natale: la sua visita sarà l'inizio della fine delle loro tante ipocrisie. Il vecchio pontile di una città di mare crolla sotto lo sguardo, pieno di compassione ma impotente, di un Dio che dall'alto osserva il dolore e la grazia nascosti in ogni dramma. La prima raccolta delle storie brevi dell'autore dello "Strano caso del cane ucciso a mezzanotte" è stata accolta in Inghilterra e negli Stati Uniti come un capolavoro di talento narrativo, di inventiva e equilibrio. Sono nove racconti lirici e intensi, nove storie che spaziano dall'essenzialità di un fantastico surreale e allusivo, all'avventuroso più scatenato. In ognuno di questi racconti Mark Haddon infonde lo stesso calore. Una scrittura capace di una profonda empatia, in grado di rivelare tutta la dolcezza e la malinconia che abita il cuore degli uomini.
Per Lilian, Dan era molto più di un marito: era anche il suo migliore amico. La sua morte è stata così improvvisa che non ha neanche avuto il tempo di salutarlo. Adesso, tre anni dopo, forse il dolore sta cedendo il passo al ricordo, e Lilian riesce a far funzionare di nuovo la sua vita: due bambine, una sorella che sa sempre come farla ridere, e il suo lavoro di illustratrice. Eppure quel senso di vuoto resta il suo compagno più fedele. Almeno finché la casa editrice per cui lavora non la spedisce a fare un corso di orticoltura e giardinaggio per un'enciclopedia illustrata... Per la prima volta da quando Dan non c'è più, Lili si sentirà sbocciare di nuovo, proprio come i fagiolini e il sedano che impara a piantare - per non parlare di zucche, aglio, cetrioli, tutti ortaggi che richiedono cure e attenzione, fragili e precari proprio come la nostra felicità. Grazie a queste lezioni, Lili non solo conoscerà nuove persone ma, forse, si innamorerà di nuovo: perché restare chiusi in se stessi fa molto più male che correre il rischio di aprirsi e sbocciare. Uno degli esordi più commoventi dell'anno, un romanzo che è un inno alla vita, all'amore, e alla capacità di rinascere.
Nata nel carcere di Newgate, orfana, sposa del fratello, piccola apprendista cucitrice, giovane gentildonna, femminista ante litteram, e più grande ladra del suo tempo. Questo, e altro, è Moll Flanders. E prima ancora è una maestra del travestimento e dell'inganno, al punto che neanche il suo stesso nome è certo, anche quello è una copertura, un velo che ci impedisce di conoscerne la vera identità. Nel 1722, meno di tre anni dopo aver scritto Robinson Crusoe, Daniel Defoe dà alle stampe Moll Flanders: uno dei frutti principali della straordinaria stagione creativa di cui fu protagonista. "Defoe si aggira dovunque a Londra," scriveva E.M. Forster. Se Robinson prende il largo e diventa il più famoso naufrago della storia letteraria. Moll ci accompagna per le strade e le campagne inglesi. Nel suo picaresco pellegrinaggio la seguiamo in luoghi d'ogni genere e compagnie d'ogni risma: con lei entriamo nelle case della borghesia in ascesa, dormiamo nei letti di mercanti e truffatori, lasciamo Londra per concederci una gita a Oxford e saliamo a bordo di diligenze dirette nel nord dell'Inghilterra, ci innamoriamo di un bandito irlandese e veniamo deportati come schiavi nelle colonie americane della Virginia. Questa nuova traduzione si propone di portare alla luce la creatività verbale e lo stile oraleggiante di Moll, inarrestabile e sensuale narratrice.
In questa raccolta di racconti Chesterton ci regala una serie di gioielli narrativi, caratterizzati dal suo gusto per il colpo di scena e il paradosso, con l'aggiunta di quel tocco di mistero che ha reso immortali le avventure di «questo piccolo prete dalla faccia tonda e paffuta, dall'aria attonita e un po' stolida», come lo definisce Gian Dàuli. È nel racconto che apre il libro, «La croce azzurra», che Padre Brown compare per la prima volta tra le pagine di Chesterton. Così diverso da tutti gli altri investigatori letterari, Padre Brown è stato capace di incantare generazioni di lettori per il modo in cui risolve casi complicatissimi senza battere ciglio, affidandosi solo al suo intuito e alla sua conoscenza del mondo. «Noi preti dobbiamo per forza essere informati» scherza Padre Brown, «la gente viene e ci racconta tutto». Supera i furfanti nella conoscenza dei crimini, i detective per lo spirito d'osservazione, e gli eroi «duri e puri» per il beneficio che concede ai colpevoli: cercare di comprendere le persone, oltre ai delitti.
Quando il corpo di sua sorella Nel viene trovato in fondo al fiume di Beckford, nel nord dell'Inghilterra, Julia Abbott è costretta a fare ciò che non avrebbe mai voluto: mettere di nuovo piede nella soffocante cittadina della loro adolescenza, un luogo da cui i suoi ricordi, spezzati, confusi, a volte ambigui, l'hanno sempre tenuta lontana. Ma adesso che Nel è morta, è il momento di tornare. Di tutte le cose che Julia sa, o pensa di sapere, di sua sorella, ce n'è solo una di cui è certa davvero: Nel non si sarebbe mai buttata. Era ossessionata da quel fiume, e da tutte le donne che, negli anni, vi hanno trovato la fine - donne "scomode", difficili, come lei -, ma mai e poi mai le avrebbe seguite. Allora qual è il segreto che l'ha trascinata con sé dentro l'acqua? E perché Julia, adesso, ha così tanta paura di essere lì, nei luoghi del suo passato? La verità, sfuggente come l'acqua, è difficile da scoprire a Beckford: è sepolta sul fondo del fiume, negli sguardi bassi dei suoi abitanti, nelle loro vite intrecciate in cui nulla è come sembra.
La vetrata del grande salone si affaccia sul mare della Cornovaglia. Mentre osserva le onde infrangersi sulla scogliera, Rachel si guarda intorno. Stenta ancora a credere che quella sala e l'intera tenuta di Carnhallow siano sue. Si è finalmente gettata alle spalle la sua vita tormentata grazie al matrimonio con David, un ricco avvocato, e al rapporto speciale che ha con il figlio di lui, Jamie, un bambino timido e silenzioso, segnato dalla tragedia della morte della madre, due anni prima. La donna è rimasta vittima di un terribile incidente nelle miniere sotterranee su cui si erge Carnhallow e il suo corpo non è mai stato ritrovato. Rachel si affeziona al piccolo come se fosse suo. Ma improvvisamente il comportamento del bambino diventa molto strano. Comincia a fare sogni premonitori e dice di sentire la voce della madre che lo chiama dal labirinto di cunicoli sotterranei. Finché un freddo pomeriggio d'autunno, mentre lui e Rachel sono soli sulle scogliere, le rivela: «Tu morirai il giorno di Natale». Un tarlo comincia a scavare nella mente di Rachel. Cosa è successo due anni prima? La madre di Jamie è davvero morta? Perché David si rifiuta di parlarne con lei? È possibile che il marito di cui è tanto innamorata le nasconda qualcosa? Dicembre si avvicina e Rachel sa che deve scoprire la verità, e in fretta, perché ogni angolo della sua nuova casa nasconde un pericolo mortale.
Non c'è casa di maghi in tutto il paese dove non troneggi una copia di "Gli Animali fantastici: dove trovarli". Ora anche i Babbani avranno la possibilità di scoprire cosa mangiano i Puffskein e perché è cosa saggia non lasciare latte in giro per i Knarl. I proventi della vendita di questo libro andranno a Comic Relief e all'associazione benefica internazionale di J.K. Rowling Lumos. Età di lettura: da 8 anni.
Il Procedimento Penale Numero 1 ha inizio il1o gennaio davanti alla Corte suprema. L'ex Presidente di un innominato paese dell'Europa dell'Est arriva sotto scorta militare: una figura bassa, tarchiata, con indosso un impermeabile abbottonato e i suoi soliti occhiali spessi, con le lenti leggermente colorate. Scende dalla Cajka, si leva il cappello e mette in mostra ancora una volta una testa che la nazione non stenta a riconoscere, per via dei numerosi francobolli che l'hanno raffigurato. E Stoyo Petkanov, Presidente destituito e intransigente veterano del partito lealista, finalmente chiamato a rispondere dei propri reati. In aula deve scontrarsi con il Pubblico Ministero Peter Solinsky, figlio di un intellettuale del Partito e vittima del regime. In un paese abituato a nascondere e tacere, la diretta televisiva è una delle tante trovate della pubblica accusa. La popolazione vorrebbe vederlo inchiodato per reati gravissimi - omicidio di massa, tortura, rovina della nazione - ma finirà per essere condannato per reati minori e solo grazie a un sotterfugio. Ispirandosi al modello del romanzo politico, Julian Barnes offre un crudele affresco della transizione che l'Europa dell'Est intraprende con l'emergere di un ordine democratico, ma le differenze tra buona e cattiva ideologia, tra comunismo sovietico e capitalismo occidentale rimangono volutamente sfocate e sul palcoscenico della vicenda si manifesta il rovescio di un presunto mondo nuovo. Solinsky percorre un cammino destinato a condurlo a consapevolezze scomode sul sistema, sulla speranza democratica e, in ultima analisi, su di sé. D'altro canto le parole con le quali il deposto dittatore sfida «il lato banale della virtù» sono acute, taglienti e capaci di rivelare confini fumosi tra il mito stanco del passato e l'illusione fragile del domani, arando solchi di verità moleste anche nei semplici testimoni della Storia.
L'uomo che sapeva troppo è stato pubblicato da Chesterton nel 1922 ed è costruito attorno a due uomini agli antipodi che si trovano a indagare insieme su crimini e misteri dell'alta società inglese. Da un lato l'entusiasta giornalista Harold March, «abbastanza giovane da conoscere i politici, e non solo provare a dimenticarseli tutti», dall'altro Horne Fisher, «l'uomo che sapeva troppo», cresciuto a contatto con la classe dirigente, parente di mezzo governo della Corona, un uomo disilluso e annoiato, sempre sul punto di addormentarsi perché nulla sembra interessarlo. Lui, infatti, non si stupisce mai: «Sa già troppo». Tra politica, crimini e spionaggio, però, anche Fisher troverà una scintilla di entusiasmo, la leva che lo porterà a scoprire quel poco che ancora non sa.
Tra i tanti imprevedibili investigatori usciti dalla penna di Gilbert K. Chesterton, forse nessuno eguaglia per eccentricità e gusto del paradosso il protagonista di questo libro. Gabriel Gale, pittore e poeta, ama camminare sulle mani e per sua ammissione è sempre in bilico tra sanità e follia. Lo confessa lui stesso: ha pensieri simili a quelli dei pazzi «perché anche io posso fare i viaggi assurdi di certe menti deliranti, e mi immedesimo, si può dire, nel loro amore per la libertà», ma insieme è diverso «perché, grazie a Dio, di solito riesco a ritrovare la mia strada di casa. Il pazzo è colui che perde la strada e non riesce a ritornare indietro». Gabriel Gale è il grimaldello che fa saltare le regole della logica e della buona società, un eccentrico artista capace di mettere a nudo le follie più nascoste e spesso criminali di chi gli sta di fronte, in questi otto racconti - quasi otto capitoli di un romanzo.
Pubblicato anonimo nel 1816, "Emma" appartiene agli scritti cosiddetti "della maturità" di Jane Austen. Tema centrale nel romanzo è il fraintendimento in amore. Emma, la protagonista, rimasta padrona assoluta della casa dove vive dopo il matrimonio della sorella, si trova a gestire il piccolo mondo che le ruota intorno con una buona volontà alquanto presuntuosa. Accolta in casa una giovane ragazza, Henriette Smith, Emma cerca di maritarla adeguatamente. Tra i possibili pretendenti sceglie per lei Elton, il vicario del paese, inducendola a rifiutare al con tempo l'offerta di Martin, un rispettabile agricoltore del luogo. Ma ogni piano salta quando in realtà si scopre che Elton, in fondo un arrampicatore sociale, voleva invece sposare Emma. Fra i tanti personaggi che la circondano, l'unico in grado di dire la verità a Emma, e di farle notare i suoi difetti e le sue debolezze, è l' amico Knightley, suo vicino e fratello maggiore del cognato. Alla fine sarà proprio lui a sposarla, mentre Henriette convolerà a nozze con il giovane Martin, precedentemente respinto. Anche in questo romanzo Jane Austen pone al centro della sua narrazione le atmosfere, i desideri e i vissuti della gentry inglese di inizio Ottocento, riuscendone a restituire gli odori e le dinamiche più profonde.
Il VI secolo non fu un periodo di pace, per l'impero romano. Nel corso dell'esteso regno dell'imperatore Giustiniano, durato dal 527 al 565, i fronti di lotta furono particolarmente estesi. Oltre alle insidie nella stessa Costantinopoli che minavano la stabilità del trono, Giustiniano dovette fronteggiare le controversie religiose e gli attacchi dei pagani, per non parlare dell'impegno diplomatico profuso nel nascondere gli scandali sollevati da Teodora, sua moglie, nota per le avventure fedifraghe. Impegnato in guerra contro la Persia, Giustiniano concentrò le proprie ambizioni sui territori occidentali contro vandali, goti e visigoti. Fu così che i suoi nemici impararono a rispettare e a temere il nome di un uomo tanto abile in battaglia quanto leale nei confronti di chi lo aveva chiamato a difendere il destino dell'impero: Belisario, il più grande generale di Giustiniano. Forte della sua vasta conoscenza storica, Robert Graves tratteggia un affresco vivido di un'era alle soglie di un declino inevitabile e al tempo stesso splendida.