Un uomo che ha passato i quaranta viene accolto in una "casa assistita" nel centro di una grande città: dice di chiamarsi Antonio Cane. Le sue cartelle cliniche, false ed esagerate, lo ritraggono come uno psicopatico, ma vero è il suo tormento amoroso per una donna sposata che ricambia il suo amore in modo ambiguo e sfumato. In realtà in questa casa assistita si nasconde un uomo dal passato inquietante e Cane ha il compito di intercettarlo. Orsini, l'uomo che cerca, è una spia come lui, ha un passato feroce che coincide con il passato più oscuro del nostro paese.
"Un nuovo romanzo da mettere in biblioteca soprattutto perché in una biblioteca che si rispetti un classico del Novecento come Moravia deve essere presente con le opere complete." (Geno Pampaloni) "Il viaggio a Roma è un romanzo di iniziazione, di iniziazione alla maturità; o di liberazione dalla nevrotica turbolenza dell'adolescenza." (Enzo Siciliano) "Un romanzo audace dove la strada dell'incesto è sbarrata soprattutto dalla tomba della madre; un romanzo continuamente in bilico tra la soglia oscura della memoria e i lampi contraddittori del presente." (Giulio Nascimbeni)
Il Grande Raccordo è l'anello stradale che abbraccia la città e le infinite storie che l'attraversano, è un luogo di frontiera, il margine di un universo in espansione. Quartieri nuovissimi e costruzioni precarie vi si affacciano in modo disordinato, molte solitudini lo percorrono. I sedici racconti di questo libro narrano la vita di personaggi estremi, votati all'amore e alle idee più semplici e grandi, uomini, donne e bambini che contro ogni logica cercano di superare se stessi, le proprie miserie, le proprie antiche paure.
Le poesie di Montale sono state qualcosa che ha accompagnato i giovani degli anni Trenta e Quaranta come un talismano, il segno di appartenenza a una sensibilità nuova. Il libro di Testa, ripercorrendo la biografia e i testi di Montale, vuole soprattutto restituire in modo sintetico e accessibile il senso di questa esperienza letteraria e umana. Nel cofanetto è presente una videocassetta che ripropone, in forma originale, i materiali delle Teche Rai. Montale racconta se stesso e legge alcune sue poesie. Una vera e propria autobiografia costruita da Gianni Barcelloni e Gabriella Sica.
Figli del capostazione, i tre fratelli Fo abitano in una vecchia casa bianca. Dario inventa storie; Fulvio costruisce velieri; Bianca, la più giovane, diventa la cronista di un'infanzia felice. I giochi, gli amici, la maestra. E poi la guerra, gli sfollati, gli sbandati e i partigiani. "La ringhiera dei miei vent'anni" vede i tre fratelli, ormai grandi, impegnati negli studi e nel lavoro, in una Milano di rioni, cortili e botteghe, dove i miti e le paure della giovinezza si saldano con vicende ed atmosfere dal sapore di favola.
Questo romanzo di Calvino viene ad affiancarsi a 'Il visconte dimezzato' e a 'Il barone rampante', compiendo una trilogia di emblematiche figure, quasi un albero genealogico di antenati dell'uomo contemporaneo. Stavolta Calvino si è spinto più a ritroso nei secoli e il suo romanzo si svolge tra i paladini di Carlomagno, di quel Medioevo fuori d'ogni verosimiglianza storica e geografica che è proprio dei romanzi cavallereschi.
Ruggeri raccoglie la sfida della parola narrata e cuce insieme una decina di apologhi su un'Italia "mostruosa" e patetica, l'Italia dello spettacolo a tutti i costi, del ridicolo e del paradosso sociale, dei sentimenti umiliati, dello sbando morale. Come la storia del tranquillo impiegato, sorprendentemente somigliante ad un importante uomo politico, che viene invitato a una trasmissione televisiva e dal quel giorno, da doppio senza identità, ripercorre il successo, l'ascesa e i trionfi del suo sosia. Quando la sorte del politico si capovolge, anche la povera maschera è bandita, insultata, sprofondata nella rovina.
Una storia autostradale di amore e morte. Le bislacche memorie di un anziano fruttivendolo volgare e un po' cattivo. Un canzoniere amoroso per una donna segnata dal dolore. Una favola ambientata al capezzale di una sovrana di un regno immaginario. Quattro racconti onirici e surreali, dove gli incroci delle immagini e delle analogie si sposano con il calore dei sentimenti. Racconti che parlano di uomini, volpi, aquile che si amano e si tradiscono, di vecchi dall'umanità dimezzata che contemplano i buchi delle proprie scarpe come fossero voragini d'abisso, di angeli con la forfora, invadenti e curiosi, che accompagnano e consolano donne rese regali dal dolore.
In occasione del cinquantesimo anniversario dalla morte di Pavese viene proposta la raccolta completa dei suoi romanzi. Accanto ai testi, presentati in ordine cronologico, l'edizione offre un ricco apparato critico che, in forma discorsiva, permette al lettore di approfondire l'opera pavesiana sotto il profilo storico, filologico e stilistico.
"Quello di Gente in Aspromonte è un mondo arcaico... un mondo chiuso, primitivo, elementare, dove i rapporti sociali erano duri, anzi spietati e le ingiustizie profonde. Ma esso possedeva anche i suoi valori, una sua bellezza, le sue segrete dolcezze... Perciò se su di esso non c'è da piangere, dice Alvaro, bisogna tuttavia custodirne generosamente la memoria. Ed è perciò, anche, che quello descritto in Gente in Aspromonte è un mondo severamente giudicato, ma in pari tempo amorosamente rivissuto, in un perpetuo ondeggiamento dei sentimenti, in un continuo oscillare tra il moralismo e il lirismo e in un altrettanto continuo contrasto tra l'uomo moderno e l'antico che convivevano in Alvaro." (dall'introduzione di Mario Pomilio)