"Papà" è la storia del figlio di Josef Mengele, della sua ricerca del padre e del drammatico confronto finale tra i due. "Papà" è fuggito in Sud America quando il narratore era ancora un bambino e l'infanzia di questi è trascorsa all'ombra del grande assente: a scuola, in famiglia, con gli amici, quest'ombra lo ha volta a volta perseguitato, protetto, schiacciato. Il figlio giunge così al confronto finale, debole, insicuro, diviso tra orrore per il padre e desiderio di credere nella sua innocenza.
Una raccolta di prose e poesie per seguire l'avvicendarsi delle stagioni in compagnia di Hermann Hesse; spiare con lui lo sbocciare dei fiori in primavera, la luce che una giornata estiva proietta sulle cose del mondo, il trascolorare dei boschi in autunno, i nitidi contorni che l'inverno dipinge. La contemplazione della natura in Hesse si arrichisce di profondità meditativa: la gioia degli incontri, l'amore per la letteratura, le riflessioni sul corso della vita fanno di queste "Stagioni" un singolare breviario spirituale.
Nella "Strada Gialla", la strada dei commercianti di pellami nella Leopoldstadt, il quartiere ebraico di Vienna, il bene e il male vivono l'uno accanto all'altro. Fino a quando non arrivarono i nazisti, nella Ferdinandstrasse di Vienna abitavano per lo più ebrei. Quella via era nota perché vi lavoravano soprattutto commercianti di cuoio e pellami. Dentro e fuori dai negozi si accumulavano borse, valigie, articoli in pelle di tutti i tipi. La strada, allora, doveva essere tutta "gialla". Veza Canetti vi abitò per qualche anno, e di quella via descrive grandi e piccole catastrofi, coppie infelici, mariti tirannici, cacciatori di dote, padroni di casa avarissimi.
"Proleterka" è il nome di una nave. Attraccata a Venezia, aspetta di portare in Grecia un gruppo di rispettabili turisti di lingua tedesca. Gli ultimi a salire sono un signore che zoppica lievemente e sua figlia non ancora sedicenne, appena arrivata dal collegio. Tra padre e figlia c'è un'estraneità totale, e insieme un legame che risale a un tempo remoto oscuro, che sembra precedere le loro esistenze. In quel viaggio, la figlia vorrebbe conoscere qualcosa di più di quella persona inverosimilmente ignota dagli "occhi chiari e gelidi, innaturali". Ma soprattutto desidera scoprire quell'altra cosa ignota che è la vita stesa, sino allora favoleggiata dal recinto di un collegio.
"La vicenda si svolge in un clima soffuso di tenue ironia; e a questo si deve, mi pare, la riuscita del romanzo. Tutti sono nervosi, inquieti, infelici, mentre il tocco narrativo di Keyserling li accompagna con grande freschezza e ariosità." (Alfredo Giuliani)
Saghir è un giovane vento. Un giorno, in cerca d'aria fresca, raggiunge il ghiacciaio, dove il grande vento dei ghiacci prima lo rimprovera e poi lo invita al raduno annuale dei venti. Dopo un viaggio fantastico, con elfi, spiriti e balene a indicargli il cammino, Saghir arriva al castello sede del raduno, dove però lo aspetta una serie di delusioni. Lungo il cammino verso casa lo spirito del bosco gli farà capire l'importanza di avere amici leali e lo spingerà a sentirsi fiero della sua posizione di venticello pacifico di una valle felice. Una favola per adulti, una parabola sulla felicità e i valori che veramente contano nella vita di ognuno.
Kurt di Koppigen è come un personaggio di Dostoevskij perso nel Medioevo e delle foreste del bernese - con qualche anno di anticipo su Dostoevskij stesso. La sua anima mal sbozzata e agitata da impulsi incontrollati lo spinge dalla tetra rocca dove è nato verso le strade più impervie. Così per scalfire l'indifferenza di una madre cui è legato da un rapporto di oscura soggezione, Kurt commette un delitto e si fa brigante di strada. Di qui in poi, ogni suo gesto si inscrive, quasi per incantesimo, in un destino di perdizione che nulla sembra poter capovolgere il riscatto. La fiaba di Kurt ha per sfondo valli folte e aspre, per comprimari loschi eremiti e spietati assassini, e per quinta interiore le agghiaccinati visioni del protagonista.
Il cofanetto, di due volumi vendibili anche separatamente, raccoglie una scelta di opere di Boll. L'autore ha sperimentato diverse tecniche narrative e ha affrontato con passione i temi sociali, politici e culturali della nostra società. I temi, i protagonisti e lo stile dei suoi romanzi qui raccolti ne fanno uno scrittore di grande richiamo.
Il secondo volume delle opere di Boll 'chiude il cerchio' della sua opera. Nella prima parte si offrono i suoi ultimi resti narrativi; tra gli altri: "Foto di gruppo con signora", che individua e analizza il conflitto tra l'anima ingenua e l'ipocrisia della società, e "L'onore perduto di Katharina Blum", una requisitoria contro gli abusi della professione giornalistica. Nella seconda parte, divisi in quattro sezioni, in ordine cronologico, vengono presentati un centinaio di saggi, molti dei quali inediti in italiano.