"Nel Settembre del 1967 avvicinai Padre Pio per l'ultima volta prima di trasferirmi dalla Puglia nel Veneto. Mi confessai e venni accolta dal Santo come sua figlia spirituale. Quale grazia! Quanta riconoscenza! In tutti questi anni, forte della sua paterna benedizione ho cercato di esprimere la mia gratitudine per il Santo del Gargano con pubblicazioni, conferenze e testimonianze varie. Non mi restava che trovare una certa dose di coraggio per raccontare fatti personali che mi riguardavano. Il Santo mi ha dato questo coraggio con la sua presenza nel sogno del 16/12/2021 in cui invitava tutti i Cristiani e i suoi Figli Spirituali a meditare i Salmi mentre mi porgeva la sua mano piagata affinché la potessi baciare. Dopo aver fatto questo sogno ho iniziato a scrivere il libro "Padre Pio nei miei sogni" in cui invito il lettore a soffermare la sua attenzione sul dono mistico del Sogno, concesso da Dio al Santo Stigmatizzato e nel contempo a meditare alcuni Salmi correlati ad ogni sogno. Le mie povere parole non vogliono avere pretese di alcun genere ma sono state scritte per un bisogno di comunicare la mia fede a coloro che cercano inutilmente di spiegare ogni cosa, servendosi della loro fredda logica nella ricerca della verità." Prefazione di Gianluigi Pasquale.
«La ragione misura di tutte le cose» è stato lo slogan pretenzioso di tutti i razionalisti. Ma costretti a escludere ciò che la ragione non riusciva a misurare, finivano sempre per trasformare la ragione stessa in una gabbia, privandola di mille energie conoscitive. «La ragione protesa a tutte le cose», anche a quelle che la superano da ogni parte, è stato, invece, il principio glorioso di tutti i veri filosofi, innamorati della Verità. Essi hanno ritenuto beatificante il fatto di accendersi e di vibrare di commozione ogni volta che la loro ragione sfiorava il mistero, sempre convinti che sia gloriosamente ragionevole accoglierne la rivelazione, se essa viene donata. E quando Dio, l'Assoluto Vero, comincia a manifestarsi, la ragione non teme di essere schiavizzata, ma si inoltra in ampiezze e profondità illimitate. In questo libro padre Antonio Maria Sicari «riascolta» cinque grandi Santi e Dottori della Chiesa (sant'Agostino, sant'Anselmo d'Aosta, sant'Alberto Magno, san Tommaso d'Aquino e J.H. Newman) in cui la ragione umana è luminosa e affascinante come quando è pervasa dalla fede.
San Domenico de Guzmán, nato nel 1170 in Castiglia, fondò a Tolosa l’ordine dei Frati Predicatori, basato sulla predicazione itinerante, sulla povertà e sull’elemosina e su una serie di regole di tipo monastico.
Durante la permanenza a Tolosa, Domenico ebbe una visione della Vergine Maria che gli indicò il rosario come la preghiera più efficace per combattere le eresie e ciò contribuì notevolmente alla sua diffusione, fino a farne una delle più tradizionali preghiere mariane.
Come già era accaduto quando Domenico era ancora in vita, anche dopo la sua morte si verificarono numerosi miracoli per sua intercessione, che lo portarono in breve tempo alla canonizzazione, avvenuta nel 1234.
Dal 1267 le reliquie del santo sono venerate a Bologna nella basilica a lui dedicata.
Il 14 ottobre 2018 Papa Francesco ha canonizzato il primo santo di origini pescaresi: Nunzio Sulprizio, nato a Pescosansonesco (Pescara) e morto a soli 19 anni a Napoli per tubercolosi ossea. La vita di questo giovane operaio, segnata dal dolore e dalla malattia, è tutta illuminata dalla forte amicizia con Gesù, dal profondo amore per l'Eucaristia e dalla tenera devozione per la Madonna. San Nunzio ci insegna a vivere con amore il presente, ad affidarci al Padre con fiducia e pazienza nelle prove, a vincere il male con il bene, a prestare attenzione alle necessità dei fratelli per essere testimoni credibili nella nostra quotidianità.
"Dalla testimonianza di Cesare de Bus Paolo VI ricavò i tratti essenziali del vero catechista: essere l uomo della Bibbia e l uomo della Chiesa, ansioso di trasmettere la vera dottrina di Cristo. Sullo stile e sul metodo particolare di fare catechesi di san Cesare de Bus in questo libro ci si sofferma doverosamente, nel quadro generale della sua figura e del suo tempo, nonché del suo cammino spirituale. Questo libro ci aiuta a conoscerlo e ad amarlo e c incoraggia a imitarlo." Marcello Card. Semeraro
Nella nostra società postmoderna (e postcristiana), in un mare di indifferenza religiosa, abbiamo un disperato bisogno di modelli con cui identificarci, di esempi buoni da seguire, di testimoni credibili da imitare. In questo volume troverete 40 donne che ci offrono il loro cammino di fede, di Speranza e di amore verso Dio e il prossimo. Sono nostre sorelle tutte "innamorate pazze" di Dio. Donne diverse tra loro: suore, mogli e madri di famiglia, principesse e regine, giovani e ragazze martiri ma tutte simili in questa bellissima pazzia per Dio. Sono donne che hanno saputo vivere, con coraggio, una santità dinamica, talvolta intrigante, sempre originale e personale.
Lasciamoci stimolare dalla loro determinazione e dalla loro perseveranza, ammiriamone la fede vissuta in contesti esistenziali spesso molto difficili. Accettiamo infine l'invito ad avere almeno un po' della loro pazzia per Dio.
Il volume e fortemente consigliato a parroci e vice, catechisti e catechiste, insegnanti di religione nelle scuole e operatori pastorali incaricati della formazione in oratori e associazioni giovanili, a religiose (e religiosi!). Siamo sicuri che farà del bene a tutti ma specialmente alle donne, sposate o no, che han bisogno di una spinta per continuare con coraggio o semplicemente per riprendere il loro cammino spirituale.
MARIO SCUDU. salesiano di Don Bosco, vive e lavora a Torino, dove ha conseguito la maturita classica (Liceo Valsalice), ha frequentato la Facoltà di Teologia dell'Universitaà Pontificia Salesiana (UPS Torino-Crocetta) e si è laureato in Filosofia e Scienze Umane presso l'Universita Statale. Ha anche insegnato per molti anni nel Centro di Formazione Torino-Rebaudengo e ha collaborato alle riviste Dimensioni Nuove e Bollettino Salesiano. Nel 1997 ha frequentato I’Istituto di Spiritualità di RomaUPS. Dal 2000 lavora per la rivista Maria Ausiliatrice e dal 2009 e vicedirettore della sua edizione in spagnolo, Maria Auxiliadora edita a Santo Domingo.
La straordinaria storia di Santa Marina è una delle più belle ed edificanti del Monachesimo cristiano antico. Orfana di madre, giovanissima decide di seguire il padre in un monastero maschile, travestendosi da uomo. Conduce una vita irreprensibile ed esemplare, fin quando viene accusata ingiustamente di aver sedotto una donna del vicino villaggio e viene cacciata dalla comunità. La povera giovane affronta tutto con umiltà e mitezza evangeliche; si sistema in una grotta, dove, tra mille difficoltà, cresce il bambino, frutto della presunta tresca, a lei affidato. Dopo alcuni anni Marina e il bambino sono riammessi nel monastero. Solo alla morte della donna, si scopre la sua identità e insieme la sua innocenza. Marina è sepolta con tutti gli onori e ben presto si diffonde la sua fama di santità.
Questo libro è opera di un sacerdote e di un medico cardiologo, che analizzano il cuore e le sue patologie da punti di vista diversi e complementari. Da un lato il cuore come centro profondo dello spirito, dall'altro come motore di quella macchina meravigliosa che è il corpo umano. Ildegarda, la santa badessa di Bingen ispiratrice del testo, ha trattato nelle sue opere, frutto di osservazione e di ispirazione divina, tutte le patologie conosciute nell'XI secolo. Le sue intuizioni, vengono qui comparate con le attuali evidenze scientifiche. Il cuore, sede dell'anima, è il luogo simbolico dove risiede la forza dello spirito, quella viriditas che Ildegarda definisce la potenza divina, fonte della vita. Perdendo la viriditas, l'uomo perde la propria capacità autoriparatrice. Il cuore, per la santa badessa di Bingen, è la sede dei sentimenti, delle emozioni, degli impulsi spontanei e del discernimento, e in esso nascono tutti i pensieri, sia positivi che negativi. Lo stato d'animo che più giova al cuore è un atteggiamento fiducioso, di apertura, tolleranza e compassione verso tutte le creature. In questo manuale, sintetico ma completo, molto utile a tutti coloro che vogliano coniugare il benessere del corpo e dello spirito, viene inoltre sottolineata l'importanza della musica, della danza, della serenità familiare, dell'equilibrio con l'ambiente circostante, in una visione olistica dell'individuo.
Madre Teresa mi prese le mani e le strinse tra le sue quasi per trasmettermi ciò che aveva nel cuore; poi mi confidò :"Figlio mio, senza Dio siamo troppo poveri per poter aiutare i poveri! Ricordati: io sono soltanto una povera donna che prega. Pregando, Dio mi mette il Suo Amore nel cuore e così posso amare i poveri. Pregando!"
Il culto dei santi è un'usanza tipicamente cattolica e risale agli albori del cristianesimo, al tempo delle persecuzioni e dei martiri. La fede restituisce certezza che i santi, in Paradiso con Dio, rimangono assolutamente partecipi della vita degli uomini di questo mondo. Seguendo quattro classiche tipologie (malattie e malanni; matrimonio e maternità; professioni, arti, mestieri e vocazioni; complicazioni e guai vari), l'Autore passa in rassegna i santi che la devozione popolare ha scelto, per fatti inerenti alla loro vita, quali protettori o patroni a cui rivolgersi in circostanze particolari. Il Santo non vuole niente. Certo, gli piacerebbe che, graziati, ci mettessimo ad amare Dio. Ma non ci forzerà e sarà disposto ancora a esaudirci perché conosce la fragilità umana. Ricco di esempi concreti, questo libro permette di scoprire a che santo votarsi in qualunque situazione, a partire da colui che sentiamo più vicino perché ha svolto il nostro mestiere o ha dovuto affrontare il nostro stesso problema.
«Se Dio è lontano, il santo è vicino, è di casa, è il mediatore ideale, un poco come il parente importante che va a Roma a trattare direttamente con il potere, ed è a lui che ci si raccomanda» (Michele Serra). Identificare come petroniani i Bolognesi o come ambrosiani i Milanesi ci dà la misura del legame fondativo che la cittadinanza stringe con il santo che ne è il simbolo. Santa Maria, san Giovanni, san Giuseppe, san Michele, san Francesco, santa Rita... sono fra i toponimi più diffusi, ma anche tra i nomi di battesimo maggiormente ricorrenti: i veri poli della geografia, della storia e del costume italiani. Tuttavia, nella storia del nostro paese, la pratica devozionale si sostanzia anche di aspetti politico-sociali. Nei lunghi secoli che hanno preceduto l'unità del paese, la Chiesa è stata l'unico potere non straniero che ha rappresentato, soprattutto fra i ceti popolari, il tratto identitario effettivamente comune. Il culto per la Madonna (il cui patronato è di gran lunga il più diffuso), per i protomartiri cristiani, per i primi santi vescovi ha finito con il conferire loro il ruolo di taumaturgici «defensor civitatis», facendone al tempo stesso i depositari di consuetudini e memoria, simboli identitari e totem cittadini.
Bruno (1030-1101) era direttore della scuola cattedrale, quando matura nel cuore la vocazione alla vita monastica, distribuisce i suoi beni ai poveri e si reca nell'abbazia di Molesme in Francia. In seguito, con alcuni compagni, fonda il primo monastero del nuovo ordine certosino. Alcuni anni dopo è chiamato dal Papa a Roma come suo consigliere. All'età di 60 anni si trasferisce in terra calabra dove fonda l'eremo di Santa Maria e il monastero di Santo Stefano.