
In questo saggio Girard prende per mano il lettore e illumina il meccanismo della persecuzione e del sacrificio. In particolare colpiscono per la loro radicale novità le interpretazioni di parabole ed episodi dei Vangeli. Vediamo qui compiersi quell'oscillazione decisiva per cui la vittima sacrificale non consente più alla colpa che le viene attribuita ma diventa l'innocente che come tale si rivendica. Così il capro espiatorio si trasforma nell'agnello di Dio. Tale modifica non arresterà la persecuzione che potrà assumere proporzioni inaudite, come testimonia la storia contemporanea.
In ideale continuità con la riflessione svolta nelle meditazioni de "Il Signore", Romano Guardini abbozza in questo saggio "la figura di Cristo che domina l'orizzonte della proclamazione dell'annuncio cristiano in Paolo e in Giovanni". Riferendosi direttamente alle fonti neotestamentarie, Guardini ci mostra i lineamenti essenziali dell'immagine viva di Gesù trasmessa dagli scritti paolini e giovannei; ne circoscrive la peculiare fisionomia; ricostruisce l'universo d'esperienza e di sensibilità cristiana dei rispettivi autori, così che il lettore possa percepire la densità non solo teologica, ma anche esistenziale della loro testimonianza. Il fine è "rendere visibile al nostro sguardo l'autentica, e insieme unica ed eccezionale, umanità di Colui che è il Figlio di Dio e, insieme, il figlio dell'uomo". Seguendo questo intento, il volume si apre con una densa introduzione alla "conoscenza di Gesù Cristo": alle forme in cui può attuarsi, alle fonti cui deve rivolgersi, ai presupposti che devono essere soddisfatti e ai metodi che è necessario adottare perché essa abbia reali possibilità di riuscita. Quindi tratteggia la fisionomia di Cristo, così come emerge dalla conversione e dall'intensa attività apostolica di Paolo. Infine conduce all'immagine di Cristo che ci incontra attraverso la meditazione di Giovanni e la profondità del legame d'affezione con il Signore del "discepolo che Gesù amava".
In questo breve testo l'autore parla delle gioie, ma anche delle esigenze del servizio pastorale, mostrando come il ministero non possa essere separato dalla spiritualita. DAL PROLOGO QUALI SONO LE FONTI SPIRITUALI DEI MINISTRI DEL CULTO? CHE COSA IMPEDISCE LORO DI DIVENIRE BUROCRATI PIATTI, IMBRONCIATI E PRIVI DI ENTUSIASMO, PERSONE CHE HANNO MOLTI PROGETTI, PIANI E APPUNTAMENTI, MA CHE HANNO PERSO IL LORO CUORE DA QUALCHE PARTE IN MEZZO ALLE LORO ATTIVITA? CHE COSA LI MANTIENE VIVI, VIVACI, ENERGICI E PIENI DI ZELO? CHE COSA PERMETTE LORO DI PREDICARE, INSEGNARE, CONSIGLIARE E CELEBRARE CON UN CONTINUO SENSO DI STUPORE, GIOIA, GRATITUDINE E LODE? TALI SONO L E DOMANDE CHE QUESTO LIBRO SI PONE. ESSE RIGUARDANO IL RAPPORTO TRA LA VITA PROFESSIONALE E LA VITA PERSONALE DI COLORO CHE VOGLIONO LAVORARE AL SERVIZIO DEL VANGELO; ESIGONO UNA ATTENTA RICERCA DELLE CONNESSIONI ESISTENTI TRA IL MINISTERO
Un libro, scritto appena dopo la morte della madre dell'autore, professore e guida spirituale, che sa trasmettere la speranza e il calore di cui ha bisogno chi ha da poco perso una persona cara e molto amata.
Anthony De Mello, gesuita indiano, è amato e conosciuto in tutto il mondo per il suo stile immediato. In questo libro si tracciano le linee fondamentali della sua pedagogia spirituale, attraverso il meglio dei suoi interventi, aneddoti e discorsi.
Nell'anno scolastico 1933-34 a Simone Weil fu assegnata la cattedra di filosofia presso il Lycée de Jeunes Filles di Roanne. Ed è proprio dall'incontro tra questa docente e un'alunna prodigiosa, Anne Guérithault e dagli appunti che questa prendeva, che nascono le Lezioni di filosofia. Suddivise in tre ampie sezioni, le lezioni disegnano un originale percorso teoretico, ricco di osservazioni critiche e di riflessioni metodologiche.