Sono trascorsi oltre cent’anni dal santo passaggio ad altra vita della Serva di Dio, Teresa Helena Higginson (1844-1905). Teresa era una devota insegnante cattolica, nata a Holywell, nel Galles del nord e cresciuta a Gainsborough e Neston.
Da adulta visse a Bootle, Clitheroe, Edimburgo e Chudleigh nel Devon, dove morì. Ella ricevette da Dio molti doni, quali il dono delle guarigioni, della profezia, della bilocazione, le stigmate e giunse alle nozze mistiche. È stata scelta da Cristo per far conoscere al mondo il suo desiderio di vedere adorare il Suo Sacro Capo quale Santuario della Divina Sapienza, in atto di riparazione all’orgoglio intellettuale, grande male del nostro tempo.
Questa edizione propone anche l'introduzione aggiornata dal teologo romano
Rev. Dr. Paul Haffner.
Lady Anne Cecil Kerr, figlia del Maggiore Generale Lord Ralph Drury Kerr KCB e Lady Anne Fitzalan-Howard OBE, nacque il 30 giugno 1883 e morì il 9 agosto 1941.
È ricordata per la sua importanza come assistente sociale e per la sua incessante opera di aiuto ai poveri. Decise di unirsi alle religiose della Società del Sacro Cuore (RSCJ).
Lady Anne ha pubblicato numerose opere tra le quali la vita del suo antenato san Philip Howard, del conte, martire, di Arundel, di suor Mary Martha Chambon della Visitazione e di Teresa Higginson. Cecil Kerr era anche un’artista e scolpì la statua di san David presente nella cappella della Casa di San David per i soldati e i marinai disabili a Ealing.
«Si è sempre fatto così!: per favore non ditele più quelle parolacce». Così papa Francesco ha incoraggiato i giovani a cercare nuove vie per migliorare e salvare il mondo dagli eticismi senza bontà, dai progetti più formali che reali, dagli intellettualismi senza saggezza.
Quaranta persone di origine diversa, uscite dalla routine di una noiosa quotidianità, raccontano con la propria storia personale come sono riuscite a raggiungere la felicità e a cambiare il loro mondo. Favole moderne per adulti che interrogano la vita.
Fino a ieri le buone notizie non erano notizie. Erano brevi di cronaca. Stampa minore. Odoravano di vecchio. I giornalisti guardavano altrove. Rincorrevano procure, questure, preture, mascalzoni, predoni, corrotti, truffatori, manipolatori, speculatori. Perché la stampa deve denunciare, stimolare, far riflettere. È il suo dovere: gli orrori non si possono ignorare. Però quante storie dimenticate, quanto distacco dal mondo della gente comune. L'Italia non è solo quella delle vite sbagliate. È piena di piccoli eroi della normalità, di esempi imitabili, di uomini e donne straordinari che non hanno storia perché nessuno li racconta. Dal premio «Buone Notizie», ai nuovi blog, all'inserto settimanale del «Corriere della Sera» arriva l'invito a guardare anche dall'altra parte: quella del bene che fa notizia. C'è un esercito di persone che combatte ogni giorno una battaglia di civiltà e si impegna per far fare un passo avanti a chi è rimasto indietro. Sono storie di accoglienza, generosità, rinascita, resistenza e coraggio. Storie che parlano di sognatori capaci di inventare il futuro, per sé e per gli altri, di costruire dal nulla progetti destinati a durare. L'imprenditore che apre un ristorante solidale; il medico che restituisce ai bambini non solo la salute, ma anche il sorriso; la ragazza che dopo gli studi diventa contadina, per far rivivere la sua campagna; il prete che trova il lavoro ai ragazzi del rione Sanità a Napoli; il lavoratore licenziato che rimette in piedi l'azienda. Alcuni di loro hanno fatto notizia. Altri meno. Insieme rappresentano un antidoto al pessimismo che ci perseguita. Sono l'Italia di un nuovo racconto giornalistico. L'Italia delle good news.
«Esistono molte cose nella vita che catturano lo sguardo, ma poche catturano il tuo cuore: segui quelle». Un'affermazione di Winston Churchill, che ben si adatta a questo volume, scritto per «catturare» il cuore dei giovani e incoraggiarli ad aprirsi ai meravigliosi, e spesso inattesi, progetti di Dio. Il libro raccoglie testimonianze di vita cristiana nella quotidianità del matrimonio e del lavoro di personaggi famosi e non (Miss Italia come Giusy Buscemi, popstar come Nek, imprenditori, sportivi, avvocati, dirigenti d'azienda, insegnanti, poliziotti, educatori, persino ex criminali...), uomini e donne «normali» oppure «straordinari», come, ad esempio, la vergine consacrata a Baghdad o chi nasce senza le braccia e riesce a dedicarsi alla pittura e alla danza; senza dimenticare chi è chiamato al sacerdozio o alla vita monastica. Sono voci, gesti e parole che risvegliano il desiderio di santità, soprattutto tra i giovani, perché come ha scritto Antoine de Saint-Exupéry, «se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto ed infinito». In tal senso anche Papa Francesco ha esortato le ragazze e i ragazzi del nostro tempo: «Noi cristiani non siamo scelti dal Signore per cosine piccole, andate sempre al di là, verso le cose grandi. Giocatevi la vita per grandi ideali!»
Inviso agli ustase di Ante Pavelic, ai nazisti, ai fascisti, ai cetnici e ai comunisti di Tito, l'arcivescovo di Zagabria Alojzije Viktor Stepinac (1898-1960) non ebbe né le doti di un raffinato politico, né le astuzie di un faccendiere, né i tatticismi di uno stratega di partito, né l'irruenza del fazioso. Egli operò per difendere la Chiesa da eventi che travolsero la Croazia. Oggi, nuovi documenti ne mettono in luce la condanna del razzismo, le denunce dei crimini, la difesa dei perseguitati, le operazioni umanitarie. Affrontò carcere e domicilio coatto per essersi opposto al tentativo statale di assoggettare la Chiesa croata al comunismo di Tito. Creato cardinale, scelse di rimanere nel luogo ove era stato relegato. Morì prima di affrontare un secondo processo.
Odete Vidal Cardoso (1930-1939) appartenne a una delle più ricche famiglie di Rio de Janeiro. Nessuno però la ricorda per questo: la sua tomba nella Basilica della Immacolata Concezione è costantemente ricoperta di fiori da persone di ogni ceto sociale.
«Ciò che più mi impressionava in quella straordinaria bambina era il suo ardente desiderio, fin da quando ebbe l’uso della ragione, di farsi santa. Per lei farsi santa significava amare infinitamente Nostro Signore, desiderio che manifestò in ogni momento della sua vita. Il Signore, secondo il Suo misterioso disegno, manifestò in questa bambina, dopo i suoi tre anni, la sua predilezione e Odetinha corrispose a quel che Dio aveva prestabilito. Chiedeva alla madre, che quotidianamente partecipava alla Santa Messa, di portarla con lei, anche se fosse di mattina presto, per potersi stringere a lei dopo che aveva ricevuto la Santa Comunione, perché diceva che in questo modo poteva abbracciare Gesù». Così ha raccontato monsignor Alfir Barreto Araújo, che ha frequentato la famiglia di Odette sin dal 1934, prima come giovane seminarista e poi come sacerdote.
Cosa c’era in quella bambina da renderla tanto speciale da poterla annoverare tra le piccole mistiche dei nostri tempi?
La biografia di Odetinha, come veniva chiamata, ne ricostruisce l’esistenza terrena, basandosi su testimonianze di quanti l’hanno conosciuta, e ci restituisce la singolare figura di bambina precoce nella fede. Infatti come nelle varie arti sono esistiti, ed esistono, i bambini precoci, i piccoli geni, così è avvenuto, e avviene, per la fede. Dimostrò nella breve vita una maturità che la portò a ripetere, sul letto di morte: «Mio Gesù, mio Amore, mia vita, mio tutto!».
Il card. Orani João Tempesta, arcivescovo di Rio de Janeiro, ha dichiarato che Odetinha «è un segno per rendersi conto che in ogni epoca dell’umanità e in ogni momento della nostra vita si ha l’opportunità di santificarsi».
L'autrice, dall'analisi delle opere di Enrico Suso, trae le linee portanti della spiritualità di questi ed evidenzia come Suso sia un testimone significativo della teologia spirituale e dell’esperienza mistica, così importante nella letteratura tedesca del XIV secolo.
Questo mistico si inserisce a pieno titolo nella storia del movimento spirituale ed ha sviluppato forme di mistica profondamente vissute che toccano direttamente la dottrina dell’Amore di Dio.
Per queste ragioni risulta moderno ed attuale e la sua esperienza può essere riproposta anche oggi.
La concomitanza di due eventi: la beatificazione di Teresio Olivelli, martire della Resistenza (3 febbraio 2018, Diocesi di Vigevano) e la commemorazione del centenario della nascita del filosofo Alberto Caracciolo (San Pietro di Morubio - VR, suo paese natale, 21 gennaio 2018) ha riportato alla luce una vicenda lontana nel tempo, ma tuttora densa di significati e degna di essere ricordata. La forza morale, l'intensità di vita, l'alto senso di carità che illuminano la vicenda terrena di Teresio Olivelli possono infatti essere di aiuto come esempio capace di orientare in modo più profondo l'esistenza degli uomini d'oggi, certamente più sfiduciati e forse più inclini a una prospettiva laica, ma pur sempre alla ricerca di un senso fondamentale del vivere.
Nato nel 1825 da una famiglia di antica nobiltà: piemontese, partecipa da giovanissimo, come ufficiale, alla Prima guerra di indipendenza. Alla Sorbona di Parigi studia poi scienze naturali. Entra in contatto con i membri della Conferenza di San Vincenzo e conosce Federico Ozanam. Tornato a Torino, nel 1853 lascia definitivamente la carriera militare e, senza dimenticare gli interessi scientifici, comincia a interessarsi ai problemi sociali della città:, diventando il fulcro di una serie di iniziative efficaci e spesso originali. Ordinato sacerdote a Roma, morirà: a Torino nel 1888.
Il libro si presenta come la raccolta dei pensieri contenuti nel diario di Giovanna, una giovane donna sposata e madre di due bambini che, dopo una dolorosa malattia, nasce al Cielo il 28 luglio 2008, appena trentasettenne. Il fratello di Giovanna, Domenico, ne ha raccolto i pensieri affinchè la sua esperienza rappresenti la testimonianza di un grande dolore vissuto nella fede di Cristo e nella speranza della vita eterna.
Michele Guzzardi racconta la sua conversione avvenuta in carcere, l'impulso instancabile nel darne testimonianza, l'impegno straordinario del movimento ecclesiale "Rinnovamento nello Spirito Santo" all'interno degli istituti penitenziari. Parole che commuovono, interrogano, spingono a portare il Vangelo di Cristo nella grande e complessa periferia del carcere, spesso dimenticata, ma così ricca di sorprendente umanità.
In questo volume si presenta la parte più significativa della documentazione ufficiale sulla quale si è fondato il giudizio della Chiesa circa la santità di Mariam di Gesù Crocifisso. Ripercorrendo le tappe del processo di beatificazione di Mariam Baouardy e le dichiarazioni di numerosi testimoni, emergono i tratti delle sue virtù, che fanno risaltare con ricchezza e precisione la «risposta cosciente e irrevocabile alla sua vocazione di santità» (Giovanni Paolo II). In fondo al volume, si trovano il "Breve" di beatificazione e la "Bolla" di canonizzazione.