
Il Giusto 1 aveva messo in rapporto l'idea di giustizia in quanto regola morale con la giustizia in quanto istituzione. Se gli studi raccolti ne Il Giusto 2 proseguono tale orientamento - e ne danno testimonianza i testi che vertono sui rapporti fra la morale e l'etica, la giustizia e la vendetta - l'aggettivo «giusto» è ormai ricondotto alla sua scaturigine concettuale, al to dikaion greco dei Dialoghi socratici di Platone. Questo ritorno all'uso estensivo del «giusto», laddove l'aggettivo neutro viene eretto a sostantivo, autorizza ad aprire il campo concettuale indagato. Tale è la particolarità de Il Giusto 2. Si ritaglia, allora, un nuovo spazio di senso, che consente di impegnarsi in un'ampia riflessione filosofica sul giusto. Da cui le meditazioni originali sulla traduzione, l'universale e lo storico, l'autonomia, l'autorità e la vulnerabilità. Parallelamente, siffatta estensione del concetto conduce ad esaminare le etiche regionali e le forme di giudizio che ad esse corrispondono, a cominciare dal giudizio medico. Ne Il Giusto 2, si potrà anche leggere la testimonianza pronunciata da Paul Ricoeur nel quadro del processo del sangue contaminato.
Una sintesi della materia dalla nascita della filosofia alle correnti contemporanee, passando per l'età classica ed ellenistica, la filosofia cristiana e la scolastica, l'umanesimo, il razionalismo e l'empirismo, l'illuminismo e il criticismo kantiano, l'idealismo e il positivismo e il pensiero novecentesco.
Questo libro rappresenta la terza tappa di una ricerca sui Fondamenti logici e ontologici delle scienze, condotta nell'ambito dell'Ist. Veritatis Splendor" (Bo) in collaborazione con l'Ist. Filosofico di studi tomistici (Mo). "
Questo testo è una delle fonti ispiratrici della Enciclica Deus Caritas Est" del Santo Padre Benedetto XVI. "
Introduzione a quella importante corrente filosofica contempranea denominata "filosofia analitica", alle sue tematiche e ai suoi principali rappresentanti. Al contrario di tante altre introduzioni all'analitica, la presente non richiede una conoscenza previa della sua terminologia specialistica o del simbolismo logico. Per queste sue caratteristiche, l'opera potrà essre utile agli studenti che nei loro studi filosofici non hano ricevuto una formazione analitica ma sono interessati a cooscere meglio questa forma di pensiero.
Il libro considera le diverse correnti della filosofia della mente e presenta una visione antropologica ispirata a premesse aristoteliche e tomistiche, nelle quali i livelli della persona (neurovegetativo, somato-sensitivo, spirituale) sono fortemente integrati. La filosofia della mente è un'area del pensiero contemporaneo tipicamente interdisciplinare. Nasce, in parte, dalla filosofia analitica, ma soprattutto da problemi epistemologici e antropologici suscitati dalle scienze cognitive, la filosofia computazionale e la psicolinguistica.
I fondamenti metafisici della conoscenza estetica.
Perché decidere? Come decidere? Possiamo pensare di cercare di raggiungere una qualsivoglia certezza attraverso la decisione?
In questo libro, un percorso filosofico, teologico ed esistenziale attraverso testi e testimonianze di alcuni autori, conduce a capire le implicanze fondamentali portate nella nostra vita dal quotidiano esercizio del decidersi.
Dalla bellezza a Dio passando dalla ragione alla liturgia. Quella di Radaelli e' una salita alla bellezza spiritualmente vertiginosa, un'ardita costruzione teologico-estetica che presuppone ed espone, con stile appassionato, un intero e compiuto universo, nel quale il problema estetico non e' che la prospettiva privilegiata dalla quale guardare al mistero dell'uomo e della creazione tutta. Per la prima volta nella storia della filosofia viene mostrata la fondamentale unita' tra pensiero e realta'. L'Autore sottolinea con forza la destinazione cristiana di un'autentica scienza del bello". Questo cuore e' il mistero del Deus-Trinitas. Centrale, in questo senso, e' la nozione di "immagine" (imago) che, in quanto nozione fondamentale di ogni estetica, e' anche e soprattutto, uno dei due nomi, assieme a quello di Verbum, del Figlio. "
I valori non negoziabili della legge naturale difesi e spiegati con fare divertente. Il politico di estrazione levantina, lo psicologo presenzialista del tubo catodico, il cattedratico corsivista d'eccezione su tabloid nazionali e non, e altri simili maitres a penser, hanno ormai persuaso i piu' di un fatto strano e inquietante. Il fatto e' il seguente: il sostantivo diritto" deve essere applicato ad una serie di atti che invece di recare felicita' all'uomo lo deprimono e lo umiliano. "Diritti" come quello di non sapere che faccia avrebbe avuto il figlio soppresso nel ventre della madre, o di farsi uccidere grazie ad una firmetta a pie' di pagina sul proprio testamento biologico, o di mandare a fondo un matrimonio quando i fiori sull'altare sono ancora freschi, regalano drammi e ferite laceranti a molti. Un diritto invece e' un qualcosa di buono che appaga l'uomo in profondita'. Lo gratifica perche' lo realizza. "