L'Opus Dei è la prima e finora unica prelatura personale della Chiesa cattolica. Ma che cosa sono, esattamente, le prelature personali previste dal Concilio Vaticano II? Questo studio ne traccia il nitido profilo teologico e canonico, attingendo anche all'esperienza pastorale dell'Opus Dei, fondata da san Josemaría Escrivá nel 1928. L'innovativa interpretazione dell'autore si basa sul rapporto tra il sacerdozio comune dei fedeli laici e il sacerdozio ordinato dei chierici, che innerva la struttura della Chiesa stessa.
**********LA NOSTRA RECENSIONE DI FRANCESCO BONOMO**********
Tra i Padri della Chiesa e gli scrittori ecclesiastici emerge poderoso Tertulliano. Dagli studi e dalle letture, egli rimane famoso per la sua passione per la verità e per il Dio vero del Cristianesimo opposto agli dei falsi dei pagani. Una delle sue opere, l'Apologeticum, identifica in Tertulliano il suo intento di difesa del Cristianesimo perché religione vera e ragionevole. Riferirci a Tertulliano ed al suo stile forte e schietto in difesa della fede è il pretesto per una riflessione.
Oggi in ambito teologico l'apologetica è passata di moda e gli odierni apologeti sono apostrofati come rappresentanti di retaggi culturali e religiosi non più consoni al nostro mondo moderno e post-moderno. Eppure nel contesto ecclesiale di una ripresa dell'impegno di evangelizzazione e di un anno dedicato alla fede, risuona ancora l'urgenza della testimonianza di gioia, di verità e di razionalità dell'impegno cristiano. Molteplici stili e forme esprimono oggi una nuova apologetica. Si tratta della propagazione semplice delle realtà che il Cristianesimo porta con sé. Essere cristiani indica fare una scelta continua per quel Gesù che i Vangeli e la Tradizione della Chiesa annunciano senza sosta. Ma come parlare di questo tipo di libertà in un contesto in cui la scelta religiosa o è messa aprioristicamente da parte perché senza ragioni sperimentabili o è esaltata in scenari confusi, sfuocati e banali, in cui di Dio si hanno percezioni mutevoli e livellate? La risposta ad una domanda che scuote viene dal un nuovo libro di Pippo Corigliano, per quarant'anni portavoce dell'Opus Dei in Italia, Quando Dio è contento, il segreto della felicità, edito con i tipi della Mondadori. Tra queste pagine si trova una nuova apolegetica che mette da parte le profondità accademiche e gli scadimenti popolari per dare spazio ad una difesa ardente della fede, dell'adesione a Dio nelle pieghe del quotidiano senza orpelli e senza schermi. Questo nuovo libro lo consideriamo una nuova difesa perché ribadisce, afferma, racconta la scelta di vita alla sequela di Cristo in un ambiente che sempre più lo rifiuta o lo svilisce.
Di fronte al pallore di Cristo che appare snaturato, distorto e sempre più privato della sua divinità nei frammenti delle diverse espressioni culturali, nei film, nei teatri, nei media con le istantanee dei network e dei cinguettii, dalle pagine di Pippo emerge invece un Dio vivo e vero, presente nel quotidiano, operante. L'Autore comunica ai suoi lettori una possibilità. Essere cristiani in questo mondo porta con sé la scelta per la felicità. Affermando ciò non ci si nasconde dietro sorrisi e bei pensieri. Le difficoltà, i dolori ed i turbamenti non mancano ma rimane certezza che Dio agisce e che scegliere lui non è intraprendere una via di rinunce e di diminuzioni ma è la via della pienezza in cui l'uomo ritrova se stesso e l'altro, la sua grandezza, la sua eccellenza, la sua vocazione ad entrare in comunione con Lui.
Descrizione del libro:
Tolstoj affermava che «il segreto della felicità non è di far sempre ciò che si vuole, ma di voler sempre ciò che si fa». E come lui in molti si sono chiesti quale fosse la «ricetta» per una vita felice. Ma forse una verità così profonda non si ricava da teorie o aforismi; va cercata piuttosto nel cuore di ciascuno, chiamato a vivere una vita piena e feconda al di là dei miraggi (denaro e potere, sesso e apparenza) che oggi la società tende a inseguire come mete della felicità.
È il cammino interiore cui ci invita Pippo Corigliano in queste pagine, nelle quali ripercorre gli incontri e le scelte che hanno segnato la sua esperienza, in un viaggio alla scoperta delle persone davvero felici che ha incontrato: non solo i suoi «maestri», Giovanni Paolo II e Josemaría Escrivà, che gli hanno insegnato quanta gioia possa scaturire da un sentimento di affetto sincero per il prossimo, ma uomini e donne che, in famiglia e sul lavoro, sono capaci di prendersi cura di chi hanno intorno, sanno essere miti, distaccati in modo giusto dai beni materiali, «seminatori di pace». Solo chi sa davvero voler bene, infatti, può aspirare a essere felice, perché la sua felicità si rispecchia nel dono che fa di sé agli altri.
È la logica del servizio, la stessa esortazione a «entrare nel mondo dell’altro» che Gesù fa nel Vangelo attraverso la parabola del buon samaritano. Perché, in fondo, percorrere la strada della felicità significa scegliere di «vivere come Gesù»: lasciandosi alle spalle l’egoismo, accettando la sofferenza, facendosi di nuovo figli piccoli del Padre. Realmente felice – ci dice in definitiva Corigliano – è chi vede nel mondo intorno a sé il compito perfetto che in esso è chiamato a svolgere, un compito d’amore.
Allora tutto assume un sapore diverso e i «momenti del cuore», gli istanti di più intensa gioia, diventano quelli condivisi con gli amici, giacché solo «quando sono aperto alla grande felicità sono anche capace di apprezzare appieno le piccole felicità, quelle piccole gioie alla portata di tutti che ora, però, cambiano di valore».
Cammino, il capolavoro di san Josemaría Escrivá, è un insieme di pensieri per la meditazione innervati da una spiritualità profonda e umana che incoraggia a cercare il soprannaturale nella vita di tutti i giorni.
Cos'ha detto Gesù a proposito del paradiso e della vita eterna? I cristiani si chiedono mai come sarà il paradiso? Le domande che si pone Pippo Corigliano, da quarant'anni portavoce dell'Opus Dei in Italia, hanno lo scopo di illuminare uno degli aspetti più pregnanti e meno conosciuti delle Sacre Scritture. Mentre, infatti, dell'inferno e del purgatorio si discute spesso e talvolta a sproposito, del paradiso e di ciò che ci attende dopo la vita terrena si parla poco e male. E, invece, mai come oggi l'uomo ha bisogno di sentirsi dire che il paradiso c'è e ci sta aspettando. Con uno stile chiaro e limpido, l'autore analizza i passi più suggestivi offerti dalla lettura dei Vangeli, con particolare attenzione al tema della vita eterna che Gesù affronta più volte insieme ai suoi discepoli. Argomenti come la fede, la vita interiore dopo la morte e l'esistenza di un aldilà dove possa inverarsi l'atteggiamento del buon cristiano di fronte al mondo diventano elementi di riflessione positiva da applicarsi alla vita quotidiana, sia che si parli di amicizia, di amore, di lavoro o di affetti verso il prossimo. Un libro stimolante e pieno di fiducia nelle virtù dell'uomo, per conquistare il paradiso.
Che cosa fa un direttore spirituale? Affianca la persona in cammino, la aiuta a discernere, le offre consigli frutto di saggezza e di esperienza, prega per lei. E tutto questo senza invadere il santuario della coscienza né condizionare in alcun modo la libertà. Questo libro contiene molta esperienza e sarà utile ai direttori spirituali. Non si ferma agli accorgimenti pratici su come gestire i colloqui. Molto più a fondo si domanda, come devono fare i direttori, di che cosa hanno bisogno le anime, quali sono le aspirazioni da suscitare in esse, quali i disturbi e le malattie più frequenti o più gravi. Per concludere che questo compito non si può svolgere se non a partire da una vita interiore profondamente radicata in Cristo. Ma per le stesse ragioni sarà altrettanto utile a chi riceve la direzione spirituale, che in queste pagine troverà orientamento per accostarsi ai colloqui adeguatamente disposto e per saper applicare i consigli alla pratica.
Il 26 marzo 1959 moriva a Barcellona Montserrat Grases. In luglio avrebbe compiuto diciott'anni. Presto si cominciò a diffondere la sua fama di santità, tanto che l'Arcivescovo di Barcellona, mons. Gregorio Modrego, nel 1962 ne aprì l'allora chiamato Processo informativo, che si chiuse nel 1968. Oggi si può dire conclusa l'esposizione sistematica delle sue virtù eroiche, secondo le nuove norme canoniche. Il postulatore della causa, mons. Flavio Capucci, offre qui un profilo di Montse tratto dalle deposizioni dei testi e dai suoi appunti di coscienza. Ma che cosa aveva la giovanissima Montse perché la si possa innalzare alla gloria degli altari? Esteriormente si direbbe una ragazza normalissima. Ma la vocazione all'Opus Dei e una fulminea e dolorosa malattia la portarono a una maturità umana e spirituale straordinaria. Il suo impegno verso una stretta unione con Gesù e la sua lotta concreta per migliorare nelle virtù cristiane sono un esempio imitabile e incoraggiante.
Lorenzo Revojera in questo nuovo lavoro si cimenta con la personalità di un Santo dei nostri tempi, San Josemaría Escrivá, fondatore dell'Opus Dei, in un'ottica particolare: i viaggi e le permanenze del Santo in Lombardia, a partire dall'incontro con il cardinale Schuster nel 1948 fino all'ultima sua presenza nel 1973. Dall'interazione con varie località lombarde e dal racconto di aneddoti e testimonianze personali, emerge un ritratto simpatico e profondo di colui che Giovanni Paolo II ha definito "il Santo dell'ordinario".
"Come Gesù" è il primo libro sul celibato apostolico del laico che vive nel mondo, coniugando la dimensione civile dell'esistenza mondana con quella della gratuità. Mauro Leonardi disvela questi nuovi orizzonti del cristianesimo con una prosa diretta e fortemente evocativa, affrontando il tema dell'innamoramento come dell'amore sponsale, ma concentrandosi in primo luogo sull'amore di amicizia. Infatti, proprio in quest'ultimo risiede l'essenza del celibato apostolico ed è alla base delle altre forme di amore e delle relazioni interpersonali in quanto tali. Ogni persona che si incontra nel cammino della vita è un dono: questa è la tesi fondamentale del libro che trova arricchimento e ulteriore sostegno nella meditazione di Giovanni Paolo II ("Il dono disinteressato") che conclude il percorso dell'autore. Il card. Julián Herranz, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, così scrive nella Prefazione: "l'Autore espone con elegante vivacità le principali caratteristiche del 'celibato laicale', che mi pare si potrebbero sintetizzare così: la completa donazione personale a Cristo 'amicizia indiviso corde con lo Sposo della Chiesa', la filiazione divina vissuta come Lui nella perfetta obbedienza alla volontà del Padre e il costante impegno apostolico di diffondere il messaggio cristiano 'in' e 'attraverso' il lavoro e le altre ordinarie circostanze della vita secolare".
«Questo libro è un esperimento. Di san Josemaría Escrivá esistono molte biografie valide e ben scritte. Esistono anche diverse pubblicazioni fotografiche ricche di immagini. Quello di cui si sentiva il bisogno era un testo che riuscisse a mettere assieme le due cose: la vita di san Josemaría narrata attraverso immagini e racconti. Un testo che ricreasse ciò che accade quando si sfoglia un album fotografico in famiglia e, indicando le foto, si chiede a genitori e parenti di raccontare le storie delle persone che vi sono ritratte.
Sono state scelte oltre un centinaio di immagini. Quelle più significative. Quelle che rappresentano momenti, luoghi e persone che hanno avuto un posto nella vita del fondatore dell’Opus Dei. A ciascuna immagine è stato abbinato un testo. Per ogni istantanea un pezzo di storia.
Il libro inizia dall’infanzia di san Josemaría e, attraverso le tappe principali della sua vicenda umana – dalla chiamata che sentì ancora giovanissimo alla fondazione dell’Opus Dei, dagli anni romani alla diffusione dell’Opera nel mondo –, finisce con il raccontare che cos’è l’Opus Dei oggi. Le due cose sono profondamente legate. Non si può capire infatti questa “mobilitazione di cristiani disposti a sacrificarsi con gioia per gli altri, a rendere divini tutti i cammini umani della terra” – come il fondatore stesso la definiva – se non a partire dall’esempio cristiano e dall’amore per il mondo creato da Dio che egli stesso apprese dai suoi genitori.
Una sezione è stata riservata alla storia dell’Opus Dei in Italia, alle persone che per prime iniziarono le attività apostoliche e alle iniziative sociali che ancora oggi sono al servizio di tutti nel nostro paese. E non poteva mancare un capitolo dedicato a monsignor Álvaro del Portillo, primo successore di san Josemaría, di cui è in corso il processo di beatificazione.»
Bruno Mastroianni
Nota sull'Autore: Bruno Mastroianni (1979), laureato in filosofia, si occupa di comunicazione e di relazioni con i media. Lavora presso l’Ufficio Informazioni della Prelatura dell’Opus Dei (www.opusdei.it) dove cura le relazioni con i giornalisti italiani. è docente incaricato di Media Relations presso la facoltà di comunicazione della Pontificia Università della Santa Croce (www.pusc.it). Scrive su quotidiani e periodici su temi di religione, società e cultura.
*************LA NOSTRA RECENSIONE*************
Colui che mai non vide cosa nova
produsse esto visibile parlare,
novello a noi perché qui non si trova.
(Purg X, 94-96)
Dante, scortato dal suo maestro Virgilio, nello scalare il monte del Purgatorio, giunge dinnanzi ad un qualcosa di meraviglioso e strabiliante per gli occhi di un uomo. Dopo la prima salita, Dante raggiunge il girone in cui le anime vengono purificate dalla superbia. Guardandosi intorno egli scopre sulla parete della montagna un bassorilievo dalle forme stupende, così belle da sembrar vere e gli nasce la meraviglia per qualcosa che sulla terra non è realizzabile o sperimentabile. Avvicinandosi scopre che ciò che lui vede scolpito nella roccia realmente è capace di dialogo, di comunicazione con l'osservatore.
Questa suggestione dantesca spesso è stata applicata o alla scrittura o alle arti estetiche. La scrittura come elemento visibile, su carta, pergamena, roccia o bronzo e così via, è capace di trasmettere qualcosa al lettore nelle forme più varie del testo scritto e nella principale azione del leggere. Anche le immagini, con un livello comunicativo differente, sono in grado di entrare in dialogo con l'osservatore, catturandone l'attenzione e fornendogli le suggestione mediate dai colori, dalle pennellate e dalle forme che in esse sono composte.
Sollecitati dalla Commedia e restando ancorati all'ambito della lettura, ci troviamo dinnanzi ad un'iniziativa editoriale sulla quale è possibile fermare l'attenzione a partire da due rilievi.
In primo luogo il volume curato da Bruno Mastroianni, San Josemaría Escrivá. Una biografia per immagini del fondatore dell’Opus Dei, edito da Lindau nella collana i “I pellicani”, pensato e voluto come un testo agiografico in cui si intrecciano la forte santità del Balaguer e la familiarità che di lui hanno i membri dell'Opus Dei, è un generoso contributo per la comprensione della santità come esperienza concreta: la vita di fede, di preghiera e di conversione non fanno riferimento a degli ideali astratti ma sono le categorie di un vissuto concreto ed autentico alla sequela del Signore. La Verità diviene quindi la regola della propria esistenza. Il secondo rilievo ha come oggetto la suggestione dantesca con cui abbiamo iniziato. Questa nuova raccolta biografica su san Josémaria Escrivà ha il pregio di ricondurci all'esperienza di Dante nel primo girone del Purgatorio. Come egli si era lasciato prendere dalle immagini scolpite e dalle battute che alternativamente si scambiano, così il lettore può stupirsi nel vedere le immagini di san Josémaria lette alla luce del testo che le accompagnano. In molti potranno riconoscere e fissare nella memoria l'opera stupenda che Dio ha compiuto nel suo servo José. Le sue intuizioni e la sua testimonianza evangelica, trasmesse con la mediazione del testo scritto, si imprimono nella memoria e nell'anima come tutte le cose autentiche. Una biografia di un santo come il Balaguer costituisce allora un visibile parlare.
Inoltre nel girone del Purgatorio il bassorilievo ha la precisa funzione di ricondurre le anime all'umiltà, alla coscienza della propria condizione dinnanzi alla potenza creatrice di Dio. Possiamo trovare una funzione al visibile parlare di san Josémaria? La funzione principale è l'invito a vivere il Padre nostro, a rendere reale in ogni comportamento quotidiano il fiat voluntas tua; la vita e l'opera dell'Escrivà sono anche uno sprone a credere nell'efficacia dei sacramenti e della Parola di Dio come mezzi essenziali per realizzare la santità della propria vita nel quotidiano che ci attende. Dalla vita di san Josémaria, che Bruno Mastroianni ha raccontato e mostrato in una lodevole sintesi, si percepisce tra le linee una delle caratteristiche della realtà ecclesiale che ha creato l'Opus Dei.
Parlare dell'opera di Dio rammenta il versetto evangelico “Gesù rispose loro: "Questa è l'opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato" (Gv 6, 29) e la Regola di san Benedetto quando tratta dell'Ufficio divino e delle celebrazioni liturgiche e afferma: “non si anteponga nulla all'opera di Dio" (43,3) . La fede nel Figlio di Dio e la liturgia sono quindi indissolubilmente unite e diventano un potente mezzo d'azione sugli uomini. Quando infatti il culto della Chiesa è celebrato con arte e vissuto, quando la fede professata diviene il modo in cui si declinano le scelte e le opere degli uomini tutto questo produce un effetto grandioso e luminoso dal quale non ci si può sottrarre.
La vita di san Josémaria è stato un farsi rivestire della grazia per accompagnare, soccorrere, consolare, accogliere e formare all'opera di Dio. Una vita eloquente nella semplicità del Vangelo e della sua perenne radicalità.
Francesco Bonomo
Nona edizione italiana di quest'incantevole meditazione dei misteri del Santo Rosario che colloca il lettore al centro delle scene, per parteciparvi nella preghiera. Un «classico» della spiritualità tradotto in venti lingue, con un ricco apparato iconografico a colori e l'aggiunta dei misteri luminosi.
Sulla scorta degli insegnamenti di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, mons. Javier Echevarría, prelato dell’Opus Dei, propone un itinerario spirituale per conoscere e amare ogni giorno di più la santa Messa. Il testo, ripercorrendo i singoli momenti della liturgia, offre profondi spunti di riflessione personale per i sacerdoti e per i laici; è arricchito, inoltre, da numerose espressioni di san Josemaría Escrivá che, ricordando la chiamata universale alla santità, indicò il santo Sacrificio come «il centro e la radice» della vita di ogni cristiano.
Scrive l’Autore nella Presentazione: «Ho desiderato promuovere lo spirito liturgico, che porta a curare il rapporto con Cristo non solo durante la Messa, ma lungo tutta la giornata, e a comunicarlo ad altre persone. Sono stato mosso, in definitiva, dal desiderio di aiutare a concretizzare – per me stesso e per molte altre persone – la grande aspirazione di san Josemaría: “Dobbiamo, anzitutto, amare la santa Messa, che deve essere il centro della nostra giornata. Se si vive bene la Messa, come è possibile poi, per tutto il resto del giorno, non avere il pensiero in Dio, non aver la voglia di restare alla sua presenza per lavorare come Egli lavorava e amare come Egli amava?”».