
Nel 397 d.C., mentre scorrevano gli ultimi mesi dell'esistenza del protagonista, Sulpicio Severo pubblicò la Vita sancti Martini. Poco dopo ne completò la trama con tre Lettere: la prima per raccontare la singolare circostanza in cui il santo era miracolosamente scampato a un incendio; le altre due per narrarne la morte e i gloriosi funerali. Alcuni anni dopo (nel 404 o nel 405), a completamento di questo dossier martiniano, uscirono dalla stessa penna i Dialoghi. Intento dichiarato di Sulpicio Severo era dimostrare la superiorità del vescovo di Tours su tutti i padri del deserto, sui quali si narravano fatti straordinari. Tra le righe si avverte soprattutto la volontà di difendere la memoria del Santo contro gli agguerriti avversari. L'apologia si estendeva anche al movimento ascetico, che da Martino era nato e al quale Sulpicio e i suoi amici aderivano, ritirati nella esclusiva tenuta di Primuliacum. I tre testi, uniti dai copisti medievali nella raccolta del “Martinellus”, godettero di grande fortuna nel corso dei secoli e furono determinanti per il sorgere e lo svilupparsi della venerazione verso questo santo.
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Vissuto tra il V e il VI secolo d.C., originario della Siria, Romano il Melode è l'autore più rappresentativo della letteratura poetica della Chiesa cristiana d'Oriente. La sua opera, qui pubblicata in due tomi, raccoglie ottantanove contaci - componimenti poetici costituiti da un numero variabile di stanze - che sulla base del contenuto si possono dividere in tre gruppi: gli inni che si ispirano ad episodi dell'Antico e Nuovo Testamento; gli inni parenetici o penitenziali; quelli di carattere agiografico. Rispetto ad altri innografi, ciò che caratterizza la produzione del Melode è l'estrema cura formale, ma il compito che si propone l'Autore è quello del catechista più che del poeta: l'uso della retorica, i giochi di parole, le corrispondenze lessicali, le immagini grandiose e le ricercate metafore sono finalizzate a spiegare i significati sottintesi della Bibbia e l'elevazione morale degli ascoltatori. Il volume è il primo di due tomi.
Vissuto tra il V e il VI secolo d.C., originario della Siria, Romano il Melode è l'autore più rappresentativo della letteratura poetica della Chiesa cristiana d'Oriente. La sua opera, qui pubblicata in due tomi, raccoglie ottantanove contaci - componimenti poetici costituiti da un numero variabile di stanze - che sulla base del contenuto si possono dividere in tre gruppi: gli inni che si ispirano ad episodi dell'Antico e Nuovo Testamento; gli inni parenetici o penitenziali; quelli di carattere agiografico. Rispetto ad altri innografi, ciò che caratterizza la produzione del Melode è l'estrema cura formale, ma il compito che si propone l'Autore è quello del catechista più che del poeta: l'uso della retorica, i giochi di parole, le corrispondenze lessicali, le immagini grandiose e le ricercate metafore sono finalizzate a spiegare i significati sottintesi della Bibbia e l'elevazione morale degli ascoltatori. Il secondo tomo completa la pubblicazione.
LA COLLANA - Scrittori della Chiesa di Aquileia: Un grande affresco storico della Chiesa di Aquileia, a partire dalle origini fino al XV secolo, nato nel clima della nuova fioritura di studi sull’organizzazione ecclesiastica e sulla vita religiosa, e i suoi intrecci con la storia civile veneziana. Il progetto è quello di raccogliere in edizione bilingue latino-italiana tutti i testi teologico-pastorali e storici della Chiesa aquileiense, per valorizzare e attualizzare il suo grande patrimonio di fede, di cultura e di elaborazione teologica. Per i testi prescelti, si è stabilito di utilizzare l’edizione critica latina più autorevole attualmente esistente, affiancandola con una scorrevole traduzione italiana, preceduta da un’introduzione di carattere storico, per dar vita ad un’opera di alta divulgazione scientifica. La cura e le introduzioni sono affidate ad una trentina di esperti, studiosi della Chiesa di Aquileia e docenti presso le Università di Padova, Roma, Bari, Firenze, Trieste. Il programma prevede la pubblicazione di 14 volumi, alcuni dei quali in più tomi, con la cadenza di unodue volumi l’anno. L’opera è promossa dalla Fondazione Società per la conservazione della Basilica di Aquileia”. Paolino di Aquileia - Autore
Gregorio di Nissa è unanimemente riconosciuto come una delle figure più attraenti del secolo IV, come l'uomo di più vasta cultura filosofica e teologica dell' epoca, e come uno dei pensatori più rilevanti della patristica greca. Si tratta di un grande teologo e, nello stesso tempo, di uno degli autori di teologia spirituale più importanti di tutta la storia. Non suscita, dunque, meraviglia che la sua figura e i suoi scritti abbiano attirato l'attenzione degli studiosi con un interesse e una universalità in continua crescita. Con l'intento di fornire una sintesi scientificamente aggiornata delle acquisizioni della ricerca e stimolare ulteriori approfondimenti sulla materia è nata la presente opera: un dizionario sul pensiero, la teologia, gli scritti, l'ambiente storico-culturale in cui visse Gregorio di Nissa. Alla fine del Dizionario si è introdotta una sezione intitolata "Percorsi di lettura", che raccoglie tematicamente diverse voci, permettendo al lettore di farsi un'idea piùcompleta dello stato attuale della ricerca nel concreto ambito trattato, a partire dalla varietà degli approcci degli Autori dei diversi articoli, che fanno riferimento a tale tema.
Uno strumento aggiornato ed esaustivo per conoscere la vita, l'opera e l'influenza di Agostino di Ippona (354-430 d.C.), uno dei più grandi personaggi della storia della Chiesa e del pensiero occidentale. Frutto del lavoro di un'équipe internazionale di circa 150 studiosi, comprende 500 voci che coprono tutte le aree di ricerca degli studi agostiniani: - la vita, con particolare riferimento al complesso contesto politico e alle eresie che caratterizzarono l'epoca in cui visse (dall'arianesimo al donatismo, dal manicheismo al pelagianesimo); - gli scritti; - il pensiero; - l'autorità: gli effetti esercitati dal pensiero agostiniano su temi etici e sociali di attualità, come l'aborto, l'adulterio, la contraccezione, il suicidio, la guerra, ecc. - il ruolo culturale: il ripensamento critico cui Agostino ha sottoposto le dottrine classiche e cristiane - da Platone a Plotino, da Ireneo a Origene e Tertulliano -, e la sua influenza su teologi di epoche successive (da Girolamo ad Ambrogio a Gregorio Magno fino a Tommaso d'Aquino, Martin Lutero e Calvino). Già pubblicato nelle lingue inglese, spagnola e francese; l'edizione italiana è ampliata, rivista e aggiornata.
L'episodio dell'ingresso nella Terra Promessa seguito dall'età dei Giudici e della monarchia può non apparire ai lettori di oggi una fonte per spiegare la fede cristiana. Ma i Padri della Chiesa trovarono prontamente nella narrazione dei parallelismi, o “figure”, in grado di illuminare la comprensione del Nuovo Testamento. Il volume raccoglie i commenti patristici ai Libri di Giosuè, Giudici, Rut, Samuele: tra gli altri, brani tratti dalle omelie di Origene, dai commenti di Gregorio di Nazianzo e del Venerabile Beda, alcuni testi dalle Questioni sull'Ettateuco di Agostino, Questioni sull'Ottateuco di Teodoreto di Cirro e Trenta Questioni su 1 Samuele di Beda.
Nell'ambito della letteratura sapienziale dell'Antico Testamento i Padri della Chiesa attribuivano i libri dei Proverbi, di Qoelet e del Cantico dei Cantici a Salomone - attribuzione oggi respinta dalla maggior parte degli esegeti - ed unanime era la convinzione che il contenuto di questi libri fosse espressione della più elevata sapienza sul profondo significato della vita in un tempo che non aveva ancora conosciuto l'incarnazione di Dio in Gesù Cristo. Come per tutti i Libri dell'Antico Testamento, anche nel commento dei Proverbi, del Qoelet e del Cantico dei Cantici, i Padri - da Gregorio di Nissa ad Agostino, da Origene a Beda il Venerabile a Gregorio di Nazianzo ad Ambrogio - propongono una lettura dell'Antico Testamento rilevante e attuale per i cristiani del loro tempo e che si rivela di straordinaria ricchezza spirituale per la Chiesa di oggi.
Attribuito per lungo tempo a Gregorio Magno, questo commento al Primo Libro dei Re è in realtà opera di un monaco del XII secolo, Pietro Divinacellus, che nell'esegesi del testo biblico si sarebbe ispirato agli scritti di Gregorio Magno. Si tratta questa di un'acquisizione recente, degli anni Novanta. Del testo la prima traduzione in lingua moderna è quella curata da A. De Vogué per le Sources Chrétiennes e terminata nel 2004. La presente, prima traduzione italiana, è dunque la seconda in assoluto e si riferisce ai sei libri che coprono un commento ai primi sedici capitoli circa del Primo Libro dei Re che vengono identificati con il Primo Libro di Samuele. Consapevole della polisemia del testo biblico, Pietro Divinacellus, partendo dalla comprensione del senso letterale, accede al senso tipico - con il quale fatti e personaggi dell'Antico Testamento vengono letti come profezie e prefigurazioni del Nuovo - che diventa a sua volta fondamento del senso morale.
L'indice analitico generale è uno strumento utile, anzi necessario per chi voglia rintracciare le linee del pensiero e della vita intellettuale e spirituale di Agostino, un Autore singolare di ingegno superiore, grande per la scienza e la vastità degli scritti. li presente indice riprende tutti gli indici particolari di cui sono dotati i singoli volumi dell'Opera Omnia di sant'Agostino. Tale materiale è stato raccolto tramite informatizzazione, archiviato, rielaborato, controllato e ordinato. Complessivamente, le voci, o lemmi, in stretto ordine alfabetico, sono oltre 5.500, esclusi i nomi propri e le sottovoci. L'intento è quello di dare la maggiore facilità di trovare informazioni alle molte categorie dei lettori di Agostino, a chi lo ama, a chi lo studia, a chi ne parla, a chi lo commenta, anche a chi lo discute.
Curata da Innocenzo Gargano, Nicolangelo D’Acunto, Lorenzo Saraceno e promossa dalla Congregazione Camaldolese, l’opera rientra in un piano di riscoperta globale del pensiero medievale, volto ad indagare i presupposti teologici e spirituali di una grande tradizione di pensiero che attinge all’eredità dei Padri. Pier Damiani era, infatti, l’esponente di maggior spicco di quel gruppo riformatore che si stava mettendo alla testa di un vasto e vario movimento di riforma della chiesa che avrebbe mutato i rapporti tra papato e impero. In questo senso rivisitare gli scritti dl maestro, teologo ed eremita consente di recuperare un esempio paradigmatico di sintesi del pensiero antico finalizzato alla costruzione del nuovo. Tutti i volumi della serie sono rilegati in tela, con tavole a colori fuori testo, di formato 14,5x23.
Nell'anno in cui si celebra il millenario dalla nascita di san Pier Damiani, è significativo raccogliere tutte le pubblicazioni che documentano la fioritura immensa degli studi damianistici concentrati sugli scritti, che nel corso dei secoli sono stati incessantemente sollecitati da teologi, giuristi, filosofi ed esegeti a rispondere sugli interrogativi più disparati. Tale repertorio, oltre a costituire una sorta di implicito bilancio storiografico, aspira a fornire agli studiosi che si cimenteranno con l'opera e la figura del Damiani una guida sicura nel mare degli studi che quella vita e quegli scritti riguardano da vicino.