Capolavoro di Aelredo di Rievaulx sull'amicizia spirituale, che nasce dal bisogno di amare e di essere amati, esperienza centrale nella vita che matura e cresce alla scuola di Gesù. Il genere letterario scelto dall'autore è quello del dialogo, suddiviso in tre "libri": il primo tratta della natura e dell'origine dell'amicizia, il secondo presenta i suoi vantaggi e i suoi limiti, l'ultimo illustra la scelta degli amici e la pratica dell'amicizia."Non appena lo si è letto viene voglia di rileggerlo", era scritto sulla tomba di Aelredo. Tutti coloro che hanno compreso come la relazione interpersonale sia il centro della vita, della morale e dell'esperienza spirituale, troveranno di che nutrirsi abbondantemente e con gioia in queste pagine del XII secolo, che nulla hanno perduto della loro freschezza.
Fin dal XVII secolo, i lettori del trattato spirituale di Pierre de Bérulle, Lo stato e le grandezze di Gesù, considerato il suo capolavoro, sono tutti d’accordo nel lodarne le ricchezze bibliche, teologiche, patristiche e soprattutto mistiche. Nessuno ha contestato l’epìteto di "apostolo del Verbo incarnato" attribuito all’autore per quest’opera. Ma con eguale unanimità gli stessi lettori hanno riconosciuto le difficoltà di approccio a questo trattato.
L’opera di selezione e d’alleggerimento del testo, effettuata da René Boureau, giunge dunque opportuna. I passi che egli ha saggiamente scelti permettono una prima presa di contatto con l’opera, presa di contatto che non è un puro esame superficiale. Si tratta, anzi, di un primo percorso in cui le grandi linee del pensiero berulliano sono ben evidenziate e dove appaiono chiaramente i grandi temi senza, peraltro, che l’ordine d’esposizione previsto da Bérulle sia modificato. Il lettore moderno, abituato a presentazioni letterarie o radiotelevisive piuttosto concise, dove si va dritto allo scopo procedendo per frasi brevi, troverà qui un’esposizione familiare che gli consentirà un approccio decisamente incoraggiante in vista di un’ulteriore conoscenza dell’opera nella sua totalità.
Pierre de Bérulle nacque a Sérilly, presso Troyes, nel 1575; fu ordinato prete nel 1599 e divenne cardinale nel 1627; morì a Parigi nel 1629. Ingegno precoce, a ventidue anni scrisse il Bref discours de l’abnégation intérieure. Nominato cappellano del re, combatté le eresie dilaganti. Dopo un viaggio in Spagna, trapiantò in Francia l’Ordine del Carmelo secondo la riforma di santa Teresa d’Avila e nel 1611 diede vita alla congregazione dell’Oratorio di Gesù, che conobbe una rapida diffusione. Consigliere di Maria de’ Medici, le fu di valido aiuto nelle controversie allora vivaci fra cattolici e ugonotti e nella composizione del dissidio con il figlio Luigi XIII. Venuto in forte contrasto con Richelieu, dovette ritirarsi dalla corte. Molte e importanti le sue opere, improntate a un’altissima spiritualità, tra cui ricordiamo: Élévation à Jésus sur ses principaux états et mystères, Discours de l’état et des grandeurs de Jésus par l’union ineffable de la divinité avec l’humanité (1623), Élévations sur sainte Marie Madeleine, Lettres aux Carmélites de France.
Un libro di contemplazione nel quale l'anima e' unita a Dio.
Profeta ribelle o martire rivoluzionario? Capovolgendo la consolidata immagine di un Savonarola eretico, profeta apocalittico, intransigente fustigatore della morale pubblica, questa raccolta di testi ci presenta, al contrario, un uomo dall'intensa esperienza religiosa: un mistico sensibile interprete della spiritualità del suo tempo; ed evidenzia come la riforma che egli tentò di attuare non traeva origine da intenti politici, ma da un appassionato amore per Cristo, da un intenso bisogno interiore.
Incontrarsi, in maniera diretta, con i testi della prima cristianità è sempre affascinante perché attraverso di essi si entra in contatto con la fede della Chiesa primitiva. Accostarsi alle catechesi del Crisostomo significa entrare in contatto con un autorevole esponente di una delle espressioni più feconde della riflessione liturgica della prima cristianità: la mistagogia, intesa come spiegazione e introduzione alla contemplazione e alla celebrazione del mistero di Cristo attraverso il Battesimo e la Santa Cena, che costituivano i sacramenti dell'iniziazione all'epoca in cui Crisostomo operava.
L'indagine di Moioli sulla piccola carmelitana di Lisieux mette ripetutamente in evidenza la correlazione tra dottrina e vissuto e induce a prendere le distanza da qualsiasi interpretazione agiografica, per rileggere la vocazione cristiana di Teresa nell'orizzonte della fede. L'attualità della santa sta indubbiamente in questo cammino di fede, messo a dura prova in un contesto storico di ateismo che la rende comunque solidale con la sofferenza di chi non crede.
Il "Cantico dei cantici" è uno dei grandi misteri dell'Antico Testamento. Non sappiamo se sia un canto d'amore, quale appare a chi legge, o se abbia un significato simbolico, che allude all'amore tra Dio e Israele; né sappiamo quando sia stato scritto, se nel V o nel I sec. a.C. Certo, Israele lo comprese nel canone dei libri divinamente ispirati, e più tardi i cristiani lo accolsero tra i libri dell'Antico Testamento. Ma il "Cantito dei cantici" deve la sua immensa fortuna proprio a Origene, che gli dedicò attorno al 245 le due "Omelie" presentate in questo volume, che ci sono giunte nella traduzione latina di san Girolamo.