Questo libro insegna che la maggior parte della sofferenza che proviamo è inutile e può essere sconfitta. Subendo l’influsso della filosofia aristotelica, siamo portati a pensare in termini di polarità: vero o falso, bene o male, giusto o sbagliato, sinistra o destra. Un approccio simile sembra renderci la vita più semplice, mentre in realtà – così sostengono Russell Targ e J.J. Hurtak – aumenta solamente il nostro disagio.
Per cercare di superare questa polarità degli opposti e di sconfiggere la sofferenza, gli autori combinano la saggezza orientale con le scoperte della fisica quantistica, scoprendo una “terra di mezzo” in cui gli opposti hanno soltanto il significato che noi diamo loro.
Buddha ci insegna a vivere un’esistenza utile e compassionevole e ad abbandonare il nostro ego nella vastità della pace. Il sentiero di mezzo indicato dal Buddhismo ci dimostra che le cose possono anche essere, nello stesso tempo, vere e false, oppure né vere né false.
Straordinariamente, le recenti scoperte della fisica moderna riecheggiano questi insegnamenti antichissimi.
Orizzonte di speranza, quindi, unisce due ambiti fino a oggi percepiti come opposti, il Buddhismo e la Fisica, e dimostra, passo dopo passo, come possiamo imparare a sperimentare la fine della nostra sofferenza.
L'ideologia pacifista, la strenua, indefessa fiducia nella necessità della non violenza, la difesa dei diritti e della libertà del singolo e dei popoli, l'uguaglianza delle genti, la sacralità del lavoro e della famiglia rappresentano per Gandhi non tanto un messaggio nuovo e rivoluzionario da propagandare al mondo intero, quanto dei valori costitutivi e inalienabili dell'uomo che fanno parte della sua intima natura e come tali vanno sostenuti. Di qui la purezza, la linearità, la sincerità del pensiero di Gandhi, che abbraccia ogni aspetto del vivere singolo e collettivo ed emerge in queste pagine in tutta la sua limpida onestà morale e con tutta la forza e il coraggio che solo la fede più profonda nella propria verità riesce a generare.
Il nome di Gandhi è ormai divenuto sinonimo di pace e forse mai come oggi è importante conoscerne il messaggio. In queste bellissime pagine il Mahatma analizza minuziosamente e offre al lettore la sua umile, operosa, quotidiana ricerca della verità, dalla quale emerge la grandiosa lezione morale che la sua presenza rappresenta nella storia contemporanea. L'autobiografia del profeta della non-violenza alla ricerca di una via per la verità: la via della pace e della fratellanza fra gli uomini.
II volume inizia con gli inni vedici più importanti e le Upanisad più celebri e prosegue con la Bhagavadgita, i capitoli più cruciali della Manusmrti, del Mahabharata, del Ramayana, dei Purana, i testi antichi fondanti tutto il complesso sistema religioso dell'India tradizionale. Si tratta di testi essenziali per comprendere i miti antichi e gli sviluppi successivi del pensiero religioso indiano, dai sistemi dualistici - che credono in una distanza radicale tra l'uomo e Dio, tra creato e creatore -, a quelli non-dualistici - che invece vedono proprio nella sostanziale unità di tutte le cose il principio unico, dinamico e vero che anima ogni cosa -, senza dimenticare i sistemi che propongono vie intermedie e che spiegano in altro modo l'amore di Dio e il mistero della vita nel cosmo. Nel secondo volume verrà dato più spazio alla metafisica, al misticismo, al tantrismo, alla devozione e allo yoga, alla riformulazione di tutte le dottrine principali: la reincarnazione, la legge di retribuzione karmica, la suddivisione delle caste, l'identità tra sé individuale e assoluto, l'essenza dei rituali e delle pratiche dello yoga.
Il testo propone un solido fondamento epistemologico all'attualità della nonviolenza gandhiana che indica come "marcia in più" per affrontare questi tempi difficili. Superando le interpretazioni più fantasiose sul 2012, da alcuni indicato come una vera e propria "fine del mondo", il testo analizza lo stato di crisi attraversato dall'ecosistema Terra, ormai giunto a un punto critico, alla luce di una nuova consapevolezza olistica. Le leggi fondamentali che governano la vita nell'universo vengono esaminate in vista della loro influenza nel quotidiano, per vivere i rischi del cambiamento planetario come opportunità; tra queste leggi, il principio di Corresponsabilità si rivela la chiave di volta della Nuova Era cui si sta affacciando il pianeta Terra e con esso l'umanità. Federico Fioretto, filosofo e ricercatore, esperto nella conduzione nonviolenta dei conflitti, studioso del pensiero e dell'opera del Mahatma Gandhi, è l'ideatore del progetto Neotopia per la costruzione della società nonviolenta. Nel 2007 ha vinto il premio "Tiziano Terzani - Firenze per le culture di Pace" con il saggio Gandhi, ponte tra i nostri arcobaleni divisi. Nel 2008 ha curato per l'editore Gabrielli l'edizione italiana de I valori democratici di Vinoba Bhave, il discepolo più vicino a Gandhi.
"La Bhagavad Gita, o il canto di Dio, è un classico della spiritualità che, pur provenendo dalla tradizione indù, non appartiene solo agli indù, ma a tutto il mondo. Fa parte del patrimonio spirituale dell'umanità. [...] Ci sono moltissime persone oggi in Occidente, cristiane e non, che sono attratte dalla Gita e da altri classici della spiritualità orientale, ma che non sanno nulla del retroterra di questi testi e che hanno bisogno di una guida che le aiuti a comprendere l'importanza che essi potrebbero avere per le loro vite. Questo commento è stato scritto per persone come queste, che non vogliono uno studio accademico della Gita, ma desiderano utilizzarla come una guida pratica per la loro vita spirituale. Oggi stiamo comprendendo che nessuna religione può sussistere da sola. Facciamo tutti parte di una stessa umanità ed abbiamo bisogno di condividere le scoperte delle diverse tradizioni religiose del mondo."
La ricca eredità culturale e spirituale dell'India è incarnata da tre antiche scritture: i Veda, le Upanishad e i Purana. Nonostante i Veda siano i testi fondamentali dell'induismo, le odierne pratiche religiose sono profondamente legate ai Purana perché i loro insegnamenti non solo hanno salvato la società indiana dalla disgregazione, ma l'hanno anche rafforzata rendendola più solida. Essi accompagnano tutti gli aspetti della vita umana e anticamente erano l'unico accesso che le masse avevano alla conoscenza. La loro semplice esposizione dei principi della filosofia vedica, la spiegazione delle varie manifestazioni del dharma (la Legge naturale) nella vita, l'enfasi sull'attuazione dello swadharma (l'insieme dei doveri umani), l'esortazione a donare e a servire l'umanità per conservare l'equilibrio sociale, l'importanza di mantenere l'armonia religiosa con semplici modalità di adorazione, specialmente per le donne e per le classi meno abbienti, hanno contribuito immensamente alla crescita e al sostegno dei costumi indiani. Questo libro analizza in modo scientifico i 18 maggiori Purana e contribuisce in tal modo a ricostruire i differenti aspetti della società, dell'economia, della cultura e della storia dell'India.
Yoga. Saggio sulle origini della mistica indiana è stata la prima grande opera sullo yoga scritta da un occidentale. Nata come tesi di dottorato in filosofia, discussa da Eliade all’università di Bucarest nel giugno del 1933 e pubblicata nel 1936, è presentata qui per la prima volta in edizione italiana.
Sullo yoga il grande storico delle religioni ritornò con altre tre opere: Tecniche dello yoga (del 1948), il fondamentale Lo yoga. Immortalità e libertà (risalente al 1954) e Patañjali e lo yoga (del 1962). Ma proprio il confronto con tali testi rivela al lettore – anche a quello non specialista – l’importanza di questo primo saggio, che ci offre la rara opportunità di cogliere Eliade nel momento stesso in cui imposta e definisce la propria metodologia di lavoro. Come scrive Alberto Pelissero nell’introduzione, in quest’opera emerge «la progressiva emancipazione [di Eliade] dai maestri indiani, in cerca di un’epistemologia e di un’ermeneutica che svincolasse lo studio dello yoga dalle pastoie della filologia sanscrita e consentisse la nascita di un metodo più largamente storico-religioso, con maggiore attenzione al contenuto speculativo (filosofico, rituale, relativo alla prassi religiosa) rispetto alla mera venerazione testuale».
L'AUTORE
Mircea Eliade (1907-1986) è stato uno dei più grandi storici delle religioni del XX secolo e un profondo conoscitore del mondo orientale. La sua vasta produzione comprende saggi, trattati, opere letterarie e scritti autobiografici. Di Eliade la nostra casa editrice ha pubblicato nel 2007 il volume Miti, sogni, misteri.
Se si risale alla più remota antichità indiana, a un'epoca che precede il Buddha e quella cultura che gli occidentali sono soliti identificare con l'India stessa, si trovano, anziché vestigia di monumenti chiuse in un silenzio altero, null'altro che testi, spesso di dimensioni imponenti, i quali compongono l'immenso corpus chiamato Veda. E il Veda ruota intorno a un cardine, a un centro potente che non potrebbe essere per noi più misterioso: il sacrificio, che pur incarnandosi in riti molteplici "è diffuso ovunque; risiede allo stato latente in tutto ciò che è, poiché 'tutto ciò che è partecipa al sacrificio', ma, 'come gli dèi, sfugge ai sensi'". Chi voglia capire che cos'è questa mirabile architettura di parole e gesti minuziosamente codificati non può che rivolgersi ai Brahmana, i testi vedici di esegesi liturgica, che nel dar ragione di ciascun elemento dei riti intessono un reticolo vertiginoso di connessioni volto a catturare l'universo dei significati nelle maglie del sacrificio. Ma per mole e complessità i Brahmana sarebbero rimasti una foresta quasi impenetrabile per il non specialista se l'eminente indologo Sylvain Levi non avesse pubblicato, sulla base di lezioni tenute negli anni 1896-1897, questo libro: una guida al pensiero dei Brahmana costruita interamente attraverso il sapiente incastro di citazioni emblematiche, che nella sua scrupolosa esattezza induce qualsiasi lettore a riconoscere l'audacia e l'altezza speculativa di questi testi.
La libertà, l'amore, l'impegno sociale, i fini dell'educazione: sono questi i temi degli scritti raccolti in "La ricerca della felicità", uno dei capisaldi del pensiero di Jiddu Krishnamurti, un saggio che ha formato migliala di persone in tutto il mondo qui riproposto in una nuova, accurata traduzione. Nelle parole del maestro si sente vibrare il retaggio della millenaria tradizione spirituale indiana, rivitalizzato però dal confronto audace con la modernità, il progresso tecnologico, la coscienza delle ingiustizie e delle sofferenze del mondo contemporaneo. Krishnamurti non offre risposte, ma domande stimolanti. E agli uomini di ogni luogo e di ogni cultura ripropone la grande lezione del pensiero religioso e filosofico dell'India: è possibile cambiare il mondo, ma solo a patto di operare in se stessi una profonda trasformazione interiore, rinunciando a ogni consolante certezza prefabbricata al fine di perseguire senza pregiudizi la propria personale verità.