Al di fuori del mondo accademico, nei confronti della filosofia indiana permangono pregiudizi che spesso inducono a identificarla semplicisticamente con la religione. Pur essendo inscindibile il loro legame, la filosofia indiana ha però affrontato questioni relative ai più vari ambiti filosofici con una profondità e una precisione di analisi rimaste a volte ineguagliate. Questa antologia raccoglie una selezione di testi di epoca medievale rappresentativi di alcune delle più importanti tradizioni filosofiche indiane e li presenta in ordine tematico. I primi illustrano anzitutto la principale terminologia tecnica in ambito ontologico ed epistemologico, tracciando così la tassonomia base del reale e definendo in particolare il ruolo dell'inferenza tra i mezzi di conoscenza valida. Il secondo gruppo di testi affronta prevalentemente temi relativi alla filosofia del linguaggio e allo statuto della parola, tra cui il nesso tra significante e significato e il passaggio dalla conoscenza indeterminata a quella determinata. I testi successivi trattano invece questioni di carattere prettamente teologico (un'analisi del rapporto tra l'Uno e la molteplicità del mondo fenomenico) ed etico/soteriologico (un'indagine sul legame tra azione e conoscenza, e sul fondamento dell'agire morale). Chiudono il volume due brani, uno in cui si prende in esame il sogno e la conoscenza a esso pertinente, e l'altro in cui si cerca di conciliare l'esperienza estetica con quella religiosa della devozione.
II volume inizia con gli inni vedici più importanti e le Upanisad più celebri e prosegue con la Bhagavadgita, i capitoli più cruciali della Manusmrti, del Mahabharata, del Ramayana, dei Purana, i testi antichi fondanti tutto il complesso sistema religioso dell'India tradizionale. Si tratta di testi essenziali per comprendere i miti antichi e gli sviluppi successivi del pensiero religioso indiano, dai sistemi dualistici - che credono in una distanza radicale tra l'uomo e Dio, tra creato e creatore -, a quelli non-dualistici - che invece vedono proprio nella sostanziale unità di tutte le cose il principio unico, dinamico e vero che anima ogni cosa -, senza dimenticare i sistemi che propongono vie intermedie e che spiegano in altro modo l'amore di Dio e il mistero della vita nel cosmo. Nel secondo volume verrà dato più spazio alla metafisica, al misticismo, al tantrismo, alla devozione e allo yoga, alla riformulazione di tutte le dottrine principali: la reincarnazione, la legge di retribuzione karmica, la suddivisione delle caste, l'identità tra sé individuale e assoluto, l'essenza dei rituali e delle pratiche dello yoga.
Il fondatore della religione Buddhista, Siddharta nacque intorno al 556 a.C. A ventinove anni, turbato dallo spettacolo del dolore, della malattia e della morte, si dedica alla vita ascetica. Quando la luce della verità lo folgorò divenne il Buddha, l'"illuminato" e cominciò a predicare una dottrina che propugna la ricerca della liberazione dal dolore attraverso il superamento della volontà di sopravvivere alla morte, unica premessa al raggiungimento del nirvana che spezza l'avvicendarsi delle nascite e delle morti. Questi due volumi comprendono i testi del buddhismo antico e quelli tratti dalla tradizione più recente. Un'antologia dettagliata, riccamente commentata e provvista di indici analitici e dei testi.