
"Lo studio dei tre testi 'strategici', fondamentali nello sviluppo di questa Lettera pastorale (Tt 1,1-4; 2,11-14; 3,3-7), rappresenta un'illustrazione ben ragionata degli interessi soteriologici ed escatologici che sottostanno allo scritto. L'autrice mostra che il dinamismo della fede cristiana è compreso tra la grazia dell'incarnazione e la gloria della vita eterna. Questo dinamismo diviene esso stesso epifania divina sotto forma di un'etica "estetica", contrassegnata dalle belle opere, espressione di uno stile di vita che custodisce l'insegnamento apostolico, testimonia ai lontani l'appartenenza alla compagine ecclesiale, e li attrae verso il Signore".
Scriba della misericordia di Dio, Luca è tutt’altro che sdolcinato; anzi, tra i quattro evangelisti è forse il più esigente. A chi legge il suo Vangelo, egli non concede il lusso di essere subito sazio. Luca ha un messaggio che è sempre “oltre” rispetto a quello che sappiamo già, perché così è stato Gesù: un salvatore più grande rispetto alle attese e alle capacità di chi lo incontrava. È questo il filo rosso che emerge dalla lettura del Vangelo, di cui vengono qui presentati sei brani particolarmente significativi.
Carlo Broccardo, prete della Diocesi di Padova, ha conseguito il dottorato in Scienze bibliche presso il Pontificio Istituto Biblico di Roma. Attual- mente insegna Sacra Scrittura alla Facoltà Teologica del Triveneto ed è coordinatore dell’Apostolato Biblico diocesano. Con Cittadella Editrice ha pubblicato La fede emarginata. Analisi narrativa di Luca 4–9 (2006).
Cesare Marcheselli-Casale, nato a Venezia-Mestre nel 1941, dal 1984 è professore ordinario di esegesi del NT presso la Pontificia Facoltà Teologica dell'Italia Meridionale. Autore di numerosi volumi e di diverse pubblicazioni scientifiche, è inoltre membro della Society for New Testament Studies (SNTS). Nella sua attività di ricerca s'interessa al mondo giudaico ellenistico e palestinese, alla documentazione di Qumran, ai rapporti tra esegesi e archeologia e tra Bibbia e psicologia del profondo.
Il libro
Le Lettere Pastorali raccontano, ma potremmo anche dire: Paolo, Timoteo e Tito si raccontano. Il presente volume costituisce infatti una monografia che si inoltra nelle due Lettere a Timoteo e nella Lettera a Tito, di tarda tradizione paolina, onde carpirne storia (Parte prima) e messaggio (Parte terza). La crescente attenzione al profilo letterario dei tre testi rivela il metodo e gli approcci necessari a sondarli e comprenderli. Disposizione retorica e strutturale, tesi, tema e temi (Parte seconda) spingono a considerare le tre lettere come un corpo unico, inviato a chiese e pastori rappresentativi della vitalità ecclesiale nell'ampia conca del Mediterraneo: Efeso e Creta; Timoteo e Tito, all'insegna di un'evoluzione sempre bisognosa di un ritorno alle origini. Copioso il frutto cristiano ed ecclesiale sul finire del I sec. d.C: mentre istituzione e carisma si promuovono reciprocamente in un dialogo rispettoso, l'assemblea protocristiana rivela una permanente dinamica di autocomprensione (self-identification); questa poi avviene nella celebrazione liturgica nella quale prende profilo un enorme potenziale socio-ecclesiale.
Il neo del dissenso e il dinamismo del «deposito» contribuiscono a consolidare quel profilo: ansia ecumenica e interreligiosa. Frammenti innici propri di ogni lettera, colonne portanti del messaggio, sono l'espressione di una spiritualità che indica nella Parola di Dio, nella Pasqua, nel Battesimo e nella comunione ecclesiale il terreno su cui essa si articola e sviluppa. Ne nasce e fiorisce un'etica della maturità nella fede, sempre in tensione verso il meglio; prende corpo un progetto pastorale, sempre ancorato alla concretezza ecclesiale.
Dati tematicamente ordinati, a servizio dell'omiletica, della catechesi e di confronti impegnati con la Parola di Dio anche nella forma di Lectio Divina, intendono rispondere a un bisogno ecclesiale crescente nel nostro tempo. La traduzione integrale delle Pastorali in disposizione tematica apre il lavoro: il racconto delle Lettere Pastorali continua.
Un libro sul Gesù storico che porta all’incontro con il Cristo della fede «in carne e ossa». È un rivivere l’esperienza dei primi discepoli che dopo averlo conosciuto, prima come «profeta potente in opere e parole» (Lc 24, 19) passarono poi a riconoscerlo come «Signore mio e Dio mio» (Gv 20,28). L’umanità di Gesù – la sua incarnazione – diventa così la via di accesso privilegiata alla sua divinità.
Destinatari
Tutti.
Autore
Pedro Barrado (Madrid, 1960), teologo e specialista in Sacra Scrittura, dedica la maggior parte del suo tempo a divulgare la Bibbia nelle parrocchie. Attualmente è direttore della Scuola Giovanni XXIII, gestita dalle Hermandades del trabajo di Madrid. Dal 2004 è segretario dell’Associazione biblica spagnola. Ha pubblicato: La oración del barrio (1997), e Preguntas claves sobre la Biblia (2003).
Vol. 5 - Cesare non è Dio
Gesù
I ricchi, poveretti
L’agguato
Scandalo al tempio
I tempi di Gesù
Uomo e donna
Al di là della morte
Sfida al potere
Vol. 7 - Sulla strada di Emmaus
Gesù
Il processo ebraico
Il processo romano
Quelli che hanno visto e udito
I tempi di Gesù
Settantun uomini
Le ore della Passione
Spiriti e fantasmi
Vol. 7 - Sulla strada di Emmaus
Gesù
Il processo ebraico
Il processo romano
Quelli che hanno visto e udito
I tempi di Gesù
Settantun uomini
Le ore della Passione
Spiriti e fantasmi
«Le numerose occasioni di incontro pastorale con i sacerdoti e con le comunità della diocesi - parrocchie, associazioni e movimenti - mi hanno condotto a presentare alcuni aspetti delle origini cristiane, con particolare riferimento all'opera di evangelizzazione dei primi tempi e al suo rapporto con le istanze dell'oggi, in vista di trarre da essi opportune indicazioni pastorali» (dalla Presentazione).
I testi proposti dell'arcivescovo di Firenze si trovano tra loro legati da questa duplice ottica: da una parte quella dei tempi fondanti ed esemplari delle origini e dall'altra quella della missione evangelizzatrice in quanto elemento costitutivo della natura della Chiesa, ieri e oggi. L'insieme costituisce un utile contributo per quanti vogliano misurare il proprio slancio missionario con i caratteri irrinunciabili che esso deve sempre conservare per porsi in continuità coi tempi che la Scrittura consegna come normativi per la fede di sempre.
Sommario
Prefazione. I. ATTI DEGLI APOSTOLI: ELEMENTI PER UNA INTRODUZIONE. 1. Il posto di Paolo negli Atti degli Apostoli. 2. Autore, data e luogo di composizione di Luca e Atti. 3. Tema e scopo di Luca-Atti. 4. La struttura degli Atti nel complesso dell'opera lucana. 5. Per concludere. II. ANNUNCIO DEL VANGELO E INCULTURAZIONE DELLA FEDE SECONDO GLI ATTI DEGLI APOSTOLI. 1. La scelta missionaria come "conversione pastorale" della Chiesa italiana: motivazioni e modalità. Il contenuto dell'annuncio: Gesù, la sua vicenda storica e il valore salvifico della sua persona. 3. Le forme dell'annuncio. 4. Le modalità della missione. 5. Prospettive per l'oggi. III. LA FIGURA DI SAN PAOLO NEL LIBRO DEGLI ATTI: IL CONVERTITO CHIAMATO, L?EVANGELIZZATORE FONDATORE DI CHIESE, IL TESTIMONE PERSEGUITATO. 0. Premessa. 1. Paolo, il convertito-chiamato. 2. Paolo, il missionario fondatore di Chiese. 3. Paolo, il testimone perseguitato. IV. SAN PAOLO MISSIONARIO E LA MISSIONE DELLA CHIESA OGGI. UNA LETTURA DI 1Ts 1,2-3,13. 1. Protagonisti della missione. 2. Il ringraziamento per l'opera di Dio. 3. Le modalità dell'evangelizzazione. 4. La predicazione del Vangelo nei suoi annunciatori. 5. L'accoglienza del Vangelo nei destinatari dell'annuncio. 6. Preoccupazioni attuali. V. AQUILA E PRISCILLA: LA FAMIGLIA EVANGELIZZA QUANDO APRE IL CUORE E LA CASA. VI. "NESSUNO TRA LORO ERA BISOGNOSO" (At 4,34). 1. I sommari nella narrazione degli Atti. 2. La catena dei sommari e le loro connessioni. 3. I quattro pilastri della vita dei credenti: il sommario di At 2,42-27. 4. L'insegnamento degli apostoli. 5. La comunione. 6. La frazione del pane e le preghiere. 7. La dinamica della vita cristiana, il ruolo degli apostoli, il rapporto con l'ambiente, la proiezione missionaria. 8. «Nessuno infatti tra loro era bisognoso» (At 4,34).
Note sull'autore
GIUSEPPE BETORI, arcivescovo di Firenze dal 2008, è nato a Foligno nel 1947. Ordinato sacerdote nel 1970, dopo il dottorato al Pontificio Istituto Biblico si è dedicato alla catechesi. Nominato vescovo nel 2001, è stato segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana dal 2001 al 2008. Presso le EDB ha pubblicato Affidati alla parola. Ricerche sull'Opera di Luca - Supplementi alla Rivista Biblica n. 41 (2003), Nati col sole. Meditazioni per i giovani (2009) e L'annuncio della fede ai giovani (2009).
Il titolo del volume riproduce quello dell'originale greco Apocalisse di Giovanni e ne esplicita il contenuto mediante le prime parole del testo: Apocalisse di Gesù Cristo. Per l'autore di Apocalisse, che si attribuisce il nome di Giovanni, non c'è quindi altra rivelazione che non sia di Gesù Cristo.
Grande conoscitore dell'opera giovannea, Simoens dichiara esplicitamente che «studiare l'Apocalisse dopo aver frequentato a lungo san Giovanni apre piste stimolanti. Gli orizzonti del Vangelo di Giovanni si allargano; quelli dell'Apocalisse pure. Mediante il ricorso a generi letterari diversi, e anche grazie a questa diversità, le due raccolte si illuminano a vicenda. Dimostrano un'evidente parentela» (dalla Prefazione).
Lo studio si articola in due sezioni: quella dedicata alla traduzione ne propone una molto prossima all'originale greco, nel convincimento che, malgrado le asprezze della resa italiana, sono proprio alcuni dettagli della lingua greca a trasmettere una visione corretta del testo. La sezione dedicata all'interpretazione non costituisce un commento da affiancare ai molti già esistenti, ma ha la peculiarità di offrire un'interpretazione antropologica e teologica del testo.
Sommario
Prefazione. I. Una traduzione. Presentazione. Apocalisse di Giovanni: una struttura letteraria. Apocalisse di Giovanni. II. Un'interpretazione. 1. L'Apocalisse di Gesù Cristo secondo Giovanni. 2. Il Prologo e la Prima Visione (Ap 1). 3. Le sette lettere alle Chiese (Ap 2-3). 4. Visione del trono e di Colui che è seduto sul trono. I ventiquattro anziani e i quattro viventi (Ap 4). 5. Visione del libro sigillato con i sette sigilli, di un angelo e di un agnello immolato (Ap 5). 6. Visione dell'Agnello che apre i sette sigilli (Ap 6). 7. Il settimo sigillo (Ap 7,1-8,1). 8. Visione degli angeli con le prime sei trombe (Ap 8,2-9,21). 9. Visione dell'angelo con il piccolo libro aperto (Ap 10). 10. La misurazione del tempio. I due testimoni. La settima tromba (Ap 11). 11. Visione della donna e del drago (Ap 12). 12. Le due bestie e l'agnello (Ap 13,1-14,5). 13. L'ora del giudizio di Dio. Visione (Ap 14,6-20). 14. Le sette coppe con i sette flagelli (Ap 15-16). 15. Il giudizio e il discernimento della prostituta (Ap 17). 16. Caduta di Babilonia e giudizio (Ap 18). 17. Le nozze dell'Agnello (Ap 19,1-10). 18. Sette visioni (Ap 19,11-20,15). 19. Il cielo nuovo, la terra nuova e la Gerusalemme celeste (Ap 21,1-22,5). 20. Epilogo (Ap 22,6-21). 21. Conclusione. Glossario. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
Yves Simoens, nato nel 1942 a Kinshasa (Congo), sacerdote gesuita, insegna Sacra Scrittura al Centre Sèvres di Parigi e al Pontificio Istituto Biblico di Roma. Conduce la sua attività pastorale (ritiri ignaziani e accompagnamento spirituale) soprattutto in Belgio, Francia, nell'Africa centrale e ad Haiti. Nella sua attività, sia accademica sia pastorale, e nelle sue pubblicazioni traspare un'attenzione costante al rapporto tra l'Antico e il Nuovo Testamento, visto come atto di nascita del Cristo in ogni lettore o lettrice della Bibbia, e come fondamento di ogni relazione autentica. Presso le EDB ha pubblicato: Secondo Giovanni. Una traduzione e un'interpretazione (2000; 22002), Entrare nell'Alleanza. Un'introduzione al Nuovo Testamento (2003), Il Libro della Pienezza. Il Cantico dei Cantici. Una lettura antropologica e teologica (2005), Il corpo sofferente. Dall'uno all'altro Testamento (2006).
All'origine di questo volume ci sono quattordici lectiones divinar dedicate alla lettura integrale dell'Apocalisse di Giovanni. Il passaggio dal commento orale alla pagina scritta conserva l'urgenza della ricerca teologica e pastorale, che viene maturando nel contatto vivo tra la parola di Dio e la nostra vicenda umana, in tutte le sue dimensioni, teologali e storiche, mondane ed ecclesiali.
La vicenda di Gesù è strettamente legata al giudaismo del suo tempo: la famiglia, gli apostoli, i riferimenti alla Torah, la preghiera. La sua stessa morte avviene a Gerusalemme, centro della religiosità ebraica. Anche il primo annuncio pasquale è fatto ai giudei. Col tempo i convertiti dal paganesimo sopravanzano i giudeo-cristiani, si affermano sempre di più le categorie greche, ci si allontana dall'ebraismo. Nei secoli successivi l'antigiudaismo cristiano ha dominato il rapporto con il popolo eletto. Solo nella seconda metà del Novecento si è finalmente instaurato un nuovo clima, che, per la Chiesa cattolica, è stato sancito dalla Nostra Aetate. La rinnovata fiducia, che lentamente si è fatta spazio anche tra gli ebrei, ha portato alcuni loro studiosi a rivalutare la figura di Gesù, non più sentito come nemico, ma come fratello, come uno dei tanti maestri vissuti nell'ultimo periodo del secondo tempio. Le loro riflessioni, che, inevitabilmente, si fermano alla vita terrena di Gesù, possono racchiudere spunti interessanti anche per noi cristiani.