
L’Autore offre una lucida sintesi sulle due note costitutive dell’uomo: la relazione e la solitudine, per concludere che l’amicizia è l’unica terapia della solitudine. “Questo piccolo libro va molto apprezzato, ma bisogna leggerlo come si leggono alcuni repertori di pensieri à la Pascal: poche battute alla volta e possibilmente a giorni alterni, perché quasi ogni riga merita d’esser meditata, essendo spesso una frase fulminante di un pensatore di genio. E di pensatori di genio l’Autore ne ha convocati tanti, tantissimi, con una pazienza davvero certosina. Il tema, del resto, meritava a pieno tanta fatica di ricerca”. (Carmelo Vigna, Dall’introduzione)
Esiste oggi qualcosa di più anticonformista, di più controcorrente della speranza? Il nostro tempo, nonostante il luminoso progresso e il benessere materiale, sembra non lasciare spazio alla fiducia nel futuro, al pensiero che domani sarà certamente migliore di oggi… Tra i tanti insegnamenti della vita di François-Xavier Nguyên Van Thuân, che da arcivescovo di Saigon trascorse ben tredici anni in carcere, sperimentando solitudine e desolazione, ma anche la grazia della presenza e dell'amore di Dio, colpisce soprattutto questo invito coerente, semplice e al tempo stesso solenne, a non chiudere le porte alla speranza, ma anzi a coltivarla in sé e a suscitarla intorno a sé; un invito di cui lui stesso è stato testimone coraggioso fino alla fine dei suoi giorni. I cento pensieri qui selezionati hanno anch'essi una speranza: offrire uno squarcio di cielo, una nostalgia di futuro, attraverso le parole di uno dei suoi testimoni più credibili e sinceri.
L'importante è la salute. Quante volte s'infila nei discorsi questa frase. Il più delle volte viene pronunciata senza importanza. Eppure questa affermazione contiene una profonda verità. Con la malattia la vita appare istantaneamente diversa. Diverse son
La fede non è un fatto privato. Non lo è mai stato e mai potrà esserlo nel contesto della rivelazione cristiana. Si tratta di un fuoco, da rendere vivo più che mai in quest'oggi che chiama a una nuova evangelizzazione. Nuova nelle forme, cioè sempre più adatta ad affrontare le sfide del contesto laico e secolarizzato della società contemporanea; e nuova nello zelo, cioè animata da un rinnovato fuoco nella vita di ogni cristiano e di ogni comunità. Un fuoco che è sempre lo stesso: quello portato da Gesù sulla terra, per continuare a realizzare il programma che ci ha lasciato prima di salire al cielo: «Andate per tutto il mondo, predicate il Vangelo a ogni creatura» (Mc 16, 15).
Un percorso di meditazione e un breve vademecum ricco di consigli preziosi sulla mitezza.
La vita cristiana è gioiosa. Una gioia profonda, che nasce dall'incontro con un Dio vivo, vicino, presente nella vita di ogni giorno. Dopo averla scoperta in noi, non potremo non comunicarla agli altri, condividendola: saremo così testimoni anche noi del Dio della gioia.
Attingendo alle parole evangeliche un invito a scoprire in Dio l'aiuto per le piccole e grandi paure quotidiane.
I flussi migratori, nel loro procedere inarrestabile, continuano a ridisegnare la geografa sociale del globo, facendo sembrare il mondo sempre più piccolo, sempre più villaggio globale. Chi emigra porta sempre più piccolo, sempre più villaggio globale. Chi emigra porta uno stile di vita, una lingua, un suo modo di essere: tutti aspetti che affondano le radici nella cultura dei popoli e anche nelle loro religiosi, parti integranti e imprenscindibili delle culture stesse.
Attraverso le Scritture e i testi di grandi testimoni della Tradizione della Chiesa il significato teologico e mistico dell’abbandono e della morte di Gesù. La nostra epoca è caratterizzata dal “dilagare del nulla”. Il non senso è avvertito come un negativo, un galleggiare sul vuoto. Dove trovare la luce? Partendo da tale invocazione di senso, nella consapevolezza che l’esperienza e la teologia mistica riconoscono nel nulla di Cristo la rivelazione dell’essere di Dio che è Amore, il volume traccia un percorso di riflessione sull’abbandono e la morte di Gesù come via di conoscenza di Dio. I contributi interrogano la Scrittura e la grande Tradizione della Chiesa nei testi di San Paolo, Bonaventura, Giovanni della Croce, Teresa di Lisieux. La questione del nulla viene inoltre affrontata nella sua valenza speculativa entro la vicenda del pensiero occidentale (contributo del filosofo Massimo Donà).
In un mondo in cui si moltiplicano le reti di comunicazione sociale, ma in cui, paradossalmente sembra crescere un senso d'isolamento e solitudine, risuona forte la domanda sulla realtà dell'essere umano: in che cosa consiste la sua realizzazione, la sua vera felicità?
Una risposta è celata nella realtà di "Gesù in mezzo": la vita di comunione nella quale la presenza di Cristo nella comunità e nei singoli porta a tutti e a ciascuno pace, gioia, luce nelle scale da fare e nelle decisioni da prendere...
Affermando: "Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, ivi sono io in mezzo a loro" (Mt 18,20) Gesù ha promesso la sua presenza ovunque si vive nella radicalità del comandamento nuovo dell'amore. Non solo sugli altari delle chiese ma nelle famiglie, nelle strade, nei luoghi di lavoro, nelle scuole...
Questo libro raccoglie lettere, scritti e conversazioni di Chiara Lubich che approfondiscono il significato di "Gesù in mezzo", con suggerimenti pratici per poter vivere con questo divino "Altro" sempre presente.
Il carisma dei Focolari nella sua storia e nel rapporto con la Chiesa oggi. In ideale continuità con il precedente volume Fedeltà Creativa (2016), l'autore - Copresidente del Movimento dei Focolari - a partire da alcune conversazioni tenute negli ultimi tre anni, ritorna su alcune questioni di assoluta importanza per la vita e l'azione del Movimento stesso fornendone una ampia rilettura critica. Nella prima parte viene affrontata la questione della necessaria consapevolezza di ciò che limita una vera fedeltà creativa al carisma e di come sia richiesta una visione poliedrica per esprimere in novità quanto il tempo presente sembra richiedere. In particolare si sottolinea la necessità di una riproposizione della dimensione mariana e laica del carisma e di un adeguato discernimento personale e comunitario atto a innervare percorsi e processi di effettiva sinodalità. Nella seconda parte vengono proposti alcuni approfondimenti sulla portata carismatica del "genio ecclesiale" di Chiara Lubich e sulla dimensione profetica che ne scaturisce in prospettiva sociale come chiavi di interpretazione degli odierni "segni dei tempi" culturali ed ecclesiali.
Nel 1961, ancora prima del Concilio Vaticano II, Chiara Lubich fonda a Roma il Centro “Uno” per l’unità dei cristiani, con lo scopo di svegliare nei cristiani il desiderio dell’unità. Vede chiaramente che la messa in pratica del Comandamento nuovo di Gesù (Gv 13,34) è una strada idonea per ricomporre la piena comunione tra le Chiese. L’impegno della Lubich per questa causa rimane costante fino alla fine della sua vita e diventa uno degli scopi specifici del Movimento dei focolari. Poco prima della sua morte le viene conferito il dottorato Honoris Causa in teologia dalla Liverpool Hope University per il suo contributo “nel riunire in modo ecumenico cristiani di tutte le denominazioni”. Questo libro riporta alcuni dei suoi discorsi ed alcuni spunti in dialogo in cui esplicita il suo pensiero al riguardo. I testi sono introdotti da persone appartenenti a varie Chiese, che hanno fatta propria la spiritualità dell’unità. La prefazione è del Card. Kurt Koch, Presidente del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani (Roma) e la postfazione del Rev. Olav F. Tveit, Segretario Generale del Consiglio ecumenico delle Chiese (Ginevra). L’introduzione è di Maria Voce, Presidente del Movimento dei Focolari.