A 830 anni dalla nascita di santa Chiara d'Assisi (1193/1194-1253) e a 800 anni dalle stigmate di san Francesco, ricevute a La Verna il 14 settembre 1224, viene restituita alla storia, senza filtri, la figura di santa Chiara, attraverso le sue parole, i suoi atti e il suo sguardo: limpido, sereno, libero. Scopo del libro, che l'autrice ha scritto dopo meticolose indagini sulle fonti originali, è quello di gettare una luce di giustizia - dopo decenni di strumentalizzazioni politico-medievaliste e menzogne letterarie e cinematografiche - su colei che è stata definita lungo i secoli «Clara est lux» e «luce del mondo». «Cristina Siccardi - scrive Padre Serafino Tognetti - ha il dono di saper tenere il lettore fermo e inchiodato sul testo, con un crescendo di percezioni ed emozioni che determinano una sorta di rapimento interiore. [...] Leggendo questo libro, si conosce santa Chiara d'Assisi, e l'esperienza che la beata assisana ha di Dio entra in qualche modo a far parte del nostro vissuto. È lei che ci parla, e ci parla di Dio. [...] Così ho conosciuto finalmente santa Chiara e anche, oso dire, mi sono fatto conoscere da lei. E la mia vita ha preso una nuova svolta, ha conosciuto una ripartenza. Una ripartenza decisiva».
Il racconto dell'Esodo ci ricorda che è su piccole luci, come quelle tenute accese dalle sei donne di cui ci parla il racconto, in cui è possibile edificare un'umanità diversa, che non si arrende a chi e a ciò che non cesserà mai di tentare di umiliarla e di asservirla.
Agli occhi di molti, la vocazione sacerdotale appare come una scelta problematica, drastica, decisiva per la vita degli interessati, a volte addirittura traumatica, un salto nel buio. Ma cosa si nasconde dietro questa scelta? È davvero un mistero d'amore o una decisione razionale? In questo libro, l'autore, attraverso le testimonianze di sacerdoti e seminaristi, cerca di rispondere a queste domande. I protagonisti raccontano le loro storie, le loro esperienze, le loro difficoltà e le loro gioie. Emerge un quadro complesso e affascinante, in cui la vocazione sacerdotale appare come un dono di Dio, ma anche come una scelta libera dell'uomo. Un libro che invita a riflettere sul significato della fede e sul valore della vocazione sacerdotale.
In un'epoca di cambiamenti sociali e culturali, la questione del sacerdozio femminile continua a sollevare dibattiti accesi e riflessioni profonde. Ci sono delle ragioni teologiche, storiche e dottrinali dietro la decisione della chiesa cattolica di non accettare questo argomento complesso e spesso frainteso: Gesù Cristo ha scelto solo uomini come suoi apostoli, e lo stesso Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato che la Chiesa non ha l'autorità di ordinare donne come sacerdoti. C'è però chi, come il liturgista Andrea Grillo, confuta queste posizioni e ritiene che un sinodo dei vescovi può ripensare il ruolo delle donne nella Chiesa, a partire proprio dal diaconato e dal sacerdozio.
Quello che state per sfogliare non è uno di quei tanti libri che hanno lo scopo di far conoscere al lettore la storia e la figura di un uomo ormai riconosciuto come un vero e proprio segno dei tempi. Queste pagine vorrebbero significare molto, molto di più, almeno per chi appartiene al Movimento dei Focolari, con il quale Carlo Casini ha avuto un intenso e vero rapporto di amicizia. Attraverso la vibrante testimonianza di Maria Voce - che per prima ha raccolto l'eredità di Chiara Lubich presidente - e di numerosi altri membri del Movimento, con questo volume si vuole esprimere tutta la riconoscenza dei Focolari all'amico, al fratello, al compagno di viaggio, al maestro che volentieri si è calato nel ruolo di discepolo, diventando ben presto ispiratore della stessa fondatrice. Anna e Alberto Friso dal 2008 al 2014 Responsabili internazionali di Famiglie Nuove. Con il discorso di Chiara Lubich al Convegno del Movimento per la Vita. Testimonianze di: Luigina Ambrosi Breda, card. Ennio Antonelli, Antonio Maria Baggio, Lavinia Balata, Giuseppe Barbaro, Silvia Battaglini Chellini, Liliana Cosi, Mourin Farag, Lucia Fronza Crepax, Elena Giacchi Mancini, Giovanna e Rocco Giudice, Valeria Masini, Giuseppe Moschella, Daniela Notarfonso Cefaloni, Luigi Stralla, Marina Zornada Veliach, Maria Voce, Giuliana Zoppis.
Le pagine di questo libro sono attraversate da due desideri. Da un lato quello di riflettere sull’incontro, ormai in atto da anni, tra i dinamismi della modernità liquida (ipermodernità, postmodernità ) e l’esperienza della Chiesa, in particolare nei suoi terminali più sensibili alla realtà, cioè le parrocchie, le comunità cristiane. Il secondo desiderio riguarda l’altro versante di tale incontro, cioè la comunità cristiana e la crisi della cosiddetta «civiltà parrocchiale», che la modernità liquida sta mettendo brutalmente in luce.
I capitoli del libro si dispiegano, perciò, in un percorso lento che attraversa, di volta in volta, aspetti specifici, seguendo da un lato le tematiche affrontate da Bauman nel suo libro principale e collegandole, dall’altro, ad aspetti centrali nella vita della Chiesa.
Biografia dell'autore
Augusto Bonora, nato a Inzago (Mi) nel 1962, è stato ordinato sacerdote dal cardinale Carlo Maria Martini il 13 giugno 1987. Dopo sei anni presso l’oratorio della SS. Trinità di Milano ha ottenuto la licenza in Teologia spirituale presso l’Università Gregoriana di Roma. Risiedendo presso la comunità familiare di Castellazzo di Basiano ha svolto il compito di cappellano all’Università Statale di Milano, di responsabile spirituale dell’Eremo S. Salvatore, di delegato del Vescovo per la comunità delle «Sorelle della Parrocchia». Dal 2010 è stato parroco della parrocchia di San Galdino e dall'ottobre 2020 è parroco responsabile della Comunità Pastorale Cenacolo in Quarto Oggiaro.
«Nel panorama della storia umana poche figure risplendono con la stessa intensità di san Francesco d'Assisi. Non è un personaggio relegabile nei secoli passati, ma una presenza vibrante che parla ancora e direttamente agli uomini e alle aspirazioni del nostro tempo». Cosa può dirci un uomo del 1200 come san Francesco rispetto alle sfide che siamo chiamati ad affrontare nel nostro tempo, nel nostro mondo in continuo mutamento? Cosa rende unico il «santo poverello», e perché è considerato ancora oggi una delle figure più importanti non solo della Chiesa, ma della storia dell'umanità? Sono solo alcune delle questioni su cui indaga l'arcivescovo di Torino Roberto Repole in questo libro, illuminante e innovativo perché lontano dall'essere l'ennesima biografia o una mera raccolta di aneddoti sulla vita del santo di Assisi. Il suo voto di povertà, l'amore per ogni creatura, la sua arte poetica sono fatti ormai noti: l'obiettivo dell'autore è invece quello di mostrare un lato inedito di Francesco, il vero motivo per cui, a distanza di otto secoli, il suo nome e il suo ricordo continuano a risuonare nell'immaginario comune, ad affascinare, ispirare e orientare l'uomo di oggi in un'epoca di profondo cambiamento o, come dice papa Francesco che dal santo ha preso il nome, in un radicale cambiamento d'epoca. Scopriamo così che san Francesco ha saputo come pochi altri adeguarsi alle trasformazioni del proprio tempo, incarnando un modello sorprendente di adattamento e resilienza; il suo messaggio, tramandato di generazione in generazione, può accompagnarci oggi verso le prove che ci attendono, insegnandoci a camminare in equilibrio sul filo sottile che separa saggezza tradizionale e nuove idee, tra l'importanza di preservare il passato e la necessità di guardare con fiducia e speranza verso il futuro.
Il volume si inserisce nell'attuale dibattito sulla missione ecclesiale e sulla vita consacrata. Se pure non contiene soluzioni di breve distanza, suggerisce un modo di abitare le sfide e invita a maturare delle visioni. Vorrebbe soprattutto infondere fiducia e speranza, scommettendo sul fatto che lo Spirito sta animando il rinnovamento ecclesiale e della vita consacrata. La prima parte, di Salvatore Currò, si muove tra antropologia, teologia spirituale e teologia pastorale e traccia l'orizzonte dell'intera proposta indicando possibili direzioni di cammino. La seconda contiene approfondimenti tematici di diversi autori e prospettive disciplinari: la prospettiva biblica (Marco D'Agostino e Gianni Carozza), quella psico-pedagogica (Franca Feliziani); quella teologico-pastorale (Giuseppe Meluso e Marco Muzzarelli); quella della teologia della vita monastica (Anna Maria Valli); quella della teologia della vita laicale (Nunzia Boccia); quella della teologia della vita consacrata (Liliana Franco).
Di Jacopa de' Settesoli, l'amica romana di Francesco - che, con Chiara d'Assisi, era la sola donna di cui Francesco dica: «Dell'una e dell'altra mi è noto il volto» - si sa molto poco, ma quel poco fu esplorato e documentato come frutto di appassionate ricerche alla fine dell'Ottocento da padre Édouard D'Alençon. Definitore generale dell'Ordine dei Cappuccini e storico del francescanesimo, era assai noto in Europa già ai suoi tempi. Il libro, scovato in una Analecta Francescana, venne tradotto nel 2005 e ora viene rieditato con una nuova prefazione. Il testo vuole da una parte rendere omaggio agli studi del D'Alençon, e dall'altra offrire un sobrio e non romanzato apporto alla conoscenza di questa forte donna medievale, così teneramente vicina a Francesco, il quale la chiamò "Frate Jacopa".
Un'omelia è un'esortazione o un insegnamento? Non basta rispondere che ci vuole equilibrio, perché l'equilibrio implica un'opposizione. La fede non è una questione di equilibrio. La fede è intensità divina. E così, nell'omiletica del cardinal Giacomo Biffi, l'intensità è data dalla dimensione contemplativa del mistero, in cui esortazione e insegnamento sono un'anima sola. Lo si avverte in questa raccolta di omelie sul sacerdozio. La consapevolezza del fatto che chi segue Cristo diventa più uomo, nasce dall'esperienza della fragilità umana coinvolta con "l'incredibile coraggio di un cuore credente". Il volume raccoglie 75 omelie inedite del cardinal Biffi pronunciate in occasione della Messa crismale del Giovedì Santo e delle ordinazioni sacerdotali. Sono meditazioni sempre attuali sui regali che Dio continuamente elargisce. Il cardinal Biffi è stato sempre molto apprezzato per le sue prediche, brevi e dense di contenuto, spesse condite di fine ironia.
Le fonti agiografiche ci raccontano che Francesco d'Assisi, a due anni dalla morte, si ritirò sulla Verna per vivere una quaresima di digiuno e preghiera, secondo una sua ritualità. Nel silenzio e nell'orazione il Crocifisso gli imprime nel cuore e nel corpo i segni dell'amore: le stimmate. L'autore cerca di rispondere alle domande più importanti: come sono nate le stimmate, come sono possibili e che cosa significano per noi oggi? Esse, pur essendo principalmente un dono divino, non accadono all'improvviso, dal nulla, ma fioriscono su un "terreno" preparato. La categoria di rito/rituale sembra importante per scoprire e descrivere la vita che Francesco conduceva prima di ricevere il dono delle stimmate. E questo ha molto da dire anche al bisogno di spiritualità e di nuove ritualità di noi uomini contemporanei.
Un percorso di riflessione e approfondimento per il nuovo anno pastorale con riflessioni per la condivisione e la crescita delle fraternità presbiterali. Percorsi di ascolto, approfondimento, confronto e studio personale tra presbiteri.