
Questo testo si può definire una guida indispensabile e preziosa per ogni carmelitano secolare scalzo.
Il volume - supervisionato dal Vicepostulatore della causa di Canonizzazione della Beata Speranza di Gesù, padre Massimo Tofani, fam - traccia, in modo agile e coinvolgente, un ritratto a tutto tondo della beata Madre Speranza: ripercorre la sua vita, le sue esperienze mistiche per concentrarsi infine sulla sua Opera: il Santuario dell'Amore Misericordioso. «La vita di Madre Speranza è stata una continua unione con il "Buon Gesù". Unita a lui ha dato vita a due Congregazioni Religiose, alla costruzione di collegi per l'educazione della gioventù più povera, case per la cura dei malati e infine l'opera più grande: il Santuario dell'Amore Misericordioso» (padre Massimo Tofani, fam, dalla Prefazione). A noi e al nostro tempo, spesso preda della disperazione, la beata Madre Speranza di Gesù insegna a vedere luce dentro ogni tenebra. Ci ricorda che siamo figli amati; ci fa presente il vero volto di Dio che è Amore Misericordioso.
Quest'agile e utile pubblicazione si propone di presentare alcuni aspetti della vita e della missione delle persone di vita consacrata nella Chiesa e nel mondo. Il percorso proposto attraverso cinque sintetiche tappe si ispira ad un'espressione di Papa Francesco e ha come oggetto la realtà della persona umana interamente rappresentata dal punto di vista biblico dall'immagine del cuore, ma con la caratteristica essenziale della presenza operosa dei discepoli-missionari nella storia, come indicato da Gesù. Infatti, la fedeltà al suo amore, allo sposo che ritorna, è proprio di quelle discepole e di quei discepoli che sanno vegliare e soprattutto sono svegli per accogliere i doni di Dio e portarli con frutto alle sorelle e ai fratelli nel percorso della storia.
"C'è un taglio profondo, una lacerazione che attraversa la Chiesa, una ferita aperta e sanguinante. È la ferita degli abusi, quella perversione che trasforma chi dovrebbe essere pastore in predatore, chi dovrebbe proteggere in carnefice. Questa ferita ha molti nomi: abuso di potere, manipolazione spirituale, violenza psicologica, sfruttamento, abuso sessuale. Si nasconde dietro le mura dei conventi, si maschera di sacralità, usa il linguaggio della fede per legittimare una violenza inaccettabile." Laura Sgrò, avvocato esperta in misteri vaticani, affronta in questo libro un'indagine esplosiva che parte dalla testimonianza unica di alcune suore coraggiose: Gloria, Mirjam, Samuelle e molte altre sorelle che hanno denunciato sacerdoti, a volte loro padri spirituali. Vittime proprio di chi avrebbe dovuto proteggerle, coltivare e nutrire la loro vocazione. Per la prima volta in queste pagine emerge un fenomeno che si è consumato per anni all'interno di comunità religiose e che, grazie anche alla forza mediatica delle indagini sugli abusi sui minori, ora sta finalmente rompendo un silenzio secolare. Sono storie crude di dolore e sopraffazione, ma sono una chiave di lettura preziosa per comprendere i meccanismi sotterranei attraverso cui il potere spirituale può essere distorto e trasformato in uno strumento di dominio assoluto.
L'accesso al ministero ordinato e alla vita religiosa per lungo tempo è stato considerato quasi un privilegio per persone con una struttura umana speciale, "migliore" delle altre. Da questa precomprensione la conseguenza errata che sacerdoti e religiosi/e con l'ordinazione e la professione religiosa vivano sentimenti, sessualità e relazioni in modo diverso dagli altri esseri umani, e quindi per essere felici e realizzati debbano mutilare queste dimensioni, e "nascondere" la loro umanità. Questo libro composito si colloca sotto l'angolo prospettico di persone, uomini e donne, che vogliono vivere la loro vocazione in modo autentico, integrando il mondo dei sentimenti e degli affetti, al di là dell’orientamento eteroaffettivo e omoaffettivo. Non è l'orientamento sessuale, infatti, la questione centrale di una riuscita vocazionale, ma l'integrazione. La conoscenza teorica e la pratica psicologica, la letteratura scientifica sul tema, prevalente ormai in ambito internazionale, l'esperienza di formatori e formatrici, e infine la testimonianza diretta di sacerdoti e religiose, aprono la via, come questo libro documenta, a una visione positiva, di fatto più evangelica e più vera sul tema vocazionale.
Il libro si sofferma su alcune caratteristiche essenziali che plasmano la vita religiosa, interiormente ed esteriormente: la chiamata personale, la missione apostolica e la carità pastorale. L'autore considera la vita consacrata come un modo di vivere l'amore, evocando l'amore di Cristo che ha radunato un gruppo di discepoli perché, nello Spirito, come Lui e grazie a Lui, rispondessero all'amore del Padre. La vita consacrata, insomma, come frutto di una vocazione e di una relazione con Dio. La porta di accesso a ogni capitolo è la Parola di Dio, centro della vita della Chiesa. L'autore dà voce ad alcuni personaggi che sono cronologicamente vicini alla vita di Gesù e, in alcuni casi, alla nascita della Chiesa. La loro esperienza a contatto con Gesù è in grado di suscitare domande, di aprire al mondo, di risvegliare la sorpresa. Queste pagine non vogliono essere uno studio esaustivo o puramente accademico. Vogliono piuttosto metterci in contatto con i fondamenti di ogni persona consacrata: la grazia della vocazione, la vita comunitaria secondo i consigli evangelici, la comune missione apostolica, l'ascolto della Parola di Dio e la passione apostolica per i più deboli.
L'accesso al ministero ordinato e alla vita religiosa per lungo tempo è stato considerato quasi un privilegio per persone con una struttura umana speciale, "migliore" delle altre. Da questa precomprensione la conseguenza errata che sacerdoti e religiosi/e con l'ordinazione e la professione religiosa vivano sentimenti, sessualità e relazioni in modo diverso dagli altri esseri umani, e quindi per essere felici e realizzati debbano mutilare queste dimensioni, e "nascondere" la loro umanità. Questo libro composito si colloca sotto l'angolo prospettico di persone, uomini e donne, che vogliono vivere la loro vocazione in modo autentico, integrando il mondo dei sentimenti e degli affetti, al di là dell'orientamento eteroaffettivo e omoaffettivo. Non è l'orientamento sessuale, infatti, la questione centrale di una riuscita vocazionale, ma l'integrazione. La conoscenza teorica e la pratica psicologica, la letteratura scientifica sul tema, prevalente ormai in ambito internazionale, l'esperienza di formatori e formatrici, e infine la testimonianza diretta di sacerdoti e religiose, aprono la via, come questo libro documenta, a una visione positiva, di fatto più evangelica e più vera sul tema vocazionale.
Come sottolinea nella sua acuta Prefazione il prof. Giuseppe Crea, «se uno si sposa e non sa stare a distanza dalla moglie, l'evento-matrimonio sarà scisso dai vissuti di solitudine. Allo stesso modo, se uno entra in seminario e non sa stare a distanza dalla pastorale e dalla voglia di salvare il mondo, l'entrata in seminario sarà semplicemente una pia illusione o ancora, una fuga... Nel presente lavoro l'Autore ha affrontato alcune sostanziali domande in merito, come per esempio: Cosa vuole dire "solitudine"?, Che rapporto c'è tra solitudine e maturità emotiva?, Quanto tutto ciò influenza la vita del presbitero e il suo ministero sacerdotale?». A partire da queste domande l'Autore giunge ad analizzare i progetti formativi dei seminari d'Italia, in vista dell'elaborazione di un orizzonte di prevenzione: formare i futuri presbiteri affinché raggiungano una quanto più giusta e alta maturità psico-emotiva. Quello di Nicosia è uno studio di peculiare importanza e oggi particolarmente necessario, che apre nuove prospettive sia per gli educatori nei seminari (ma anche in altri ambiti di formazione consacrata), sia per coloro che vogliono capire le dinamiche complesse che il ministero, talvolta, fa emergere in chi a esso dedica la propria vita.
Il tema della sinodali è oggi molto frequentato. Papa Francesco ha ripetutamente affermato che la sinodalità è ciò che richiede il nostro tempo. Il libro cerca di rispondere alla domanda: perché la sinodalità è così importante? Lo fa guardando per prima cosa alla dimensione sociale dell'essere umano, per poi volgersi alla realtà della Chiesa e alle sue dinamiche. In un secondo momento riflette sull'esercizio della sinodali nella Chiesa, pensando in particolar modo alla vita consacrata. Il libro contiene numerosi spunti che potranno offrire un piccolo aiuto perché ognuno cerchi nella propria realtà forme concrete per camminare insieme.
Una ricerca di dottorato triennale ha indagato il rapporto tra i seminaristi in Italia e i social media. L'indagine, di cui vengono pubblicati qui i risultati, è stata condotta sotto la responsabilità scientifica della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell'Università Pontificia Salesiana, promossa dall'Associazione dei WebCattolici Italiani (WeCa) - grazie alla disponibilità dei seminaristi e dei Rettori dei Seminari maggiori d'Italia - in collaborazione con l'Ufficio nazionale per la Pastorale delle Vocazioni e l'Ufficio per le Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana (CEI). Prefazione di Michele Gianola.
C'è molta sofferenza nella Chiesa di oggi. A farne le spese sono soprattutto i preti, sempre di meno e sempre più soli a portare il peso delle comunità. La fatica e la solitudine che molti vivono fanno affiorare il disagio psicologico che si traduce in atteggiamenti problematici: l'abuso di potere, il fascino del narcisismo, il disturbo depressivo e ossessivo, la perdita dell'entusiasmo pastorale, pericolosi attacchi di ansia e di panico, un'alimentazione incontrollata.
Sono situazioni che vanno monitorate e risolte. L'autore di questo prezioso libro, conosciuto per la sua profonda umanità ed esperienza in campo psicoterapeutico, offre intelligenti strategie per recuperare l'equilibrio del proprio io e l'entusiasmo pastorale.
Clero e formazione è un binomio difficile, che Antonio Gerace affronta indagandone le radici in età medievale, a partire dalla fondazione delle scholae. Centri di studio annessi alle cattedrali furono voluti dal Lateranense III (1179) e poi rafforzati nel Lateranense IV (1215) per affermare, per la prima volta, la necessità di un clero alfabetizzato. Le difficoltà contingenti nel raggiungere questo obiettivo determinarono una cospicua produzione di manuali. Fra questi, alcuni in particolare ebbero un lunghissimo successo editoriale. Il volume analizza in special modo quello che divenne un vero e proprio best seller e che fu tradotto in moltissime lingue: il Manipulus curatorum di Guy de Montrochen, capace di sopravvivere persino all'istituzione dei seminari nel 1563.