In una Orvieto divisa tra l'ortodossia e le spinte ereticali, tra il ricorso alla persuasione della ragione e la predicazione delle Crociate, san Tommaso decide di commentare il Libro di Giobbe, operando una scelta sorprendente rispetto alla prassi abituale. Per quale motivo? Mediante l'impiego di un metodo innovativo il presente studio cerca una risposta a questa opzione tommasiama. Il metodo intende rintracciare attraverso l'indagine microstoria e testuale, il clima interiore che anima l'autore e che inevitabilmente riverbera sottotraccia nelle sue opere.
Nelle raffinate argomentazioni dell'Aquinate, sostengono le autrici del saggio, il Libro di Giobbe si rivela utilissimo anche per coniugare i principi della teologia cattolica con riflessioni sulla condizione umana che appartengono alla letteratura, alla filosofia e a tradizioni culturali diverse, come quella giudaica e quella araba, costantemente presenti nello scenario e nel vissuto medievale.
La santità del martirio, la decostruzione della filosofia platonica, il rifiuto di ogni compromesso fra Cristo e Cesare e di ogni forma di contaminazione con la gnosi caratterizzano le serrate argomentazioni avviate, con rigore metodologico, da Tertulliano nel De anima, sull'esistenza e l'essenza dell'anima umana. Dai tempi di Lucrezio, la cultura latina non subiva un impatto rivoluzionario così radicale, come quello prodotto dal convertito retore cartaginese che, nell'uso strumentale e sistematico della logica stoico-aristotelica, in ambito filosofico-teologico, precede gli africani Mario Vittorino e Agostino d'Ippona.
In questi ultimi tempi, e particolarmente in questi ultimi due anni, nei quali è stata e continua ad essere messa a rischio la stessa sopravvivenza umana sulla terra per fattori in parte dipendenti dall'uomo, come la guerra in Ucraina, e in parte indipendenti ma in qualche modo gestibili dall'uomo, come il diffondersi della pandemia del coronavirus, l'autore intende condividere delle riflessioni sul bene e sulla politica, sulla verità e sulla giustizia, sul bene privato e sul bene della comunità di tutti gli uomini. L'esito sperato è che l'uomo prenda finalmente coscienza delle sue responsabilità etico-politiche nella gestione delle problematiche sia socio-economiche di portata nazionale, sia geopolitiche e fisico-ambientali di portata transnazionale.
La pubblicazione integrale e inedita degli scritti di San Vincenzo Romano ha lo scopo di diffondere e far conoscere il carisma spirituale e pastorale del Santo nel suo contesto storico, politico, sociale e religioso. Il testo, primo dei cinque volumi della collana, contiene: 36 Prediche rivolte ai Sacerdoti - in Appendice il «Testamento spirituale» del Santo parroco napoletano.
Rassegna di citazioni delle opere degli scrittori presi in esame, nelle quali si parla di san Giuseppe. L'Autore presenta la figura di San Giuseppe vista attraverso gli scritti dei Padri della Chiesa e degli Scrittori ecclesiastici, i quali esplicitano l'importanza del compito di San Giuseppe nella storia della salvezza. I Padri e gli Scrittori, qui ripercorsi nelle loro opere, coprono l'arco di tempo che va dalla fine del I secolo alla metà del XII secolo.
L'utilizzazione della logica, nell'ambito della Letteratura cristiana antica, trova una diffusa e fondamentale presenza non solo nella produzione di opere filosofiche ma anche di quelle a sfondo apologetico, esegetico, morale o di quelle a carattere prevalentemente antropologico o teologico-filosofico. Il presente volume, nei quattro rapidi capitoli che lo compongono, enuclea gli elementi di fondo che caratterizzano l'applicazione della logica in due autori del tardo-antico: Gaio Mario Vittorino e Agostino d'Ippona. Delle loro opere, qui trattate, ne viene fuori un quadro significativamente modificato, rispetto a quello tradizionalmente delineato dal vaglio critico della ricerca specializzata.
GAIO MARIO VITTORINO (290-364; retore, filosofo, teologo e grammatico romano), è tra i primi occidentali ad applicare un sistema filosofico per la comprensione del dogma cristiano.
Il presente volume raccoglie gli scritti cristiani del grande retore (testo latino-italiano).
Tale produzione è una serrata difesa della fede di Nicea; in essa confluiscono l’ardore del neofita, che elegge a termine di confronto
costante e imprescindibile le Sacre Scritture, e l’argomentazione logica promossa al rango di metodo teologico.
Contro i pelagiani, per i quali la grazia di Dio non è data gratuitamente, ma secondo i meriti dell'uomo, Agostino, con una serrata analisi testuale dei dati biblici, dimostra la palese incoerenza della loro posizione, superando l'apparente contrasto tra grazia e libertà tra fede e opere, tra giustizia e peccato, tra merito e dono.
Gregorio, di nobile stirpe, quella degli Arsacidi, figlio di guerriero, è un convinto testimone della fede cristiana durante la persecuzione di Diocleziano. Egli è vittima di tutta una serie di torture dalle quali esce vittorioso, e con lui l'intera Armenia e le regioni circostanti. Proprio di queste regioni è il grande evangelizzatore e vescovo, grazie alla sua parola e la sua tenacia nella fede.
L'autore ricostruisce, da relazioni da lui presentate in occasione di Convegni e Seminari, un quadro concettuale su temi filosofico-teologici, particolarmente significativi del pensiero di S. Agostino, evidenziandone l'articolata problematicità e la profonda spiritualità. Tali ricerche possono accendere l'interesse per ulteriori ipotesi ermeneutiche dei testi agostiniani, in particolare circa alcune questioni del "De immortalitate animae", del "De Magistro" e del "De civitate Dei".
Che accade quando moriamo? Le anime dei defunti conoscono ciò che accade sulla terra? Quali caratteristiche avranno i corpi resuscitati? Che cosa sappiamo del Purgatorio? Questi e altri temi escatologici hanno interessato i semplici fedeli fin dalle origini del Cristianesimo, come pure i teologi, fino ad oggi. Nella Spagna del VII secolo, Giuliano (642-690), Vescovo di Toledo, fu il primo teologo a scrivere un trattato sistematico, ma pratico, di Escatologia cristiana. In esso egli sintetizza i dati biblici e la sapienza teologica dei Padri della Chiesa, elaborando le sue tesi in modo logico, per trasmetterle in forma sistematica alle future generazioni. Per questa ragione il "Prognosticum" ebbe una vastissima diffusione nelle biblioteche della Cristianità medievale. L'autore, oltre ad un completo "commentario teologico" del "Prognosticum" e alla traduzione italiana del testo latino (riprodotto a fronte), fornisce al lettore una ricca "Introduzione", in quattro capitoli, dedicati all'ambiente socio-politico della Spagna del VII secolo e alla vita e alle opere di Giuliano, in particolare al "Prognosticum futuri saeculi".
Nell'Opera, redatta da Agostino prima dell'iniziazione cristiana, sono esplorate complesse questioni di natura escatologica e antropologica che sono state affrontate dal vescovo d'Ippona in una prospettiva che si distanzia in modo significativo da quella di ascendenza neoplatonica e stoicoaristotelica.