A un secolo dall'assassinio dell'arciduca d'Austria Francesco Ferdinando, le ripercussioni del devastante conflitto mondiale che ne segui durano ancora oggi. In questo saggio, lo storico Ian Beckett isola dodici eventi cruciali della prima guerra mondiale. Soffermandosi su episodi sia celebri sia pressoché dimenticati, l'autore racconta la storia della Grande Guerra da una prospettiva inedita, sottolineando di volta in volta il ruolo del caso come quello della strategia, episodi giganteschi come solo apparentemente poco rilevanti, la dimensione sociale come quella militare e l'evento di lungo periodo come quello che esaurisce rapidamente la sua portata storica. "La prima guerra mondiale" adotta una prospettiva globale, accompagnando il lettore dai campi belgi intenzionalmente inondati per arrestare l'avanzata tedesca alle immagini della tragica battaglia della Somme proiettate nei cinematografi inglesi, dall'idealismo della Washington di Thomas Woodrow Wilson alla catastrofica offensiva tedesca del Lys, nel 1918. La guerra è di per sé un enorme agente di trasformazione, ma Beckett ci mostra che gli sviluppi storici più significativi non si verificarono solo sui campi di battaglia o nei palazzi del potere, bensì anche nei cuori e nelle mentalità dei popoli.
A conclusione e coronamento del lavoro di Brunetta sulle epoche e sugli spazi della cinematografia mondiale, un volume dedicato alla teoria del cinema, per analizzare i generi e gli orientamenti critici, le tecniche di doppiaggio e quelle degli effetti speciali, le nuove tecnologie di ripresa e di visione che stanno rivoluzionando la settima arte.
L'immagine dell'Impero britannico oscilla nella Storia. A seconda del continente e dell'epoca che vengono presi in esame, cambiano l'immagine e i criteri d'interpretazione. Troppo diversi furono i territori e i popoli dominati in modi diversi dagli inglesi. Pirati in cerca di bottino, mercanti spassionati, intrepidi navigatori e scopritori, sfruttatori nelle piantagioni e mercanti di schiavi, militari ottusi e missionarie idealiste, malviventi deportati dal suolo londinese e infaticabili allevatori, politici visionari e semplici funzionari di distretto contribuirono tutti insieme a plasmare progressivamente, nel corso dei secoli, uno dei piú grandi domini della storia mondiale contrapponendosi o collaborando con i sudditi che, a loro volta, fornirono un contributo decisivo nell'edificazione dell'impero.
Come sempre e ovunque nella Storia, a fronte dei successi dei vincitori e dei guadagni degli approfittatori stanno i destini delle innumerevoli vittime, gli sconfitti e gli sfruttati, gli indigeni perseguitati fino all'annientamento fisico come gli indiani dell'America settentrionale o gli abitanti della Tasmania, i milioni di schiavi neri, ma anche i soldati britannici che perirono di febbre gialla e altre malattie tropicali a Santo Domingo, tra il 1793 e il 1798.
Peter Wende, specialista di storia inglese di fama internazionale, offre al lettore una vasta e sfaccettata rappresentazione della storia politica, commerciale, militare dell'Impero inglese, dall'ascesa della Gran Bretagna a potenza navale e commerciale nella prima età moderna al consolidamento di un impero coloniale esteso su tutto il globo tra il XVIII e il XIX secolo, alla sua dissoluzione e trasformazione in Commonwealth dopo la fine della prima guerra mondiale.
Romanzo che si snoda per libera accumulazione di frammenti disordinati (o ordinati secondo una logica "altra"), lo Svejk si appaia alle grandi narrazioni digressive di Cervantes e di Sterne, alle quali lo affratellano anche alcuni procedimenti comici. Come scrive nell'introduzione Giuseppe Dierna, che ha interamente ritradotto il romanzo, "l'elemento centrale nello Svejk è il continuo sdoppiamento della narrazione, un'ambiguità di fondo, un discorso che procede costantemente su un doppio piano, mantenendosi in bilico tra una narrazione realistica e la sua continua messa in parodia, e questo ai vari livelli del testo (voce narrante, personaggio Svejk, linguaggio, sviluppo della trama). O ancora meglio: delegando ora a Svejk e ora al narratore la guida delle operazioni, Hasek mette premeditatamente in atto nel suo romanzo un ininterrotto e diabolico gioco parodico con i codici del linguaggio e della narrazione, in un contesto da ultimi giorni dell'umanità che di tanto in tanto affiora in tutta la sua violenza". Con questa edizione si ripropone dunque un'opera con la dichiarata intenzione di cambiarle radicalmente di posto nel panorama della letteratura del Novecento: da classico marginale, espressione di una facile tradizione popolare, a raffinato capolavoro di grande complessità. Ma non per questo di meno godibile lettura.
È questo il secondo dei tre volumi che compongono il "Dizionario dei registi del cinema mondiale", una "grande opera" che va ad aggiungersi ai sei volumi della "Storia del cinema mondiale" del catalogo Einaudi. All'interno dei tre volumi troveranno spazio circa milletrecento schede, dedicate ad altrettanti registi, analizzati criticamente da centoventi esperti internazionali. Ogni voce comprende un'analisi critica dell'intera opera del regista, una bibliografia e la filmografia completa.
Scritta da più di cento autori internazionali, quest'opera si propone di affrontare i temi classici sotto un'ottica inedita e di occuparsi a fondo di temi spesso trascurati. Il primo volume contiene una serie di saggi che fanno emergere gli elementi comuni della tradizione cinematografica europea, dal punto di vista produttivo come da quello tematico, storico e culturale.
È questo il primo dei tre volumi che compongono il "Dizionario dei registi del cinema mondiale", una "grande opera" che va ad aggiungersi ai sei volumi della "Storia del cinema mondiale" del catalogo Einaudi. All'interno dei tre volumi troveranno spazio circa milletrecento schede, dedicate ad altrettanti registi, analizzati criticamente da centoventi esperti internazionali. Ogni voce comprende un'analisi critica dell'intera opera del regista, una bibliografia e la filmografia completa.
Si tratta del secondo tomo del cinema europeo, dedicato alle cinematografie nazionali. Se nel primo venivano affrontati i passaggi storico e culturali, le fasi stilistiche e i processi industriali, questo nuovo volume porge al lettore un quadro ampio e articolato degli sviluppi, dei caratteri e dell'identità delle singole cinematografie nazionali.
Nei racconti che compongono questo volume, rinvenuti tra le carte di Fenoglio dopo la sua morte e rimasti a lungo inediti, scene e personaggi delle Langhe sono colti con la vena del cronista disincantato ma partecipe del mondo di casa, tra asprezze e generosità, miserie e grandezze. Ma siccome è di Fenoglio che parliamo, le storie di famiglia, i matrimoni, l'ossessione per la "roba", le beghe e le risse lievitano ben presto, fino ad assumere le dimensioni di una ruvida epica paesana. Forse perché dietro a ognuna di queste vicende sta l'incessante sperimentazione dello scrittore: il linguaggio che utilizza accortamente le durezze del dialetto e le robuste metafore del parlare contadino, con il suo piglio svelto e concreto. O forse perché Fenoglio ha, come pochi, la straordinaria capacità di consegnarci eventi e personaggi memorabili.
Con questo tomo si chiude il volume che la "Storia del cinema mondiale" ha dedicato alla cinematografia americana, di cui i saggi qui raccolti, proseguono l'analisi: i grandi artisti di Hollywood, gli scambi tra la cultura americana ed europea, l'estetica dei generi cinematografici, i rapporti fra cinema, politica e società, le ripercussioni della guerra fredda sulle politiche produttive, il divismo, la concorrenza della televisione sono solo alcuni dei temi affrontati nei contributi firmati, dai più celebri esperti del settore e dai migliori ricercatori dell'ultima generazione. Ne risulta un'opera che fornisce informazioni, nuove idee, nuovi spunti e interpretazioni.
Il volume analizza i vari aspetti, le cronologie, gli indici e la teoria del cinema nordamericano, il più discusso e il più amato, con saggi di Gunning, Gomery, Mottet, Uricchio, Robinson, Muscio, Gundle, Simon e altri.
Con il IV volume si conclude la prima parte del viaggio nella geografia e nella storia del cinema mondiale. E insieme il tentativo di giungere a una mappatura - per quanto incompleta - di fenomeni cinematografici comuni e di motivi, opere e personalità caratterizzanti le identità nazionali nei cinque continenti. In questo volume in particolare si parla del cinema canadese, messicano, latino americano, africano, egiziano, magrebbino, medio orientale, sudafricano, georgiano, turco, israeliano, iraniano, indiano, sudcoreano, cinese, indonesiano, giapponese, australiano, neozelandese.