Il primo sentimento di una persona è percepirsi creatura e non pensarsi il Creatore. La piccolezza di fronte alla grandezza di Dio, però, non significa l'annichilimento dell'umano: è la nostra verità più autentica. Anzi, la scelta di Dio di farsi carne in Gesù svela la dignità "divina" di ogni persona. Ciascuno di noi dunque vive una duplice dimensione: la coscienza della piccolezza ma anche lo stupore di sapersi scelto e amato dal Padre. Da questa tensione scaturisce il desiderio, che - secondo Jorge Mario Bergoglio, discepolo di Ignazio di Loyola - è elemento essenziale dell'animo umano: "Il desiderio racchiude la chiave segreta di ogni esistenza. In esso risiede il tesoro del cuore", scrive il futuro papa in queste pregnanti meditazioni degli anni Ottanta, quando era gesuita in Argentina. Un testo da leggere e meditare per vivere gli Esercizi spirituali insieme al pontefice che sta rivoluzionando la Chiesa.
Uno scrittore spirituale che, nella stessa pagina, cita il Canone della messa e la pop star Madonna, passando per i Rolling Stones e santa Teresa d'Ávila. Questo libro tratteggia una rinnovata immaginazione del cristianesimo per il terzo millennio: «La vita spirituale - scrive Radcliffe - non è un gradevole modo di recuperare la calma al termine di una giornata sovraccarica, l'equivalente religioso di un aperitivo. È immergersi nell'inebriante atmosfera di Dio». L'autore è convinto che «ogni romanzo, poesia, film o quadro che ci apre ai nostri fratelli è un alleato dell'immaginazione sacramentale».
E se la miglior immagine per definire il credente fosse quella dell'acrobata, colui che capovolge il proprio sguardo per osservare il mondo secondo un'altra logica, in questo caso quella della fede, pur restando appoggiato alla terra? Papa Francesco ha sancito che «la cristianità è finita»: in Occidente è tramontata l'epoca in cui la fede cristiana sembrava qualcosa di acquisito, quando la religione era un comun denominatore e credere poteva costituire un dato di fatto acclarato. Con la sagacia che i suoi affezionati lettori gli riconoscono, Adrien Candiard inizia proprio da qui, per parlare di speranza: dal vedere in faccia la realtà, senza trastullarsi in falsi teoremi, bensì partendo da quel che abbiamo sotto gli occhi. Perché è qui che Dio chiama il credente a diventare un acrobata, ovvero a guardare il mondo e i giorni con gli occhi della fede. Praticando così la vera speranza, alla scuola del profeta Geremia, maestro nello scrutare il bene presente oltre ogni desolazione. Questo libro ci insegna una prospettiva diversa: il cristiano ha come orizzonte l'eternità, che inizia «qui e ora», spiega Candiard, nelle nostre occupazioni più normali. Prefazione di Erio Castellucci.
Qual è il «centro» della proposta cristiana? L’esperienza dell’incontro con il Signore Gesù. Questo libro prova a mostrare il processo che ci porta a vivere questo percorso di discepolato, scopo dell’annuncio evangelico.
L’itinerario proposto da Ezio Falavegna, un viaggio spirituale alla ricerca dell’essenziale nella vita credente, si snoda all’interno del Vangelo di Marco seguendo alcuni verbi che ne sostanziano il cammino: ospitare, udire, contemplare, presenziare, dare fiducia, annunciare, partecipare, narrare. Queste azioni del discepolo diventano autentici «solchi» nei quali germoglia il Vangelo, spazi concreti e fecondi dentro i quali la parola di Dio può trovare accoglienza. In questo percorso, come ribadito da papa Francesco, la direzione non è perseguire lo scopo di «una Chiesa preoccupata di essere il centro», bensì fare spazio a Colui che chiede di essere il riferimento e la misura del nostro vivere.
La condivisione che sta alla base di queste pagine le rende eloquenti per quanti intendono mettersi in ascolto della Parola in spirito di preghiera e servizio.
«Il Vangelo ci chiede di non mancare a un cammino che dalla periferia, legata alle marginalità della vita, ci conduca al centro, a ciò che è essenziale per dare qualità alla nostra vita» Ezio Falavegna
Pregare e credere non sono mai una questione privata. Possiedono sempre un respiro che abbraccia l'altro. Perché nessun uomo è un'isola, come scrisse il poeta. Credere non è una scusa per chiudersi nel proprio io, anzi diventa il modo con cui ancora più fortemente spalancare il cuore al mondo. Il cardinale Zuppi ci accompagna nell'avventura più bella: scoprire che credere in Dio ci avvicina ancor di più all'umanità di cui facciamo parte, a partire dagli esclusi. In queste pagine risuonano parole semplici e antiche come «vita», «amore», «dono», «speranza». Nella penna di Zuppi diventano espressioni che sconfiggono le nostre paure, facendoci sentire accompagnati da un Dio vicino e che non ci abbandona.
Un detto antico recita: «Lo Spirito dorme nella pietra, sogna nel fiore, si desta nell’animale e sa di essere desto nell’essere umano»
La pneumatologia, la branca della teologia che studia lo Spirito Santo, è la «cenerentola» delle scienze teologiche. L’indagine speculativa su cosa significhi e in che modo sia raccontabile l’azione dello Spirito di Dio è rimasta spesso ai margini della teologia.
In queste pagine Leonardo Boff, con la maestria intellettuale che gli è riconosciuta, affronta in maniera sistematica la natura, le manifestazioni e le declinazioni dello Spirito nelle vicende del mondo.
Boff traccia una nuova teologia dello Spirito per la tradizione cristiana occidentale nella quale, a suo giudizio, per troppo tempo «non è stata sufficientemente riconosciuta la missione dello Spirito: creare di nuovo; essere, nella storia, la fantasia di Dio per rendere continuamente buona-notizia il messaggio di Gesù».
Boff fa dialogare le ultime acquisizioni della scienza sulle origini e l’evoluzione della vita con una teologia della storia che rintraccia l’azione dello Spirito negli eventi recenti, ad esempio il Concilio Vaticano II, il crollo dell’impero sovietico, il sorgere della sensibilità ecologica, la nascita della teologia della liberazione…
Appoggiandosi su maestri e maestre di ieri e di oggi quali Ildegarda di Bingen, Gioacchino da Fiore, Paul Tillich e José Comblin, Boff indaga le multiformi espressioni dello Spirito Santo, attivo nelle pieghe dei giorni umani, in particolare a fianco degli ultimi. Perché «la Pentecoste è stata solo l’inizio».
Cos'è il cristianesimo? «Non è un accessorio per il nostro stile di vita o un po' di collante sociale - risponde Timothy Radcliffe in questo libro -. È la pazza follia di essere raggiunti da un amore infinito. Senno, non è niente». Paradossalmente, questo spesso viene travisato della fede cristiana: la si pensa come un insieme di precetti morali, quando invece costituisce l'annuncio della bontà di Dio per ogni persona. A questo, del resto, tendono i fondamentalismi e i populismi: operare una riduzione del fatto cristiano a scopo politico. In queste pagine, dense di sapienza e di un confronto appassionato con la cultura, Radcliffe ci conduce al cuore della verità cristiana. In questo viaggio raggiungiamo una vetta da due strade diverse, complementari ma non alternative: quella della verità e quella del dialogo. L'autore ci presenta modelli di proclamazione del vero come Oscar Romero; ci fa conoscere testimoni di quell'approccio che esalta la differenza: un nome fra i tanti, Pierre Claverie. E se «la rivelazione è un avvenimento, una cosa che accade», ai cristiani tocca testimoniarla nella gioia, il tratto distintivo di chi ha conosciuto Gesù: «Se il XXI secolo sarà più laico del precedente, allora la gioia sarà la prima cosa che la gente dovrà vedere in noi e in tutti coloro che annunciano il vangelo».
L’espressione «regno di Dio» ritorna 120 volte nei Vangeli, ma molti cristiani ignorano cosa significhi questa affermazione, che è stata «il» motivo della missione di Gesù tra gli uomini. Alejandro Solalinde dà sostanza alla nostra comprensione: «Il regno di Dio è tale quando la sovranità divina è effettiva. Non è una realtà generata dalla nostra volontà di dominio sugli altri, motivata da interessi di potere e di denaro». Regno significa nuove relazioni tra la persona e Dio, tra uomini e donne, tra l’umano e il Creato. Non più il comando sugli altri bensì l’affermazione della dignità dell’altro.
La realizzazione del regno di Dio, intessuto di gratuità, giustizia, rispetto e accoglienza, è questione urgente nella nostra epoca segnata dal «sistema neoliberista capitalista globale che è il principale segno dell’antiregno». Proprio in un mondo caratterizzato dal potere anonimo della finanza, dallo spadroneggiare di multinazionali senza scrupoli, da genti costrette a migrare per guerre, fame e cambiamenti climatici, il Regno diventa profezia del sogno di Dio.
Quelle di Solalinde sono riflessioni radicate nella teologia della liberazione e in una lettura della Bibbia segnata dall’esperienza dei popoli impoveriti. Sono parole di chi ha messo in gioco la propria vita, fino al rischio di perderla, per il Regno. Per questo hanno il profumo dell’autenticità, della libertà e del coraggio.
“Numerose persone semplici e tanti cristiani dalla fede limpida mi ricordano che il mattino di Pasqua non si è dissolto” scrive il cardinal Tagle.
La resurrezione di Gesù, il tempo del suo stare con i discepoli dopo aver trionfato sulla morte, la “tempesta di Dio”, cioè la Pentecoste, sono gli eventi che il teologo Tagle indaga in questo libro. Lo fa unendo alla profondità intellettuale che lo contraddistingue la capacità di leggere i fatti quotidiani della vita scorgendovi in filigrana il messaggio di Dio per l’umanità.
Per il cardinale-teologo, la vicenda cristiana è contrassegnata da una “metodologia divina del rovesciamento”, per cui sono le donne - a quel tempo escluse dalla società - ad essere le prime persone a vedere il Risorto. Il mistero di Cristo che sale al cielo è l’invito “non a lasciare il mondo, ma a una nuova forma di esistenza, un’esistenza alla presenza di Dio”. E la Pentecoste è l’incontro con lo Spirito di Dio, “una meraviglia turbolenza che conferma la storia del cristianesimo”.
Tramite l’alternarsi della lectio sulla Parola e della lettura dei segni dei tempi, Tagle ci fa assaporare la forza rivoluzionaria di un Dio che si affida all’uomo nel suo mistero di rivelazione.
Redatte diversi anni fa, quando era vescovo nella periferia di Manila, queste pagine ci fanno apprezzare la sapienza di un grande teologo e, leggendole, ci sentiamo accompagnati da un padre nella fede.
In un mondo segnato dalla fretta e dalla superficialità, leggere pagine sulla contemplazione può essere un gesto controcorrente. E se sono pagine scritte da uno dei più celebri scrittori del Novecento, tale scelta sarà ripagata dalla scoperta di una profondità intellettuale di cui la piattezza di certa cultura contemporanea nemmeno sospetta l'esistenza. Mentre scriveva questi testi, Thomas Merton, il bohémien marxista diventato trappista, viveva ancora la scoperta della propria interiorità alla luce del mistero cristiano. E riversava in questo libro la ricchezza della propria meditazione sul senso della contemplazione: «La profonda, penetrante visione di una verità che ne abbraccia tutti gli elementi essenziali in un unico colpo d'occhio». A questo sono chiamati tutti i credenti: non solo frati, suore, preti o monaci, ma anche chi abita a Harlem o la casalinga presa dalle proprie faccende - sostiene il trappista americano. Contemplare vuol dire vedere Dio attraverso un'infinità carità che ci restituisce il dovere di un amore altrettanto infinito per ogni creatura. La contemplazione non è sinonimo di «raffinato estetismo spirituale» bensì la possibilità di «trovare Dio per vie ignote e impercettibili». In altre parole, resistere alla «bancarotta spirituale» dei tempi moderni. Leggere Thomas Merton, «un straordinario americano» secondo papa Francesco, vuol dire iniziare un viaggio verso la verità di Dio, il quale si nasconde (anche) dentro di noi.
Il cristianesimo è una faccenda che riguarda essenzialmente la gioia, la felicità di vivere sotto lo sguardo di un Dio che esiste in quanto bontà. E invece, quando si parla di Chiesa, in molti si immaginano "uomini anziani vestiti in modo strano che dicono alla gente come si deve comportare letto", come annota, con il suo tipico humour britannico, Timothy Radcliffe. Per tale ragione è stato scritto questo libro: per spiegare che nei nostri giorni incerti, segnati dalla paura del terrorismo, dalla sfiducia verso il futuro, da una crisi economica che sembra scartare intere popolazioni, l'annuncio del Vangelo può risuonare, come duemila anni fa, in tutta la sua freschezza. Perché la vicenda di Gesù ha a che fare con le nostre aspirazioni più profonde: il desiderio di essere amati, il sogno di felicità che ci rende inquieti. Incontrando i cristiani in Iraq, testimoni di speranza dentro le violenze dell'lsis, dialogando con i dubbi e gli slanci dei giovani di Londra, confrontandosi con l'attuale stagnazione dell'economia, attingendo al carisma di Domenico, "il santo che amava bere e fare chiasso", Radcliffe ci accompagna alla scoperta di una fede che è sempre una sorpresa, una finestra sul mistero per il quale siamo stati creati. E che ci attende per farci sentire a casa.
Brevi spunti ricchi di sapienza biblica e umana per il recupero del vivere "fuori moda" rispetto alla fretta di oggi: l'arte del perdono e della perseveranza, l'arte di "non sapere" come quella di "aspettare". Il "Ravasi portoghese" elogia la lentezza. È un "riscatto del tempo" che punta a una migliore qualità di vita.