Il volume offre una analisi dei libri sull'arte di Josef Capek (1887-1945), pittore, letterato, scrittore, personalità artistica interessantissima nella cultura ceca della prima metà del Novecento. È arricchito inoltre di un saggio dello stesso Capek, "Terribile il volto della morta...", inedito in italiano, e di una selezione di immagini che corredano il saggio critico.
Nella carriera di Václav havel (1936-2011), una delle personalità più note nella cultura ceca del Novecento, si sono avvicendati numerosi ruoli. Il volume vuole trovare un filo conduttore che leghi da un lato i ruoli da lui immaginati e scritti nella lunga attività di poeta, saggista e affermato drammaturgo; dall'altro quelli interpretati nella vita pubblica del suo paese, dapprima alla guida del dissenso politico negli anni Settanta e Ottanta, quindi come Presidente della Cecoslovacchia e della Repubblica Ceca dopo il 1989.
Da macchina da scrivere e correzioni con il bianchetto a gigantesche basi di dati interistituzionali che consentono l'archiviazione e il recupero di segmenti testuali: dagli anni Ottanta ad oggi, il servizio della traduzione al Parlamento europeo è profondamente cambiato, come il mondo che lo circonda. Il volume propone un panorama succinto e aggiornato dei principali aspetti del lavoro di traduzione, presentati anche in una serie di lezioni universitarie. Tra i vari temi, le diverse fasi del lavoro quotidiano dei traduttori, i loro imperativi professionali e le soluzioni trovate per consentire al servizio di rispondere a circostanze in continua evoluzione.
Il vastissimo patrimonio dei beni comunali, cioè le terre di uso collettivo, è stato fino all'Ottocento un istituto decisivo per le diseredate masse rurali del Friuli, poiché ha rappresentato per esse un vitale supplemento di risorse e, insieme alla chiesa locale, un potente fattore di radicamento identitario e territoriale e di regolazione dei rapporti vicinali. Facendo seguito alle pubblicazioni del 2004, 2010 e 2012, questo volume propone la traduzione a stampa dei privilegi con cui Venezia concedeva in uso "per grazia" le terre pubbliche alle comunità rustiche comprese negli attuali comuni di Povoletto, Remanzacco, Moimacco, Cividale, Corno di Rosazzo, Premariacco e Buttrio. E, poiché le terre di uso collettivo sopravvivono a tutt'oggi e sono anzi oggetto di interesse crescente da parte delle comunità locali, il volume offre anche il quadro delle esperienze di valorizzazione di tali fondi nel Friuli Venezia Giulia, approfondendo gli aspetti e i casi più significativi.
In questo secondo volume de "L'arc di San Marc" viene presentata la maggior parte dei contributi editi da don Gilberto Pressacco tra il 1986 e il 1997, il periodo più fecondo della sua ricerca scientifica sulle origini della Chiesa di Aquileia. Chi ci parlerà ancora, in una sintesi così ricca e articolata, di borboròs e descendit in inferna, di arc di San Marc e di Maria Lissandrina, di aplòtes e 'sublime', di issopo, Terapeuti, danze estatiche e liturgiche? L'estrema poliedricità, l'intuizione, la capacità di 'gestire', leggere e maneggiare le fonti archivistiche, la dimestichezza con i più disparati campi della ricerca e del sapere hanno consentito al sacerdote friulano di procedere per strade prima ritenute di ardua percorribilità, di integrare gli orizzonti metodologici, compenetrare le prospettive disciplinari e osare l'interpretazione anche là dove le fonti parevano incerte o reticenti.
A completamento dell'opera "Antieroe dai molti volti: Giuliano l'Apostata nel Medioevo bizantino", che indaga il multiforme aspetto con cui l'ultimo imperatore pagano era percepito nel mondo bizantino, questo volume pubblica il testo originale greco della passione di san Ciriaco di Gerusalemme (redazione BHG 465b), secondo la leggenda martirizzato per ordine di Giuliano. Questa passione costituisce la parte conclusiva del ciclo di storie della Vera Croce di Cristo, sorto in epoca tardoantica e destinato ad avere vastissima fortuna nella cultura e nell'arte europee. L'edizione è accompagnata da un saggio di guida bibliografica sulle vite e sulle passioni di santi martiri o confessori dell'epoca di Giuliano.
L'epistolario riunisce la corrispondenza inviata e ricevuta da monsignor Pio Paschini (Tolmezzo, 2 marzo 1878 - Roma, 14 dicembre 1962), storico della Chiesa, insegnante nel Seminario di Udine dal 1901, dal 1913 docente di Storia ecclesiastica presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore e dal 1932 al 1957 magnifico rettore della Pontificia Università Lateranense. Le testimonianze epistolari fino ad oggi reperite in diversi Archivi e Fondi archivistici sono 5.029, i cui regesti sono consultabili nel cd-rom allegato ai due volumi. Per l'edizione cartacea sono stati trascritti 922 testi, 491 selezionati tra quelli inviati da oltre millecinquecento corrispondenti e 431 fra missive e responsive intercorse con il friulano Giuseppe Vale (1877-1950), confratello, amico e confidente. Nell'epistolario è possibile ripercorrere sessant'anni di attività di Paschini, nelle cui vicende biografiche si riverberano gli eventi più significativi del secolo scorso: le due guerre mondiali, il fascismo; il dopoguerra, la ricostituzione dell'Italia, fino a comprendere gli anni della prima Repubblica. Tra i suoi interlocutori in ambito locale, fra gli altri, vi sono: Giuseppe Ellero, Antonio Anastasio Rossi, Giuseppe Nogara, Giovanni Battista Brusin, Pier Silverio Leicht, Vigilio De Grassi; tra quelli italiani ed europei: Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni Battista Montini, Agostino Gemelli, Louis Duchesne, Hippolyte Delehaye, Hubert Jedin.
Poeta, friulano e viaggiatore, frate e ribelle, saggio letterato e fanciullo sognatore, celebrità scomoda e schiva, uomo che ha conosciuto la povertà e poteva sfidare i ricchi a testa alta. David Maria Turoldo ha attraversato il suo tempo tracciando un solco profondo e lasciando dietro di sé una forte eredità, è stato nel vero senso del termine, un'icona. In questa graphic novel, la narrazione si alterna al tratto grafico illustrando una vita non sempre facile da raccontare: l'intensità dell'uomo, le sue ambizioni, le relazioni e le inevitabili contraddizioni.
Dal primo, indetto da Bonifacio VIII nel 1300, al venticinquesimo, celebrato nel 2000 da Giovanni Paolo II, la storia dei Giubilei, debitamente inquadrata nel contesto storico-culturale e religioso, viene qui raccontata in forma concisa e divulgativa, anche alla luce di una ricca e curiosa aneddotica. Il titolo del volume non ha intenzione ironica o polemica: come ogni pratica religiosa, anche quella giubilare presenta degli aspetti umani, o troppo umani, che a volte, anzi spesso, ne contraddicono la sacralità e la tensione alla santità. Ecco dunque i Giubilei presentati come "anni più o meno santi", a scandire sette secoli di storia non solo della chiesa, ma anche del pensiero, dell'arte e del costume.
Nella raccolta "Poesie d'autunno", scelta dal Coro Filarmonico.Città di Udine, in collaborazione con l'Ateneo udinese, per il primo Concorso di composizione corale dedicato al musicologo Renato della Torre, Alessandro Lutman riesce a far rivivere le sue intense esperienze interiori intervenendo con finezza sullo strumento linguistico. Sfruttando le grandi potenzialità del verso libero, giocando su sinonimie, su pause e sospensioni, su calibrate e non insistite assonanze, il giovane poeta sorprende il lettore invitandolo a condividere le sue passioni, la sofferenza irrisolta, l'inquietudine, senza però indulgere mai al sentimentalismo.
Imperatore romano, autore della letteratura greca, ma soprattutto apostata e ultimo imperatore pagano nemico del cristianesimo: questo il multiforme aspetto con cui Giuliano era percepito nella civiltà bizantina, delineato nel volume in tutta la sua complessità. Lo studio analizza in dettaglio il Giuliano dell'agiografia, una figura spesso fantasiosa, di violento e crudele persecutore. Viene inoltre esaminato il Giuliano della cronachistica e della letteratura bizantina, per comprendere come è ritratto l'Apostata da cronisti e letterati di varie epoche e inclinazioni; spicca, tra gli altri, l'ambiguo giudizio di Michele Psello, al tempo stesso di condanna e di elogio.
Il presente volume intende essere uno strumento didattico utile a contestualizzare e approfondire una vicenda che, pur costituendo un’eccezione durante la Shoah, offre un importante esempio di riflessione e speranza soprattutto per le giovani generazioni. Si tratta della testimonianza dei fratelli Eugenio e Giacomo Sonnino, salvati dal Prof. Giuseppe Caronia che, tra il 1943 e il 1944, diresse la Clinica di Malattie Infettive del Policlinico di Roma. Quell’incarico, lungi dall’essere un riconoscimento alla sua carriera, era la conseguenza della persecuzione subita fin dai primi anni del fascismo, che gli costò il trasferimento dalla Clinica pediatrica, centro delle sue ricerche, e la perdita della cattedra all’Università di Roma. Caronia usò il suo reparto come rifugio per sottrarre alla deportazione del 16 ottobre 1943 e dei successivi rastrellamenti un centinaio di persone: ebrei, antifascisti, disertori. Dopo la Liberazione fu rettore dell’Università di Roma, membro dell’Assemblea costituente, deputato per la Democrazia cristiana e consigliere comunale della capitale. Morì nel 1977. Nel 1998 gli fu conferita l’onorificenza di ‘Giusto tra le Nazioni’. In questo contesto, rilevante è la testimonianza dei figli di Eugenio e Giacomo Sonnino, Mara ed Eliseo, che leggono e interpretano il passato con lo sguardo rivolto al futuro.
 Completa il volume il documentario Non dovevamo essere qui, frutto dell’intervista ai fratelli Sonnino e ultimo impegno di Eugenio dettato dall’urgenza di trasmettere un lascito affinché la testimonianza del salvataggio della loro famiglia non andasse perduta.