Dall'inizio dei tempi la creatività e l'ingegno scientifico si sono sviluppati di pari passo con la capacità dell'uomo di generare orrori. Sono in pochi a ricordare che, durante la Grande Guerra, il massacro sistematico che sconvolse l'Europa dal 1914 al 1918 fu proprio la causa dell'intuizione di Albert Einstein. Il grande fisico formulò infatti la sua teoria rivoluzionaria mentre imbracciava un fucile a Berlino, stremato dalla fame. Alcuni dei più brillanti scienziati dell'epoca erano impegnati a opporsi ai nazionalismi, oppure a diventare pedine nelle mani del potere, che usava la loro conoscenza per sviluppare micidiali armi chimiche. La relatività era una scoperta rivoluzionaria al punto da rimettere in discussione la concezione dell'intero universo e gli scienziati che la sostenevano vennero perseguitati, così come i giornali che ne avevano parlato. L'astronomo americano A.S. Eddington guidò una pericolosissima spedizione per provare la fondatezza della teoria di Einstein durante una rarissima eclissi solare. Il risultato di questa epica impresa rese la relatività celebre in tutto il mondo.
Lo Stato Islamico, il cosiddetto ISIS, gioca un ruolo di primo piano nel Mediterraneo ormai da diversi anni. Nonostante le svariate sconfitte che ne hanno notevolmente ridotto il territorio (ultima quella di Raqqa, in Siria), la sua pericolosità non è diminuita, anzi. I miliziani noti come foreign fighters, dotati di documenti europei, sono mine vaganti nel cuore dell'Europa. Ma che cosa determina l'efficacia della strategia dell'ISIS? Qual è lo scopo politico dietro gli attentati e i fatti di sangue più oscuri dell'ultimo decennio?