Il capolavoro di teologia spirituale di P. Garrigou-Lagrange continua ad esercitare un indiscusso fascino sull'uomo contemporaneo che cerca una più intima unione con Dio.
L'analysis fidei, ovvero l'analisi dell'atto di fede nelle sue componenti per poterne giustificare la legittimità, è da sempre una questione complessa e dibattuta nella teologia, una «crux theologorum». Il testo la esamina prima proponendone un excursus storico e poi presentandone l'esempio di un esponente di rilievo della manualistica classica, Réginald Garrigou-Lagrange (1877-1964). La sua resolutio fidei, così come lui chiama l'analisi della fede, per essere meglio delineata nei suoi tratti essenziali, viene inoltre messa a confronto con tre impor-tati proposte come quelle di Bultmann, Rousselot ed Alfaro. L'analysis fidei, che potrebbe sembrare desueta e superata, risulta essere ancora attuale ed importante nella riflessione teo-logica odierna, in quanto risponde ad una domanda cruciale per la nostra fede: «Perché credo?».
Il sussidio della CEI "Lievito di fraternita", sulla formazione permanente del clero, è stato il filo conduttore dei ritiri mensili per il presbiterio della diocesi nell'anno pastorale 2020-2021. Si è partiti dalla consapevolezza che "per un presbitero la fonte a cui attingere per vivere il proprio ministero e farsi santo è il ministero stesso. Nel suo esercizio egli si forma, a partire da un legame pastorale e insieme sponsale con una chiesa particolare, che ha una sua storia, i suoi Santi, il suo Vescovo, i suoi preti, un suo territorio e una sua realtà sociale. La sventura che mai potrebbe accadere a un prete è quella di trascinarsi in un ministero esercitato in maniera puntuale, ritualmente perfetto e dottrinalmente completo, ma disincarnato sul piano delle relazioni umane" (Lievito di fraternità, cap. 2). Da qui l'importanza di recuperare, scoprendone le tante potenzialità ancora forse inespresse, le radici del ministero, che non sono solo di carattere spirituale ma anche di relazioni: con il Vescovo, con il presbiterio, con i Consacrati, con i fedeli laici. È stato perciò chiesto ad otto persone, ciascuno con le proprie caratteristiche di commentare i vari capitoli del sussidio. In questo lavoro tutto il materiale è messo fraternamente a disposizione dei tanti presbiteri, che vogliono lasciarsi conquistare dalla profezia della fraternità.
Il presente volume è una specie di verifica che ha come destinatario anzitutto il sottoscritto, il quale desidera constatare fino a che punto la propria formazione patristica ha influito sulla sua visione di Chiesa, di pastorale e sul suo personale agire di credente e di prete.
Vi è però un’altra motivazione che giustifica il presente scritto e va cercata non nell’ambizione di aprire a me stesso e forse a qualche lettore ulteriori squarci di conoscenza nel mondo del cristianesimo antico, un mondo splendido e complesso, così lontano nel tempo e così vicino nel vissuto quotidiano, ma nel senso del dovere di restituire un tesoro che non può rimanere rinchiuso nei recinti della cultura specialistica e delle realtà accademiche. Questo tesoro è l’esperienza di fede dei Padri della Chiesa che può essere messa a disposizione delle comunità cristiane e della pastorale ordinaria.
Un lavoro di mediazione e di avvicinamento del mondo patristico al mondo contemporaneo è stato fatto e continua tutt’ora per opera di insigni maestri, il cui elenco sarebbe lunghissimo.
Questo libro è solo un piccolo e modesto contributo-testi­monianza di chi si è accostato ai Padri della Chiesa in un pri­mo tempo per una curiosità culturale e man mano ne è rimasto coinvolto nella dimensione spirituale e pastorale.
Oggi è proprio l’attività pastorale ad essere la grande malata, e soprattutto i presbiteri ne avvertono la fatica e a volte l’inutilità, a motivo di un evidente scollamento tra la proposta cristiana e i modelli di vita prevalenti.
I sentimenti che accompagnano il ministero di tanti presbiteri oscillano fra la rassegnazione e la delusione, il disincanto e l’illusione. E questo accade quando ci si identifica con la Chiesa del “fare”. Nel contempo, in tanti ambiti del clero e del laicato, anche come effetto del magistero di Papa Francesco, si fa strada la voglia di cambiamento nella direzione della sobrietà, dell’ascolto, come modalità per una ri-evangelizzazione che fa leva sul rapporto personale, uscendo dalla sindrome dell’effi­cienza e dei grandi numeri.
È in questa sfida-promessa che viene chiamata in causa l’esperienza di fede dei Padri della Chiesa.
C'è una santità molto evidente di alcuni uomini, ma c'è anche la santità sconosciuta della vita quotidiana: è quella testimoniata da Charles de Foucauld, che ha voluto imitare l'esempio della vita nascosta di Gesù a Nazareth. Frate Charles ha cercato di manifestare il Vangelo in maniera laboriosa e nascosta, nel silenzio in cui Dio dimostra la sua presenza nella forma di una "brezza leggera". Lui, che voleva "gridare il Vangelo con la vita", ha dimostrato che i gesti semplici possono parlare di Gesù.
Nella confusione che sovente regna nel nostro cuore, la coscienza è il luogo in cui matura e cresce la ricerca di una verità che dà libertà. Senza che ciò allontani del tutto dubbi, perplessità e desiderio di cercare ancora, dopo aver trovato. Perché la coscienza è, nello stesso tempo, reale e irriducibile. Di essa non ci si può sbarazzare, come tenta di fare chi vede in essa solo un ostacolo ingombrante sulla strada di comportamenti sciolti da ogni vincolo... La coscienza mi pone in relazione con la sfera dell'interiorità nella quale maturano - attraverso ricerca, illuminazione e discernimento - decisioni che riguardano me, la mia vita, le mie relazioni, i miei giudizi e la direzione da imprimere a essi. In maniera libera e convinta. Ciò fa della coscienza un processo che porta con sé i tremendi ed esaltanti doni della libertà e della responsabilità, come ricorda a più riprese l'autore di questo libro. Presentazione di S. Ecc. Mons. Nunzio Galantino.
Il Verbo della vita deve farsi carne e deve essere visto, udito, toccato, mangiato da ogni uomo. Tutti vorremmo rivivere l'esperienza del farci strada tra la folla per "tentare di toccarlo", come la donna emorroissa, o di "afferrarlo", come Paolo di Tarso. Tutti siamo convinti che dovunque andremo non ci sarà vita se non c'è lui; per questo bisogna "toccare il Verbo". Toccare per essere guariti, per vedere, per comprendere, per essere liberati, per fare comunione. Le riflessioni dell'Autore in "Toccare il Verbo" non smarriscono mai le caratteristiche di semplicità e immediatezza. Brevi cenni, a volte, per invitare, delicatamente, a leggere, a meditare, ad incarnare il Verbo. Il lettore potrà rivivere l'esperienza dei discepoli del Battista: quando Gesù passò davanti a loro, il precursore non disse altro se non "è lui, seguitelo". Ed essi lo seguirono. Leggendo questo scritti si prova la sensazione di chi si ferma finché il Cristo non appaia e conquisti! La festa del grande amore si fa solo se amante e amato si incontrano. Intense riflessioni bibliche uscite dal cuore di un Sacerdote innamorato di Cristo. Un libro per contemplare e accogliere la Parola di Vita. Valido sussidio di approfondimento della Lettera apostolica Aperuit illis di Papa Francesco.
Dobbiamo porre a noi stessi e agli altri domande che implichino una richiesta di speranza, anziché di certezze. Dobbiamo dare a noi stessi, e agli altri con la nostra condotta, "ragione della speranza" (1 Pt 3,15). Questo ci aiuterà a vivere nella santa tensione tra memoria crucis e spes resurrectionis. È il tempo di fare di Cristo il cuore del mondo. È il tempo di innescare processi, più che occupare spazi, dilatare la speranza e non pretendere di dilatare il potere. È il tempo di far sentire forte il grido non del potere con le sue continue sconfitte, ma il potere di quei segni che la speranza attiva in ognuno nel farsi dono d'amore agli altri, nessuno escluso. Per vivere meglio questo tempo. Per riscoprire che c'è una Speranza affidabile. Non possiamo più andare avanti ciascuno per conto suo, ma insieme.
Fratel Arturo Paoli, attraverso le conversazioni che vengono qui riportate, dimostra la capacità straordinaria di mettere il lettore davanti ad una scelta di campo: o si è a favore del progetto di Dio, o si è contro. Non esistono alternative più moderate. Si può rispondere soltanto con la decisione di collaborare al progetto di Dio, sentendo nell'intimo - come nella parabola del Samaritano - la sofferenza di quanti sono umiliati e oppressi. L'attualità delle parole di Arturo Paoli, anche di quelle di quasi trent'anni fa, è uno stimolo ad assaporare la saggezza di una persona che ha sempre sentito vicino a sé l'Amico e ne ha ascoltato la voce. Ad ascoltare la testimonianza di tutta una vita in cui l'obbedienza alla Chiesa, mai cieca e passiva, è stata la spinta forte a parlare con parresia ai potenti, e mite nell'essere solidale con gli scarti del mondo, sapendo che sono la perla del Vangelo, nascosta nel campo. L'attualità delle parole di Paoli è uno stimolo ad assaporare la saggezza di chi ha avuto per amico Cristo di cui ne è stato testimone veritiero e credibile. Una fonte di saggezza dalle parole di un Mistico dei nostri tempi.
Scopo del volume è quello di aiutare ad ascoltare e confrontarsi con la Parola che dovrebbe essere la principale attività dell'uomo. La Parola illumina, orienta, sorregge durante il cammino, rinfranca e libera dalla caduta. Non è difficile trovare il "predicatore" di professione che sa farti su ogni parola della Scrittura la dotta conferenza; è raro invece incontrare l'uomo che si espone per primo alla Luce e si lascia scomodare, scomodandoti a sua volta. Tali sono, invece, questi spunti di meditazione: non prediche, non discorsi d'occasione, ma frutto di ricerca sincera scandita sul ritmo travolgente della vita, con le sue tensioni, le sue contraddizioni, i suoi slanci. Diversi gli argomenti, molto cari all'autore: la scoperta dei grandi doni del Padre, l'uomo immagine vera di Dio, la Vergine, fiore benedetto, dono di Dio all'umanità, Gesù Cristo il vero Uomo, la piccolezza e l'umiltà, virtù predilette, l'attesa di un futuro sempre imminente, quando tutto è ricapitolato in Cristo. La brevità favorisce la lettura di questi nuovi, originali spunti di contemplazione che proponiamo all'ascolto.
Profonde meditazioni bibliche uscite dal cuore di un Sacerdote innamorato di Cristo.
Un libro per contemplare e accogliere la Parola di Vita.
Valido sussidio di approfondimento della Lettera apostolica Aperuit illis di Papa Francesco.
In quali termini possono configurarsi la posizione dei credenti nella società e l’impegno dei cristiani in politica? C’è ancora posto per il dio di Gesù Cristo ed è ancora ragionevole credere in una società fortemente secolarizzata e in gran parte indifferente al fatto religioso? C’è ancora spazio per verità assolute in un mondo nel quale tutto sembra lecito e tutto è opinabile? Sono alcune domande a cui si tenta di dare una risposta nei cinque saggi contenuti in questo volume. Scritti in occasioni diverse, essi affrontano argomenti teologico-spirituali di varia natura che, se pur eterogenei almeno in apparenza, trovano organicità nell’intento di offrire alcune essenziali coordinate interpretative con le quali abitare da credenti questo nostro tempo senza disperdersi nei meandri di un legittimo, sebbene talvolta disorientante, pluralismo di ordine culturale, etico e religioso.