Gli arcangeli non sono quegli spiriti “buoni”, così dipinti nell’accezione più negativa del termine da diversi angelologi moderni anche cattolici, ma “scendono letteralmente in guerra” a fianco del popolo cristiano! Sono veri e propri militari, gerarchicamente organizzati a loro volta in vari ordini, che vedono al loro apice un nucleo centrale di comando tattico, militare e religioso di sette generali d’armata. Essi muovono armi ed eserciti, annientano i nemici, spingono gli animi dei Santi al combattimento, riportano vittorie sul campo di battaglia (sia celeste o terreno), tutto ciò nel nome di Nostro Signore Gesù Cristo, per il quale combattono.
Carmine Alvino (Avellino, 1978), avvocato, conciliatore professionista ed esperto in bioetica e in diritto delle nuove tecnologie informatiche, da diversi anni, a seguito di singolari scoperte devozionali, si occupa della conoscenza, dello sviluppo e della diffusione del culto cattolico ai Sette Arcangeli Assistenti al Trono di Dio (Tb 12,15 - Ap 1,4), e più specificamente altresì dell’Arcangelo Uriele, per il quale recentemente ha stilato un’istanza volta alla sua approvazione di oltre 150 pagine, inoltrata alla Congregazione per le Cause dei Santi e al Santo Padre Francesco in data, rispettivamente, 7 e 8 settembre 2016 – attualmente pendente e in attesa di esito – in cui ha chiesto di approvare il nome di S. Uriele e di festeggiarne il culto per il giorno 29 settembre di ogni anno accanto alla Santa Memoria degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Ha scritto oltre 40 libri sull’argomento, e diversi articoli, e creato un sito internet (www.settearcangeli.it) dedicato a questo tema.
Nel corso dei secoli l’Arcangelo Uriele è stato ampiamente invocato in preghiere, antifone ed esorcismi, nonostante il divieto ufficialmente imposto sia dal Sinodo Romano del 745 sia da recenti disposizioni emanate dalla Santa Sede. È inoltre nominato varie volte nel Quarto Libro di Esdra, nel quale è grande protagonista, inviato per illuminare e rischiarare il sentiero del popolo di Dio, oscurato dalla dominazione straniera e dal peccato.
Ovviamente invitiamo i nostri lettori ad obbedire alla Chiesa, e dunque ad astenersi dal pronunciare il nome di San Uriele in preghiera. Al contempo, però, invitiamo a non dimenticarlo, affinché nasca quella devozione popolare che spinga l’autorità ecclesiastica, in futuro, a rivedere la sua causa apostolica. Sul resto rimane il mistero, insondabile, della volontà di Dio.
Carmine Alvino (Avellino, 1978) è avvocato, specializzato in bioetica e deontologia professionale, in diritto dell’internet e delle tecnologie informatiche. Da anni porta avanti uno studio intenso sui Sette Arcangeli, cui ha dedicato diverse pubblicazioni.
Il testo si presenta come una miniera di preziose informazioni per i cattolici devoti ai tre Santi Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Per ogni giorno dell’anno sono offerti pensieri “arcangelici” affinché il cristiano non perda la presenza quotidiana accanto a sé di questi amorevoli spiriti celesti.
in appendice sono contenute delle preghiere agli Angeli che sono il frutto di una plurisecolare tradizione della Chiesa.
San Michele, prima dell’Angelologia dello pseudo-Dionigi e di San Tommaso d’Aquino, era chiamato Arconte Massimo o anche Principe Massimo (nella Tanakh), egli era scritturisticamente parte del gruppo dei “Primi Principi”, sette superiori agli altri (Tb 12,15; Ap 1,4). Dopo le opere di Angelologia si è visto invece un loro abbassamento e una marginalizzazione del loro potere celeste. Questo abbassamento ha provocato un ingigantimento del potere di satana che, senza più avversari liturgici di pari grado, ha conquistato tutte le menti di questo pianeta. Ed anche gli esorcisti non riescono più a estirpare efficacemente il demonio, perché non sanno più chi è San Michele e quale posto occupi nei Cieli. L’autore con quest’opera vuole ridare agli Arcangeli il giusto posto rispetto agli Angeli al fine di ridargli la dignità scritturistica, dogmatica e dottrinaria.
Il vero motivo dell’assenza dei sette arcangeli assistenti dal culto devozionale dei santi cattolici! Con questo ultimo volume tentiamo di fare chiarezza sul grande “abbaglio” in cui siamo caduti noi tutti, cercando di mostrare al lettore il punto esatto dove riteniamo che la dottrina cattolica si sia incrinata, ospitando elementi estranei alla tradizione cristiana e quali danni ciò abbia prodotto. Consapevoli della difficoltà di tale intento, abbiamo voluto attingere a lavori di ricerca credibili, come gli studi di Enrico Turolla, Enzo Bellini, don Marcello Stanzione, Giovanni Mongelli e, per la parte liturgica e dottrinaria di Sua Santità Papa Ratzinger. Ne risulta un soddisfacente quadro d’insieme che consente con una certa prudenza di poter giungere ad una conclusione sul grande tema arcangelologico dell’assenza dei Sette Arcangeli dal generale panorama dei Santi cattolici ed è la seguente: la Gerarchia Celeste è l’unica indiziata per la cancellazione dei Sette Santi Angeli Assistenti innanzi a Dio, vera e propria Terza Forza di Salvazione del cristiano!
Note sull'autore
Carmine Alvino (Avellino, 1978), avvocato, conciliatore professionista ed esperto in bioetica e in diritto delle nuove tecnologie informatiche, da diversi anni, a seguito di singolari scoperte devozionali, si occupa della conoscenza, dello sviluppo e della diffusione del culto cattolico ai Sette Arcangeli Assistenti al Trono di Dio (Tb 12,15 - Ap 1,4), e più specificamente altresì dell’Arcangelo Uriele, per il quale recentemente ha stilato un’istanza volta alla sua approvazione di oltre 150 pagine, inoltrata alla Congregazione per le Cause dei Santi e al Santo Padre Francesco in data, rispettivamente, 7 e 8 settembre 2016, in cui ha chiesto di approvarne il nome e di festeggiarne il culto il giorno 29 settembre di ogni anno accanto alla Santa Memoria degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Ha scritto oltre 40 libri sull’argomento e diversi articoli e creato un sito internet (www.settearcangeli.it) dedicato a questo tema.
Le più importanti apparizioni nel mondo di ieri e di oggi. La storia de "il guaritore angelico", grande custode dell'umanità, il "potente intercessore dei cristiani", "consolatore delle anime del Purgatorio".
In questo testo monografico sugli angeli nella visione ildegardiana vedremo come gli spiriti celesti abbiano avuto un ruolo importante sia nella sua esperienza personale sia nella sua teologia. Ildegarda considera il fuoco come la fonte degli angeli, nel senso che questi esseri di luce vennero creati nello stesso momento in cui fu data forma alla prima creazione: la Luce (Genesi 1). Per l’abadessa gli angeli non solo sono creati, ma bruciano e vivono nel fuoco di Dio… Parlando poi degli angeli custodi, il cui ruolo è proteggere ed aiutare le persone singolarmente e comunitariamente, Ildegarda ritiene che tale celeste aiuto è condizionato, nel senso che gli angeli custodi non sembrano intenzionati a proteggere chi non è aperto all’amore di Dio. Sono le nostre preghiere e le nostre invocazioni ad attirare gli angeli nella nostra sfera terrestre e in tal modo essi possono svolgere il loro ruolo di custodi e protettori.
La meditazione cristiana ci porta a riscoprire in noi lo spirito divino: siamo figli di Dio e, se siamo suoi figli, siamo anche suoi eredi e coeredi di Cristo. Sono tanti i santi che ci hanno lasciato insegnamenti sulla meditazione validi e sempre attuali. Il Catechismo della Chiesa Cattolica incoraggia la meditazione come forma di preghiera: “La meditazione è soprattutto una ricerca. Lo spirito cerca di comprendere il perché e il come della vita cristiana, per aderire e rispondere a ciò che il Signore chiede”.
Note sull'autore
Michele Pio Cardone (Vieste 1971) è esperto di angeli e autore di vari libri. Scrive per la rivista “Il mio angelo” e ha collaborato con numerose televisioni e radio, tra le quali Italia 1 nella trasmissione “Mistero”, Raiuno, Raidue, Radio Maria e molte altre. Ha fondato e seguito per alcuni anni una radio Web, Radio New Dimension. Matteo Iannacone (San Marco in Lamis 1991) è specializzato nell’arte del disegno angelico. I suoi disegni collegano come un ponte il divino con l’umano e aiutano ad entrare nel mondo degli arcangeli e degli angeli.
Il libro dell’Apocalisse di San Giovanni rimane un mistero arcano, difficile da poter penetrare alla mente umana. Certamente noi non abbiamo l’ardire di superare l’intelligenza si santi e dotti teologi, i quali si sono cimentati in passato in questa impresa, ma possiamo avvalerci del loro grande contributo per cercare di diradare un poco le ombre e le nubi che attanagliano questo testo. In questo nostro studio porremo l’attenzione esclusivamente sui contenuti di carattere arcangelologico dell’Apocalisse, ben consapevoli che le regole che fino d’ora valevano per gli Spiriti celesti, vengono rimodulate in questo misterioso testo cristiano, in cui si notano creature singolari e particolari, alcune delle quali mai nominate in precedenza.
Note sull'autore
Carmine Alvino (Avellino, 1978), avvocato, conciliatore professionista ed esperto in bioetica e in diritto delle nuove tecnologie informatiche, da diversi anni, a seguito di singolari scoperte devozionali, si occupa della conoscenza, dello sviluppo e della diffusione del culto cattolico ai Sette Arcangeli Assistenti al Trono di Dio (Tb 12,15 - Ap 1,4), e più specificamente altresì dell’Arcangelo Uriele, per il quale recentemente ha stilato un’istanza volta alla sua approvazione di oltre 150 pagine, inoltrata alla Congregazione per le Cause dei Santi e al Santo Padre Francesco in data, rispettivamente, 7 e 8 settembre 2016, in cui ha chiesto di approvarne il nome e di festeggiarne il culto il giorno 29 settembre di ogni anno accanto alla Santa Memoria degli Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele. Ha scritto oltre 40 libri sull’argomento e diversi articoli e creato un sito internet (www.settearcangeli.it) dedicato a questo tema.
La moltitudine di spiriti angelici che popola il regno celeste si suddivide in gruppi aventi una diversa dignità e un diverso ruolo, che danno vita a una vera e propria struttura gerarchica. Le milizie angeliche sono organizzate secondo ranghi e capacità. Abbiamo a che fare con una vera «divisione del lavoro», secondo la quale alcuni angeli hanno il controllo dell’individuo, altri il controllo di popoli, di grandi comunità o di epoche intere ecc.
Gli angeli sono organizzati secondo il principio della stretta subordinazione, in base alla loro posizione più o meno vicina a Dio. La gerarchia dei nove gradini di Dionigi l’Areopagita (fine del V secolo) comincia con le milizie superiori, quelle di Serafini, Cherubini e Troni; prosegue con le milizie intermedie delle Dominazioni, Virtù e Potestà; finisce con le milizie più vicine all’uomo, quelle dei Principati, Arcangeli e Angeli (gli angeli propriamente detti).
La struttura gerarchica delle milizie angeliche implica quella dell’intervallo che esse colmano. Tra Dio e l’uomo esistono dei gradini, dei cieli, densità ontologiche differenti, così come esistono, tra l’uomo e la materia inorganica, dei regni intermedi. Ora, gli angeli non fanno altro che «animare» lo spazio che ci separa dall’Assoluto. L’angelologia, come disciplina dei gradini esistenti tra l’intelligenza dell’uomo creato e la verità del suo Creatore, stabilisce le tappe di un percorso e raccomanda la guida di esseri intermedi.
Il presente studio di don Marcello Stanzione sui nove cori angelici è uno dei rarissimi testi cattolici su questo argomento e colma una grossa lacuna nella speculazione teologica cristiana sugli spiriti celesti.
Il “Dialogo dell’anima con l’angelo custode” (1895) è un capolavoro di spiritualità, il
quale nella sua semplicità sconvolge e richiama alla sequela del nostro spirito guida. Racchiude in sé, come in uno scrigno, un tesoro di effusioni di un’anima che si rivolge a Dio tramite il suo amico angelo.
Non sappiamo esattamente chi fosse Suor Saurette, che parlava con gli angeli, ma di certo i suoi Dialoghi ci fanno riflettere sulla presenza di questo spirito, l’angelo custode, che Dio ci ha posto accanto.