Il cammino percorso dal movimento liturgico, biblico, patristico e catechetico ha raggiunto il suo vertice nella riscoperta della parola di Dio nella vita della Chiesa. A buon diritto il Concilio Ecumenico Vaticano II, accogliendo le intuizioni non marginali, che hanno accompagnato l'itinerario e la ricerca dei movimenti sopra citati, ha ratificato il termine dell'esilio della Parola di Dio e ha aperto l'orizzonte per una sua ermeneutica; questa trova nella liturgia il contesto più alto di espressione. La celebrazione rituale si presenta, cioè, come il luogo privilegiato delle Scritture, sul versante interpretativo. Ciò costituisce una evidenza che non si può ignorare né polemicamente disattendere. Nemmeno le infondate accuse di un ritorno al biblicismo accademico o di emulazione accondiscendente della tradizione protestante, possono ormai frapporsi come ostacolo alla «corsa della Parola» riconsegnata alla Chiesa. Un criterio fondamentale conduce la proposta di questa riflessione sul rapporto Bibbia e Liturgia nella vita della comunità ecclesiale: la fedeltà alla tradizione biblica, patristica e liturgica, quale testimonianza ineludibile del vissuto della fede dei credenti, permette di approfondire la dinamica della rivelazione di Dio all'uomo nella storia e nel tempo.
Tra i primi pellegrini che, a partire dall'epoca costantiniana, si misero in viaggio verso Gerusalemme, spiccano alcune straordinarie figure femminili e tra queste, in particolare, la nobildonna Egeria, di origine ispanica, che ha lasciato testimonianza scritta del suo itinerario (avvenuto probabilmente tra il 381 e il 384), con preziose informazioni e minuziose descrizioni. Dopo aver introdotto la vicenda di Egeria e del suo viaggio, l'Autore entra nel vivo del racconto della Pellegrina, che è strutturato in due parti: la descrizione delle terre bibliche attraversate (Scritture alla mano) e un'ampia sezione dedicata alla liturgia della chiesa madre di Gerusalemme. L'ultima parte del volume è dedicata alle chiese e ai luoghi di culto visitati, con particolare riferimento a quelli presenti in Gerusalemme, a partire dalle memorie che racchiudono e dal prolungamento di queste nelle celebrazioni liturgiche.