Papa Francesco ha più volte ribadito che per la comunità ecclesiale l'attenzione per i poveri è prioritaria. In tale prospettiva la centralità della trasparenza nell'amministrazione dei beni della Chiesa, testimoniata nelle relazioni e nel governo dei processi economici e gestionali, è essenziale e imprescindibile. La trasparenza non è soltanto un obbligo per chi amministra i beni della Chiesa, ma oltre a essere una formidabile opportunità pastorale, può trasformarsi in una risorsa. Una gestione chiara, comprensibile, spiegata e verificabile, costituisce una testimonianza cristiana autentica e efficace, in grado di suscitare ulteriore generosità, per le esigenze della comunità. La strumentalità dei beni e di tutte le risorse della Chiesa, che ha nella salus animarum la finalità ultima dell'evangelizzazione e della missione, fa sì che tale sensibilità cresca e si sviluppi sempre più anche nelle comunità ecclesiali.
Atti del Convegno internazionale (Villa Mondragone, Monte Porzio Catone (RM), 27-29 novembre 2008).
Dal punto di vista storico, un legame strettissimo tra religione e diritto ha accompagnato con varie modalità tutta la vicenda dell’umanità. Oggi, però, di fronte alle accese discussioni e alle perplessità suscitate intorno a questioni come, ad esempio, l’esposizione del crocefisso nei luoghi pubblici, l’uso del velo islamico, la definizione delle festività, è necessaria un’approfondita riconsiderazione del sistema vigente per realizzare l’armonizzazione di esigenze e diritti spesso in conflitto tra loro. In principio era la legge e in principio era il giudice: i due modelli si contendono la scena e spetta al giurista, con la sua infaticabile mediazione tra ius e lex, tra equità e giustizia, coltivare l’incantesimo del diritto. E spetta al giurista a maggior ragione in un’epoca come la nostra, nella quale, per quanto ci riguarda, Europa attende e, come nel mito, per la vergine figlia di Fenice ci si dà battaglia e questa volta si inizia proprio dai simboli religiosi.