Il 13 ottobre del 2022 si compiono i cento anni dalla nascita di Ugo Bianchi. Tale ricorrenza offre l’opportunità a un gruppo di suoi discepoli in collaborazione con altri studiosi di rendere omaggio a questo grande storico delle religioni, mettendo in evidenza in particolare il valore e l’attualità del metodo storico-comparativo da lui sviluppato. Le domande in gioco sono di grande portata. La complessità della cognizione del fenomeno religioso, che si manifesta sia sul piano teorico che su quello esperienziale, richiede la constatazione di fatti specifici verificabili in contesti particolari connessi a più vasti orizzonti culturali. La valenza della storia è di conseguenza fondamentale per comprendere il religioso e il metodo comparativo permette di cogliere quelle affinità e divergenze che ne consentono la stessa individuazione. Certo, studi disciplinari diversificati, che focalizzano dati secondo metodologie proprie, adducono apporti irrinunciabili, da cui potrebbero emergere non solo ipotesi ma opportunità di confluenze e di approfondimenti, se non prevalgono posizioni preconcette o aprioristiche. L’insufficienza di ogni ambito disciplinare concepito in sé è evidente nell’epistemologia attuale. Ciò è più evidente quando si tratta di ricerche storiche, in quanto il fenomeno storico stesso sottende un riferimento ontologico-relazionale. Nella prospettiva delle ricerche connesse al ROR, nella cui collana appare il volume, la forza del metodo storico-comparativo di Ugo Bianchi può essere identificata proprio in una epistemologia “laicale”, che riesce a far emergere le relazioni stesse dall’interno del fenomeno studiato, senza proiettare su di esso preconcetti teologici o ideologici. Da questa prospettiva il metodo storico-comparativo di Ugo Bianchi merita di essere conosciuto e pensato con attenzione, come preziosa eredità che ci può guidare nel passaggio delicato tra modernità e post-modernità.
Il presente volume contiene uno studio storico-agiografico sulla Passio Alexandri, Eventii et Theoduli, martiri romani sepolti al settimo miglio della via Nomentana. Il testo, come tutte le passiones simili, costituisce uno dei prodotti più vivi della comunità cristiana antica e un veicolo privilegiato di contenuti specifici, quali il tema dell'autorità vicaria, le catene di S. Pietro e la dottrina sul papato, la città di Roma come percorso culturale, i discorsi catechetici. La prima parte offre un'analisi particolareggiata delle fonti attestanti la presenza dei tre martiri, in particolare Martirologia, Itineraria e Liber Pontificalis. Ci si sofferma quindi sulle coordinate agiografiche, rappresentate dal dies natalis e dal luogo della sepoltura. Il secondo capitolo è dedicato all'analisi del testo con il suo carattere leggendario, i protagonisti, l'autore e la datazione, l'occasione e la finalità. Il terzo e il quarto capitolo contengono lo studio sulla tradizione manoscritta e l'edizione critica del testo, seguita da una traduzione italiana commentata.