«Questo non è certo un libro di esegesi biblica, e neanche una raccolta di meditazioni "laiche". Mi pare piuttosto uno stimolo [...] offerto a credenti e non credenti in due direzioni estremamente importanti, oggi forse più che mai. Da tempo si parla della Bibbia come "grande codice" della civiltà occidentale, ma questo cosa significa in concreto? Quali episodi, quali volti, quali immagini bibliche hanno plasmato l'orizzonte simbolico e culturale di generazioni di uomini e di donne nate e cresciute in una società che non poteva non dirsi cristiana? E quali di questi racconti, di queste vicende, di questi personaggi storici o leggendari parlano ancora oggi, come parlano, per esempio, le figure immortali del teatro classico? Ancora più importante il secondo "spazio" visitato da queste pagine: la lotta anti-idolatrica, cioè il combattimento quotidiano per affrancarci da vecchie e nuove schiavitù e ribadire la grandezza e la libertà dell'essere umano. Perché se esiste una frontiera tra fede e non fede, tra libera adesione a una realtà altra e più grande di sé e asservimento al proprio egoismo e alla mentalità dominante, questa non segue confini di stati o di epoche, non separa confessioni religiose o correnti di pensiero, ma passa nel cuore di ogni persona, credente o non credente: è lì, non altrove, che il seme può germogliare, senza che nessuno sappia come, e produrre i frutti più diversi, stupendi proprio per la loro varietà.» (dalla prefazione di Enzo Bianchi)
Un libro per raccontare vent'anni di "Libera" non basta. Ce ne vorrebbero tanti, per quante sono le storie, le persone che durante questi vent'anni hanno contribuito con corresponsabilità a combattere mafie e corruzione nel nostro Paese. Storie di donne e uomini, appassionati e discreti, che hanno dato gambe, corpo, cuore e cervello per costruire quel "Noi" che si ribella all'indifferenza e alla rassegnazione. Non siamo certamente riusciti a dare voce a tutte le iniziative, ai momenti e alle persone che meritavano un ricordo o una citazione. Avremo dimenticato molti episodi significativi nei mille territori in cui Libera c'è e lavora quotidianamente, ma questo libro non può e non deve essere considerato un punto di arrivo. La cultura della legalità e la giustizia sociale camminano sulle gambe dell'impegno civile e della partecipazione, su quelle pratiche quotidiane di cittadinanza che costruiscono e fondano una comunità. Una comunità in cui continueremo a vivere insieme, con la consapevolezza che la strada è in salita, ma ne vale sempre la pena.
«Se fate emergere le aspirazioni più profonde del vostro cuore, vi renderete conto che in voi c'è un desiderio inestinguibile di felicità, e questo vi permetterà di smascherare e respingere le tante offerte 'a basso prezzo'. La ricerca della felicità è comune a tutte le persone, di tutti i tempi e di tutte le latitudini. Dio ha deposto nel cuore di ogni uomo e di ogni donna un'aspirazione alla pienezza. Non avvertite che i vostri cuori sono inquieti e in continua ricerca di un bene che possa saziare la sete d'infinito?». Ogni vita è in cerca di un senso, della realizzazione di sogni, progetti e speranze, ma il segreto della felicità per papa Francesco è diventare persone libere e liberate. Solo nella libertà può realizzarsi un'esistenza riuscita, capace di diventare luce nelle relazioni con gli altri. A partire dal celebre versetto evangelico - «chiunque avrà lasciato le proprie ricchezze per il Vangelo riceverà il centuplo in questa vita e l'eternità» - il pontefice traccia il cammino per un'autentica realizzazione di sé e per una gioia che non aggira il dolore, ma lo attraversa e lo supera. «Chi prega vive giorni sereni - dice il papa - perché la preghiera completa l'umano» e anche chi non crede può aspirare alla felicità nella dimensione dell'ascolto, della contemplazione, della generosa uscita da sé stessi.
Per alcuni è il "parroco del mondo": quando decide di vivere in pochi metri quadrati a Santa Marta, quando scende dalla papamobile per abbracciare un malato, quando apre la Porta Santa del Giubileo in una diocesi africana e non a San Pietro... Per altri è un leader politico scomodo: quando denuncia gli eccessi della finanza, si preoccupa delle sorti dell'ambiente, si scaglia contro i potenti delle armi. Jorge Mario Bergoglio non è solo il pastore della cattolicità, ma un'icona carismatica, di grande forza comunicativa, che sta sollecitando le coscienze di credenti e non credenti. In una galleria di respiro internazionale, cinquanta grandi personalità della vita politica, culturale, artistica e imprenditoriale hanno accettato di confrontarsi - con estrema franchezza - con la figura di papa Francesco. Un contributo vergato di pugno, in cui intellettuali, accademici, economisti, artisti, scrittori, sportivi, industriali hanno condiviso i sentimenti e le idee che hanno suscitato in loro i gesti e le parole di questo pontificato. In una sorta di pubblica agorà, si rincorrono suggestioni, riflessioni, sguardi. Sono opinioni diverse: alcune entusiastiche, altre critiche e puntute, in ogni caso sempre rispettose, provenienti da universi culturali variegati, molti non certo vicini alla Chiesa. "Francesco e noi" dimostra che dialogare, gettare ponti, non significa rinunciare alla propria identità, quanto piuttosto approfondirla con onestà intellettuale. Un excursus nient'affatto apologetico. Uno straordinario caleidoscopio.
"Figlio, per quanto ti è possibile, non privarti di un giorno felice". Questa frase del Libro del Siracide è una delle citazioni bibliche più amate da papa Francesco, che in questa riflessione sul volto sorridente di Dio, non si stanca di ripetere l'invito a "esser sempre lieti", anche di fronte alle difficoltà, alle sofferenze, alle critiche e agli attacchi, dotandosi di quella leggerezza e autoironia che fanno di un individuo - uomo o donna - una persona autentica, pienamente umana. Bergoglio mette in guardia dalla "malattia della faccia funerea", quella delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per esser seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri - soprattutto quelli ritenuti inferiori - con rigidità, durezza e arroganza. L'ironia è sapienza. E questo lo intuisce non solo il credente, che dovrebbe conoscere meglio di altri l'abbandono al disegno provvidenziale di Dio, ma anche il non credente, che sul suo cammino incontra la consolazione dell'amore. "La fede è festa", scrive il papa, "i santi sono tra noi... e ci sorridono".
Le più belle parole del Papa per l’Anno Santo. Le riflessioni dei santi più amati da Francesco. Le preghiere della Misericordia. La storia, il significato, i riti del Giubileo. Tutti gli eventi giubilari: a Roma, nelle diocesi, nella propria parrocchia. La Guida del pellegrino. I luoghi santi da visitare e quelli in cui ricevere il sacramento della Riconciliazione e ottenere l’indulgenza.
Attesa, nascita, famiglia, vita, dono, perdono... ma anche culla, stelle, pastori, re Magi.
Sono le parole di Buon Natale di papa Francesco, che nell’Anno Santo della Misericordia invita tutti a fermarsi davanti al Bambino di Betlemme, a lasciare che il cuore si trasformi e a non aver paura della gioia e delle lacrime.
Bergoglio parla di tenerezza e della capacità di Dio di penetrare l’animo umano attraverso il tocco lieve dell’amore.
La terra è di nuovo sconvolta da guerre e miseria, e Francesco non cessa di rivolgere agli uomini e alle donne di buona volontà, che sperano e operano per un mondo migliore, l’esortazione a lasciarsi accarezzare da Dio, dal momento che «le carezze di Dio ci danno pace, forza e desiderio di cambiare». Perché è proprio questo il vero significato della Festa. Ed è questo il senso autentico del Natale.
"Figlio, per quanto ti è possibile, non privarti di un giorno felice". Questa frase del Libro del Siracide è una delle citazioni bibliche più amate da papa Francesco, che in questa riflessione sul volto sorridente di Dio, non si stanca di ripetere l'invito a "esser sempre lieti", anche di fronte alle difficoltà, alle sofferenze, alle critiche e agli attacchi, dotandosi di quella leggerezza e autoironia che fanno di un individuo - uomo o donna - una persona autentica, pienamente umana. Bergoglio mette in guardia dalla "malattia della faccia funerea", quella delle persone burbere e arcigne, le quali ritengono che per esser seri occorra dipingere il volto di malinconia, di severità e trattare gli altri - soprattutto quelli ritenuti inferiori - con rigidità, durezza e arroganza. L'ironia è sapienza. E questo lo intuisce non solo il credente, che dovrebbe conoscere meglio di altri l'abbandono al disegno provvidenziale di Dio, ma anche il non credente, che sul suo cammino incontra la consolazione dell'amore. "La fede è festa", scrive il papa, "i santi sono tra noi... e ci sorridono".
"Quale immagine si conserverà di me? Non pretendo che si conservi un ricordo particolare. Mi basta essere stato uno dei tanti che hanno servito il Signore, la Chiesa e l'umanità". Così rispondeva Carlo Maria Martini, sollecitato dalla domanda di un giornalista. E in questo caleidoscopio di oltre cento ritratti non è soltanto l'immagine pubblica ed esteriore a essere evocata, quanto il ricordo più intimo e privato di coloro che hanno conosciuto e apprezzato uno degli uomini di fede più amati del cattolicesimo e più ascoltati dal mondo laico. Le firme autorevoli, che chiosano i racconti intensi e toccanti di questa raccolta, portano alla luce un tratto del carattere, un insegnamento sapienziale, un episodio emblematico, offrendo uno schizzo inedito di uno dei più grandi protagonisti del Novecento italiano.
Dèi, angeli e demoni sono figure attraverso le quali, nella storia dell'umanità, hanno preso forma forze e poteri sovrumani. Ogni religione ha usato convenzioni e simboli per tentare di spiegare l'Inspiegabile. Il popolo dei devoti di ogni fede ha sempre desiderato cogliere almeno un frammento dei misteri legati ai propri culti e alle proprie divinità. E il tentativo di schiudere almeno in parte lo scrigno di verità custodito dalle religioni ha fatto nascere quell'arte di "raccontar storie", che di generazione in generazione ha tramandato miti, storie e leggende. Come su uno spartito musicale sono incastonate in questa raccolta le note più intense dell'immaginario spirituale di popoli e culture. Le storie appartengono al territorio delle grandi religioni, ma non si è tralasciata una fugace incursione nelle fedi animiste. In ogni storia si rappresenta l'eterna lotta fra il Bene e il Male. Demoni, draghi e creature delle tenebre sono sempre in agguato, ma altrettanto risoluti a fronteggiare l'eterna offensiva ecco nobili cavalieri, coraggiose eroine, maghi sapienti, santi, eremiti ed esseri illuminati. Un repertorio di figure e di vicende indimenticabili, un viaggio dove unica incontrastata protagonista è la fiducia nell'intervento di un Dio attento agli umili, ai diseredati, ai folli, ai visionari, a coloro che sanno di non poter bastare a se stessi, perché hanno sogni troppo grandi e guardano il cielo in attesa di un intervento del Soprannaturale.