Data di pubblicazione: Settembre 2013
Codice: 9788810221686
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Le avventure pittoresche di Sansone, gigante capelluto e barbuto, sono le più conosciute anche grazie ad alcuni film mitologici prodotti a Hollywood. Iefte viene ricordato soprattutto per aver sacrificato la sua unica figlia, Barak e Gedeone sono figure di una certa notorietà, ma cosa si può dire, per esempio, di Otniel, Eud o Samgar? Con la sua ricca galleria di "insoliti eroi", il libro dei Giudici evoca l'infanzia di un popolo, come l'Iliade o l'Eneide, e la bellezza letteraria del testo biblico non è affatto inferiore a quelle epopee ugualmente guerriere. Questo studio di Abadie - né commentario letterario integrale, né storia del periodo dei Giudici - evoca anche altre figure come Ifigenia, Ercole e la principessa Turandot, e propone un percorso narrativo che rivela l'identità di Israele verso la fine dell'epoca persiana. L'autore illumina un testo che non è il racconto del lontano passato di Israele, ma che si configura come una lucida riflessione sulla natura e l'illusione del potere, sull'infedeltà del popolo all'alleanza, sull'utilizzo del passato per definire il presente e sulla tensione tra profezia e monarchia.
Le avventure pittoresche di Sansone, gigante capelluto e barbuto, sono le più conosciute anche grazie ad alcuni film mitologici prodotti a Hollywood. Iefte viene ricordato soprattutto per aver sacrificato la sua unica figlia, Barak e Gedeone sono figure di una certa notorietà, ma cosa si può dire, per esempio, di Otniel, Eud o Samgar? Con la sua ricca galleria di "insoliti eroi", il libro dei Giudici evoca l'infanzia di un popolo, come l'Iliade o l'Eneide, e la bellezza letteraria del testo biblico non è affatto inferiore a quelle epopee ugualmente guerriere. Questo studio di Abadie - né commentario letterario integrale, né storia del periodo dei Giudici - evoca anche altre figure come Ifigenia, Ercole e la principessa Turandot, e propone un percorso narrativo che rivela l'identità di Israele verso la fine dell'epoca persiana. L'autore illumina un testo che non è il racconto del lontano passato di Israele, ma che si configura come una lucida riflessione sulla natura e l'illusione del potere, sull'infedeltà del popolo all'alleanza, sull'utilizzo del passato per definire il presente e sulla tensione tra profezia e monarchia.