Un volume con storie sportive e laboratori pratici che sono un invito ai ragazzi d'oggi a non mollare, anche quando si pensa che tutto è perduto, anche quando sul più bello l'entusiasmo svanisce e si fa sentire la fatica. Perché, per andare lontano, ci vuole coraggio: in primis, quello di prendere la mano di chi abbiamo vicino e ce la tende. È così che don Alessio Albertini raccoglie l'invito di papa Francesco agli adolescenti, durante l'incontro in Piazza San Pietro il 18 aprile 2022: «Illuminate le paure», scendete in campo, siate i protagonisti della vostra vita, fate gioco di squadra! «Lo sport non è solo salute e divertimento, risultati e classifica, ma occasione straordinaria per incoraggiare chi sta provando la paura di una finale, l'emozione per un gesto tecnico difficile, la delusione di una sconfitta. Lo sport non è solo bello quando si vince, ma soprattutto quando insegna a mettercela tutta e perché dopo una sconfitta offre ancora la possibilità di rialzarsi e riprovare a vincere.»
È difficile spiegare cosa si prova quando si salta con l’asta, ma è magnifico «dare del tu» al cielo, staccarsi da terra, sospesi in aria, anche se alla fine si è costretti a ricadere. Bisogna essere un po’ matti per accettare l’azzardo e condividere la follia di andare un po’ più su, verso quel cielo che chiama e affascina.
È l’invito contenuto in questo libro: non accontentarsi, ascoltare il richiamo di quel Padre che sta nel cielo ad arrivare lassù, un centimetro alla volta, ad un’altezza della propria vita mai provata ma possibile. Per farlo serve un buon allenamento, giorno dopo giorno, per un mese intero, come fanno i grandi atleti che si preparano alla gara.
I Giochi Olimpici sono molto di più una semplice competizione, sono la massima espressione dello sport, lo sport che sa raccontare la vita e lo fa nei modi più inattesi e inaspettati, sotto lo sguardo di tutto il mondo, con la gioia o le lacrime della sofferenza. Ecco, allora, le storie di uomini che sanno insegnare con la loro vita; vicende esemplari che raccontano della miseria, della generosità, della fatica, del limite, del sogno di diventare migliori al di là delle vittorie e delle sconfitte: da Abebe Bikila a Nadia Comaneci, passando da Carl Lewis, Ben Johnson, Mark Spitz, e l'indimenticato Dorando Pietri. Fare tesoro della loro esperienza è un ottimo punto di partenza per giocare la più importante delle gare: la nostra vita.
Una giornalista chiese alla teologa protestante tedesca Dorothee Sölle: Come spiegherebbe la felicità a un bambino?'. La sua risposta fu sorprendente: 'Non glielo spiegherei, gli darei un pallone per giocare'. Il gioco - come l'arte e la stessa religione - va oltre la cura della mera sopravvivenza fisica e introduce la gratuità, la libertà, l'amore. In modo parallelo alla teologa cristiana di Colonia un pensatore giapponese zen, Kakuzo Okakura, nel suo saggio La cerimonia del tè (1907) affermava che il primo atto veramente "umano" avvenne quando l'uomo primitivo preparò e donò alla sua donna una corolla di fiori. Questo di don Alessio Albertini è un libro esaltante ma anche faticoso che fa sudare e ansimare, proprio come dice la parola stessa 'allenare' che deriva dal verbo 'anelare', con un trasferimento (metatesi) di consonanti. Ma l'anelito ha anche una dimensione più alta, simbolica, di taglio spirituale, è la tensione verso l'alto, verso mete impegnative in un avanzare su sentieri d'altura. Un dinamismo che è anche nelle altre lingue, perché in inglese coach è la vettura che corre, e trainer evoca il train del movimento che trascina. Proprio per attuare questo anelito superiore è necessaria, come scrive don Alessio, 'un'alleanza educativa' tra Chiesa e sport. L'approdo finale è, allora, quello che il profeta Zaccaria sognava per la sua Gerusalemme: "Vecchi e vecchie siederanno nelle piazze di Gerusalemme, ognuno col bastone in mano per la loro longevità.